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Politiche per la famiglia, il Governo Conte avvia la riforma tanto attesa
L’Italia è un paese fondato sulla famiglia, o almeno così dovrebbe essere. I recenti dati Eurostat segnalano che la povertà nel nostro paese è in declino per tutte le fasce d’età, eccetto che per quella che va dai 0 ai 6 anni. Inoltre, l’Italia è il paese con il più alto numero di neet, ossia di giovani che non hanno né cercano un lavoro e non frequentano una scuola né un corso di formazione o di aggiornamento professionale, all’interno dell’Unione Europea. Nel 2017 infatti il 25,7% di giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni residenti in Italia non studiava, non lavorava e non era inserito in percorsi di formazione. Per questo motivo l’Unicef chiede alle Istituzioni maggiori investimenti in politiche a sostegno delle famiglie. “Nei paesi ad alto reddito – commenta Francesco Samengo, presidente Unicef Italia – è possibile ridurre del 40% i tassi di povertà infantile se si investe sulle prestazioni sociali; buone politiche pubbliche sono fondamentali per combattere la povertà di bambini e ragazzi”.
Se in passato la culla dell’Italia era rappresentata dal Meridione a dove le famiglie erano più numerose, oggi la ‘linea della culla’ si sposta sempre più a nord con il record della provincia di Bolzano che è l’area più prolifica del Paese con 1,76 figli per donna contro 1,32 della media nazionale. A rilevarlo è uno studio effettuato da Uecoop, l’Unione europea delle cooperative, sugli ultimi dati demografici Istat in occasione della Giornata internazionale della famiglia, che si celebra annualmente il 15 maggio. Con appena 449mila nuovi nati nel 2018 la situazione demografica italiana è influenzata da cambiamenti sociali, ritmi di lavoro e vita sempre più frenetici e servizi di welfare che variano a seconda delle regioni e dei comuni di residenza influenzando la disponibilità di tempo e la possibilità di conciliare lavoro e famiglia. Effettivamente da anni ormai in Italia sono assenti politiche a sostegno delle famiglie. Uno dei pilastri del Popolo della famiglia infatti è l’introduzione di un sussidio di maternità – vero incentivo – a tutte le donne che diventano madri. Tuttavia proprio in questi giorni il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Luigi Di Maio, ha convocato il tavolo tecnico per il decreto legge in materia di agevolazioni alle famiglie. Si avvia, così, l’iter per la definizione di un pacchetto di misure atte ad aiutare concretamente le famiglie. Nel concreto si tratta di un’operazione, a cui prendono parte tutte le parti politiche nessuna esclusa, che darà inizio alla riforma degli assegni familiari. Come anche informa il Forum della associazioni familiari, dovrebbe trattarsi di un assegno di 150 per ciascun figlio, indipendentemente dal reddito familiare, fino – nel caso studino e restino quindi a carico – ai 26 anni dei figli.
In molti però si chiedono da dove il Governo Conte reperirà le risorse, domanda più che legittima a seguito dell’introduzione dei sussidi di cittadinanza come il reddito e la pensione. In questo senso il vicepremier Di Maio ha parlato di un miliardo di euro che «avanza» dal reddito di cittadinanza, ma in verità le risorse che “avanzano” da una misura tornano in realtà nel bilancio dello Stato.
Intanto il Ministro per la Famiglia e le Disabilità Lorenzo Fontana ha annunciato di aver presentato due emendamenti governativi al dl crescita. Il primo potenzia l’assegno dedicato al cosiddetto ‘ceto medio’ (che si affianca al sostegno alle fasce più povere già previsto in legge di Bilancio) e il secondo prevede detrazioni fiscali per l’acquisto di pannolini e latte in polvere.