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Progressi della telemedicina per l’equità e sostenibilità nei Paesi in via di sviluppo
L’evoluzione in atto della dinamica demografica e la conseguente modificazione dei bisogni di salute della popolazione, rendono necessario un ridisegno strutturale ed organizzativo della rete dei servizi soprattutto, secondo il Ministero della Salute, nell’ottica di rafforzare l’ambito territoriale di assistenza.
L’innovazione tecnologica può contribuire a una riorganizzazione dell’assistenza sanitaria con modalità, ad esempio, di Telemedicina che, come sottolineato dall’UPMC Italy, consiste nella capacità di diagnosticare, monitorare e seguire i pazienti a distanza tramite l’utilizzo di particolari tecnologie dell’informazione e della comunicazione, semplificando così lo scambio d’informazioni cliniche tra pazienti e medici e ottimizzando, al tempo stesso, vari aspetti della gestione e del trattamento terapeutico.
L’importanza di questa nuova tecnica è stata dimostrata dal Centro ISMETT IRCCS con programmi di telemedicina tradotti successivamente in elevatissimi standard clinici.
In un precedente articolo di Health Online (leggi articolo), si era sottolineata l’esigenza dell’OMS di applicare realmente la telemedicina nei Paesi in via di sviluppo (Pvs) con lo scopo di favorire una più capillare ed efficiente diffusione del servizio sanitario su tutto il territorio.
Questo importante obiettivo si sta concretizzando grazie alla forte ambizione della Global Health Telemedicine Onlus che ha installato centri di telemedicina in almeno 12 Pvs. In particolare, la ha fornito più di dieci mila teleconsulti gratuiti in venti specializzazioni diverse. La piattaforma è modulabile e si adatta a differenti contesti di intervento. È in grado, nello specifico, di operare anche in modalità offline rispondendo, in tal modo, anche alle esigenze di centri non adeguatamente serviti dalla connessione a internet.
Il Segretario Generale dell’associazione Max giusti, nonché scrittore e angiologo dell’Ospedale San Giovanni di Roma, definisce la telemedicina una “sanità a chilometro zero”, ovvero un modo intelligente di aiutare una grande fetta di popolazione più debole sul proprio territorio e con costi contenuti.
La onlus opera grazie al sostegno dei suoi donatori a cui si aggiunge il contributo del 5 per mille e i proventi dei diritti d’autore dei libri del dottor Bartolo. L’ultimo suo romanzo, L’Afrique c’est chic pubblicato da Infinito edizioni, ha da poco raggiunto la quarta ristampa.
Dalla telemedicina si stanno sviluppando anche nuove pratiche come la Telepatologia che consente la condivisione di immagini istopatologiche tra postazioni fisicamente distanti tra loro. Può essere utilizzata a fine diagnostico rendendo possibili soluzioni di casi difficili e consulti a distanza per scopi scientifici e l’aggiornamento professionale.
Stanno prendendo forma anche la teleradiologia, telecardiologia, teledermatologia, teleneurologia e teleriabilitazione, essenziali per i paesi in via di sviluppo.
Il Ministero della Salute tiene a precisare che rientrano nella telemedicina anche tutte quelle soluzioni per smartphone, ovvero applicazioni di tipo clinico-medico, che permettono al paziente di gestire la propria salute attraverso device informatici (cellulari, tablet, pc) educandolo soprattutto alla prevenzione delle malattie. Esistono ulteriori applicativi che consentono la sorveglianza delle malattie e offrono supporto per gestirne il trattamento, e questo soprattutto per la gestione delle malattie croniche.
Ciò che risulta cruciale sottolineare è la rilevanza della telemedicina e il suo impatto sulla società e sulla salute riconosciuti a livello internazionale. Oggi il Sistema Sanitario Nazionale è oggetto di un radicale cambiamento del paradigma assistenziale che, mai come in questo periodo, sta vivendo una modificazione concettuale tale da affiancare la tecnologia alla conoscenza tecnica del professionista sanitario.