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Il ritorno del kombucha: proprietà benefiche e non
Sta ritornando in voga un’antica bevanda riconosciuta come un elisir di lunga vita adatta a tutti, grandi e piccoli. Si chiama kombucha e sembra avere origine nella regione dell’Asia nord-orientale.
Deve il suo nome al medico coreano Kombu e alla parola cinese cha, ovvero tè. Secondo la leggenda, nel 415 d.C. questo dottore utilizzò la bibita per curare l’imperatore giapponese Inyko.
Da questo preciso momento, le sue importanti proprietà vennero diffuse insieme ad un suo concreto utilizzo anche in Russia, nella Germania Orientale e poi nel resto d’Europa.
Secondo altre ricerche, sembra che la bevanda sia stata inventata nel 220 a.C. in Cina, dove era conosciuta come “tè dell’immortalità”. Tuttavia, sta di fatto che da molto tempo, ormai, il kombucha viene considerato un alimento altamente benefico per la salute e un forte disintossicante secondo la medicina tradizionale cinese.
In particolare, tra le proprietà che sono state attribuite al kombucha vengono rilevate la capacità di:
- ridurre l’obesità e rafforzare i reni;
- limitare la calvizie;
- rinforzare i muscoli;
- migliorare e guarire l’artrite;
- ottimizzare l’acutezza visiva;
Infine, agisce in maniera totalmente benefica nella cura delle malattie cardiache, dei disturbi del sonno e dei dolori articolari.
Del kombucha viene evidenziata anche l’attività probiotica all’interno del tratto intestinale. Il kombucha sottoforma di tè è definito come una bevanda viva dall’azione attiva sul nostro organismo che avrebbe aiutato più persone a risolvere il problema dei calcoli renali, dell’artrite e del peso in eccesso.
Il saccarosio dei kombucha è biochimicamente convertito prima in fruttosio e glucosio, e successivamente in acido gluconico e acido acetico (ben presenti nella bevanda).
I kombucha contengono anche enzimi, aminoacidi, polifenoli e vari acidi organici; le quantità esatte di questi elementi variano a seconda del caso.
Altri componenti specifici dei kombucha comprendono etanolo, acido glucuronico, glicerolo, acido lattico, acido usnico (vedi sopra) e vitamine idrosolubili (gruppo B e acido ascorbico).
La preparazione del tè kombucha richiede un periodo di fermentazione favorito dall’aggiunta di aceto di mele e zucchero. L’intero procedimento deve essere seguito con attenzione e senza dimenticare alcune precauzioni importanti.
È necessario sottolineare infatti che, in caso di problemi particolarmente gravi, è opportuno sentire il proprio medico di fiducia per comprendere se l’assunzione di tè kombucha possa essere effettivamente adatta alla propria situazione di salute.
A tal proposito, alcuni studiosi sostengono che la preparazione di tè kombucha all’interno di contenitori di ceramica possa rendere parzialmente tossica la bevanda. Altri mettono in guardia dagli effetti collaterali che potrebbero presentarsi dopo una sua costante assunzione, come vomito, eruzioni cutanee e ittero.
Oltre al tè, il kombucha può trovarsi sotto forma di caffè grazie ad un progetto di Alimento, un laboratorio che ha lo scopo di esaltare ogni materia prima ampliandone le peculiarità nutrizionali e culturali trasformandola, poi, in alimento effettivo.
Non solo l’industria alimentare sta investendo in questa bevanda: nel 2011, la stilista londinese Suzanne Lee ha presentato la fibra tessile kombucha in applicazione alle calzature ed al vestiario.
Nel 2014 invece, il designer Sacha Laurin ha debuttato con una collezione di abbigliamento realizzata interamente in tessuto kombucha che, quindi, garantisce anche in tale maniera ad una condizione psico-fisica maggiore con la diffusione di tessuti naturali che sono più vicini alle esigenze di salute della persona.