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La vita di un medico del 118 di Olbia ai tempi del Coronavirus
Concetto De Luca: “La paura è tanta, ma mi aiuta ad adottare ancor di più tutti i comportamenti di prevenzione sia al lavoro che in famiglia”
Anche la Sardegna come tutta l’Italia è blindata per bloccare il diffondersi del contagio del nuovo Coronavirus, l’infezione responsabile dell’epidemia di polmonite che ha avuto origine nella città di Wuhan in Cina e che in soli due mesi è diventata pandemia. Per la Sardegna gli ultimi provvedimenti prevedono lo stop ai traghetti e ai voli per e da l’isola, mentre resterà in funzione un collegamento aereo, quello tra Cagliari e Roma, utilizzabile solo per emergenze e per spostamenti inderogabili previsti, tra l’altro, dal dpcm del 9 marzo.
Sono circa 13mila le persone arrivate sull’isola nell’ultima settimana dalle zone d’Italia più colpite dall’epidemia come Lombardia, Piemonte, Veneto e Emilia Romagna.
“Ci aspettavamo che il virus arrivasse anche in Italia ma non con questa rapidità di contagio. Era prevedibile anche in Sardegna viste le quotidiane connessioni aeree e navali con il continente. A questo si aggiunte la migrazione degli ultimi giorni di persone provenienti dalle regioni italiane più colpite dal virus. Dobbiamo essere pronti e preparati ad un aumento dei numeri di contagio nelle prossime settimane”. Le parole del dott. Concetto De Luca, 48 anni, medico di 118 dell’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia.
Secondo l’ultimo bollettino del Ministero della Salute (16 marzo ore 18.00) sono 107 le persone risultate positive al Covid-19, di cui: 57 a Sassari, 19 a Nuoro e 24 a Cagliari.
“Gli ospedali di Nuoro, Sassari e Cagliari – spiega- sono le strutture di maggior snodo dell’isola dove arrivano più pazienti e di conseguenza dove si registrano casi positivi Covid-19 ”.
L’epidemia si sta diffondendo anche in Sardegna. Era prevedibile?
Si, viste le connessioni dirette e giornaliere con il continente. Con il nuovo provvedimento di chiusura dei porti e aeroporti dobbiamo cercare di contenere il contagio ed evitare lo scoppio di altri focolai. Chiediamo buon senso e collaborazione di tutta la popolazione: state a casa, limitate gli spostamenti e seguite alla lettera tutte le regole di prevenzione.
Quando ha capito la gravità della situazione?
Sin da quando l’epidemia è scoppiata in Cina. Le vicende del dott. Li Wenliang (che ho raccontato sul mio sito di storia della medicina) e della nave da crociera Diamond Princess sono state un importante monito per me. Il timore è aumentato quando il virus ha iniziato a diffondersi anche in Europa.
In cosa consiste il suo lavoro soprattutto in questo momento di emergenza sanitaria?
Il lavoro al 118 è in prima linea: entriamo nelle case dei pazienti in ambienti anche stretti e lavoriamo in situazioni estreme. Vediamo pazienti colpiti da diverse patologie come diabete, problemi cardiologici, traumatologici. Prima dell’inizio dell’epidemia eravamo immediatamente operativi, ora invece l’atteggiamento è cambiato perché dobbiamo adottare tutte quelle accortezze di protezione per proteggere noi, i pazienti e i loro familiari e valutare, anche con il medico di base, un eventuale trasferimento in ospedale. Eseguiamo anche i tamponi, quello nasale e faringeo, che prima non era nostro compito eseguire.
Ad oggi qual è la situazione? Ha soccorso qualche caso di Covid19?
Ho soccorso un paziente con problemi cardiologici che lamentava anche sintomi simil-influenzali. Lo abbiamo trasportato in pronto soccorso dove è rimasto in isolamento fino al risultato del tampone che fortunatamente ha avuto esito negativo. Ad oggi, la situazione è di massima allerta anche se ad Olbia al momento è abbastanza contenuta. La speranza è che non esploda nessun caso come accaduto a Sassari e Cagliari.
Nel caso dovesse succedere come siete organizzati?
La rapidità della diffusione dell’epidemia ci ha presi alla sprovvista soprattutto per quanto riguarda il reperimento di dispositivi di protezione come mascherine e guanti che scarseggiano in tutta Italia.
Rispetto invece le linee sanitarie da seguire, noi del 118 siamo stati formati nel fronteggiare l’epidemia. Inoltre, davanti al pronto soccorso dell’ospedale sono state posizionate delle tende sia per i pre-triage che per i pazienti con sospetto di contagio.
Pare ci sia stata una migrazione di circa 13mila persone provenienti dalle zone d’Italia dove si è registrato un alto numero di contagi…
Dai dati a disposizione pare che i casi positivi Covid-19 siano dovuti agli spostamenti da e per la Sardegna per questioni di lavoro e salute. L’unico modo per contenere la diffusione del contagio ed evitare l’esplosione di altri focolai, è che queste persone facciamo una giusta quarantena a casa controllando i sintomi. Dobbiamo fare molta attenzione perché la Sardegna non ha una capacità di risposta sanitaria come altre regioni italiane. Sarà difficile mettere a disposizione più di 500 posti letto nelle terapie intensive. Noi medici del 118, come tutti i colleghi all’interno degli ospedali siamo pronti, lavoriamo con turni di 12 ore alternati notte e giorno. Stiamo lottando e continueremo a farlo fin quando tutto non sarà finito.
Il dott. Concetto de Luca, è sposato e ha 4 figli.
Come è cambiata la sua quotidianità?
È’ cambiata molto. Non ho quasi più rapporti sociali ed in famiglia, essendo io un soggetto altamente a rischio per via della professione che svolgo, siamo molto attenti nel rispettare tutte le misure di prevenzione. Sono giorni che non
vediamo più mia madre anche se abita accanto a noi, ma è una donna anziana e quindi da tutelare più di chiunque altro.
Ha paura?
La paura e’ tanta, ma mi aiuta ad adottare ancor di più tutti i comportamenti di prevenzione sia al lavoro che in famiglia
Grazie al dott.Concetto De Luca per la sua testimonianza e grazie a tutti i medici, operatori sanitari e ricercatori impegnati in prima linea nella lotta per sconfiggere la pandemia da Covid-19. Grazie, dal cuore.
Aggionamento: abbiamo risentito il dott. De Luca, perchè proprio ieri, poco dopo la nostra intervista, ha assistito accompagnando al pronto soccorso un nuovo caso positivo. Ce lo racconta in questa breve video-intervista.