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Il Made in Italy riconverte la produzione per fronteggiare il Covid-19
Sembra una vespa! Questa la storica frase di Enrico Piaggio, l’imprenditore e inventore del mitico motoveicolo che dopo la seconda guerra mondiale pensò di riconvertire gli stabilimenti industriali dalla costruzione di aerei alla produzione di un motociclo che diventò uno dei simboli del made in Italy nel mondo. Enrico Piaggio è un esempio di come gli imprenditori italiani, grazie alla loro genialità e praticità, affrontano i momenti difficili, mettendo in piedi un nuovo percorso imprenditoriale. Oggi, come allora, l’Italia sta vivendo un periodo drammatico perché sta combattendo una guerra, questa volta contro un nemico invisibile: Sars Cov-2, conosciuto con il nome Covid-19, l’infezione responsabile dell’epidemia di polmonite che ha avuto origine in Cina e che si è diffusa in tutto il mondo coinvolgendo pesantemente anche il Bel Paese.
In questo scenario diverse aziende italiane, che si sono sempre occupate della produzione di auto, abbigliamento e bibite alcoliche, vista l’emergenza sanitaria in atto e le richieste di aiuto da parte di associazioni di volontariato, hanno pensato, ognuno nel proprio settore, di cambiare momentaneamente la loro produzione. Tutti al lavoro per mettere a disposizione delle strutture sanitarie e della popolazione, camici, ventilatori, mascherine e gel igienizzanti.
A questo appuntamento non poteva mancare il guru della moda italiana nel mondo: Mister Giorgio Armani, che ha convertito gli stabilimenti italiani nella produzione di camici monouso destinati alla protezione dei medici e degli operatori sanitari impegnati in prima linea nel fronteggiare il Covid19. “Mi manca di guardare negli occhi le persone che incontro ogni giorno – ha dichiarato – ma provo a ricreare quotidianamente una nuova routine con un gruppo ristretto di collaboratori a me vicini in questo momento”. Un’emergenza nell’emergenza è rappresentata dalle mascherine filtranti, che sono diventate introvabili in tutta Italia a causa della veloce diffusione del virus. A questo ci ha pensato per prima un’azienda di tessuti piemontese, la Miroglio di Alba che in poco tempo, grazie all’impegno del personale, ha riconvertito tutta la produzione per realizzare delle mascherine, con un tessuto impermeabile e riutilizzabile, ad uso civile e non medicale. Il cotone in magazzino viene inviato all’atelier per la lavorazione: la stoffa viene tagliata, ripiegata, cucita con l’elastico, stirata e confezionata, tutto rigorosamente a mano. L’azienda ha reagito prontamente alla situazione di necessità “grazie al fatto che storicamente copre tutte le fasi della filiera, dal trattamento del tessuto, al confezionamento, alla logistica, fino al retail. Decisive però sono state la flessibilità, la creatività e la capacità di adattamento di tutti coloro che lavorano con Miroglio, non solo i dipendenti, ma anche i nostri partner”, ha spiegato Alberto Racca, AD del Gruppo Miroglio.
Per far fronte alla richiesta di un maggior numero di macchinari di ventilazione, strumento indispensabile per salvare la vita ai pazienti colpiti dal Covid-19 e ricoverati in gravi condizioni in terapia intensiva, Ferrari, il marchio automobilistico italiano, icona nel mondo per la Formula 1 oltre che per la produzione di automobili di lusso, e FCA (Fiat Chrysler Automobiles) stanno valutando con la Siare Engineering International di Bologna, azienda leader in Italia per la progettazione e produzione di apparecchiature elettromedicali, un eventuale aiuto inerente la produzione e la fornitura di alcuni componenti primari che compongono il ventilatore polmonare.
La distilleria del Gruppo Pernord Ricard di Canelli, in Piemonte, famosa per la produzione dell’amaro Ramazzotti, ha iniziato ad “imbottigliare” in piccoli contenitori, un gel igienizzante per le mani che verrà inizialmente messo a disposizione della Croce Rossa italiana, della Protezione Civile, dei Vigili del fuoco e della Polizia Municipale.
Molte le aziende che si sono mobilitate per arginare l’emergenza causata Covid-19 anche attraverso donazioni in denaro a favore di Istituzioni, strutture ospedaliere e associazioni di volontariato. Tra queste alcuni brand di abbigliamento di lusso conosciuti al livello internazionale: due milioni di euro per la protezione Civile e alcuni ospedali, tra i quali il San Raffaele e il Luigi Sacco di Milano, sono arrivati dal portafogli di Giorgio Armani. Valentino, altra icona del made in Italy nel settore dell’abbigliamento di lusso, ha donato attraverso la Fondazione Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti, un milione di euro per la nuova area Columbus Covid 2 del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma. Due milioni di euro dalla maison fiorentina Gucci, somma destinata a due campagne di crowdfunding, una in Italia a favore del Dipartimento della Protezione Civile in collaborazione con Intesa Sanpaolo e l’altra a livello internazionale a favore del COVID-19 Solidarity Response Fund a supporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità attraverso la campagna di matchmaking di Facebook.
Insomma, in poco tempo il made in Italy è sceso in campo per combattere una delle battaglie più difficili che mai avrebbe immaginato di dover fronteggiare, dimostrando al mondo intero che l’Italia è unita e solidale nei momenti di difficoltà. Mai come in questo caso è appropriato citare il proverbio “l’unione fa la forza”… quella interna al Paese!