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Italia e Covid-19: il virus Sars-Cov2 in circolazione già dall’estate del 2019
Trattamenti farmacologici e il test per l’autodiagnosi
In Italia i primi casi di infezione Sars-CoV2 risalgono a febbraio del 2020, ma secondo uno studio realizzato da un gruppo di ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, il virus sarebbe in circolazione già dall’estate del 2019. La ricerca pubblicata su Tumori Journal, la rivista scientifica dell’Istituto, ha esaminato la presenza di anticorpi specifici del dominio di legame del recettore SARS-CoV-2 (RBD) in campioni di sangue di 959 pazienti asintomatici arruolati in uno studio prospettico di screening del cancro del polmone tra settembre 2019 e marzo 2020. Anticorpi specifici per SARS-CoV-2 RBD sono stati rilevati in 111 individui su 959 (11,6%), a partire da settembre 2019 (14%), con un cluster di casi positivi (> 30%) nella seconda settimana di febbraio 2020 con il numero più alto (53,2%) in Lombardia. Questo studio mostra un’inaspettata circolazione molto precoce di SARS-CoV-2 tra individui asintomatici in Italia diversi mesi prima dell’identificazione del primo paziente e chiarisce l’insorgenza e la diffusione della pandemia di malattia da Covid-19. La ricerca di anticorpi SARS-CoV-2 in persone asintomatiche prima dell’epidemia in Italia potrebbe rimodellare la storia della pandemia. Una pandemia per la quale prosegue il lavoro in campo scientifico per identificare farmaci efficaci nel trattare la malattia. Al momento non sono disponibili farmaci specifici per la cura dell’infezione ma ci sono farmaci che si sono dimostrati efficaci. È il caso dell’antivirale remdesivir, il primo farmaco a ricevere l’approvazione per il trattamento di COVID-19 da FDA americana e dell’EMA. “La nostra esperienza in clinica è positiva: il farmaco aiuta a controllare l’infezione, ma va somministrato all’inizio del ricovero, prima che la malattia avanzi verso lo stato iper-infiammatorio. In ogni caso sono in corso ulteriori studi che ci aiuteranno a fare chiarezza in merito.” Spiega Fabio Ciceri direttore scientifico dell’IRCCS Ospedale San Raffaele. “Ci sono poi opzioni terapeutiche utilizzate a inizio pandemia, come la clorochina e idrossiclorochina o l’accoppiata di antivirali per HIV chiamati lopinavir e ritonavir, che si sono poi rivelate, a un esame più attento, non efficaci per trattare COVID-19 e che oggi non fanno più parte del trattamento standard dei pazienti”. “L’obiettivo, in una situazione di emergenza e in continua evoluzione come questa – ha spiegato – è basarci sul meglio delle conoscenze a disposizione in ogni momento e allo stesso tempo contribuire a rivederle ed espanderle, sempre pronti a modulare i protocolli se altri si dimostrano più efficaci.” Gli antivirali favipiravir e molnupiravir, sviluppati per il virus dell’influenza che si sono rilevati promettenti negli studi di laboratorio ma prima di dire se sono efficaci per l’uomo dobbiamo aspettare la fase finale del corso di studio.
Oltre allo studio per trovare delle terapie efficaci e risolutive contro il Covd-19, in Veneto è stato presentato ed eseguito in diretta Facebook dal presidente della regione Luca Zaia il test fai-da-te per lo screening di massa veloce in sperimentazione presso la microbiologia di Treviso del dottor Roberto Rigoli, coordinatore delle 14 microbiologie venete e vicepresidente dei microbiologi italiani. “Non c’è nessuna presunzione di avere la sfera della verità in mano ma si apre un grande scenario sui test che è quello della tracciabilità. Ora la sperimentazione proseguirà con 200 test in doppio con le biologie molecolari del Veneto riservati a due tipologie di soggetti: quelli che si presentano al pronto soccorso e i dipendenti delle aziende sanitarie”. Ha dichiarato il governatore. I risultati verranno presentati all’Istituto Superiore di Sanità al quale spetta la validazione. Con l’approvazione da parte dell’Iss, il kit per l’autodiagnosi sarà disponibile nelle farmacie.
Come funziona il test fai da te?
È simile a un test di gravidanza e rileva il risultato in 15 minuti. È composto da un bastoncino cotton fioc da inserire nelle narici senza arrivare in profondità come avviene invece per il test molecolare. Il cotton fioc dovrà poi essere immerso in un reagente contenuto in una provetta in plastica presente nel kit. Dopo qualche minuto, lo stesso liquido verrà versato su una piccola scatola- tester.
“Si tratta di un test che cambierà la vita degli operatori sanitari, ma anche dei cittadini” ha dichiarato Rigoli all’agenzia Ansa. “L’Iss ha una specifica sezione per la validazione dei test rapidi. Vengono valutati molti parametri, non solo quelli relativi alla specificità e sensibilità del test, ma anche la chiarezza nell’esecuzione, il fatto che non mostrino aspetti di nocività, e altri ancora. Finora hanno mostrato una grande affidabilità, oltre il 90% di sensibilità e specificità”. Quanto costeranno? “Meno di 3 euro” ha risposto il microbiologo. Un elemento rilevante che se il test si rivelerà affidabile, lo potrà trasformare davvero in uno strumento per uno screening di massa.