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Sindrome Long Covid: la proposta del Ministro della Salute per i pazienti colpiti dalla malattia
Negativi al Covid-19, ma apparentemente guariti. Sono i pazienti long covid con sintomi debilitanti multiorgano che non passano a distanza di mesi. Ad accendere i riflettori sulla sindrome da long Covid è una lunga lista di articoli scientifici. Tra questi una ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet, evidenzia che 3 pazienti su 4 dei ricoverati, fino a 6 mesi dopo la dimissione, soffrono di patologie varie. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito sono state emanate delle linee guida per i medici nella gestione dei pazienti post Covid dimessi dall’ospedale. E in Italia? È recente la notizia della proposta del Ministro della salute Roberto Speranza sulla presa in carico da parte del Servizio Sanitario Nazionale di tutti i pazienti maggiormente colpiti dal virus anche dopo le dimissioni dall’ospedale.
“Il Coronavirus può lasciare, nei pazienti che lo hanno avuto in forma grave, conseguenze anche dopo la guarigione. Per questo ho proposto che vengano stanziati 50 milioni di euro affinché il Servizio Sanitario Nazionale prenda in carico gratuitamente, con esami diagnostici e terapie, tutti i pazienti maggiormente colpiti dal virus anche dopo le dimissioni dalla struttura ospedaliera. Questo provvedimento consentirà, inoltre, di avviare un monitoraggio per acquisire ulteriori dati da mettere a disposizione dei nostri ricercatori”. È quanto ha dichiarato all’Ansa il ministro Speranza in merito ai contenuti del Dl Sostegni bis.
L’intenzione è di destinare al follow-up dei pazienti Covid-19 circa 50 milioni di euro fino al 2023, che dovrebbero essere ripartiti in oltre 24 milioni di euro per l’anno in corso, circa 20 milioni per il 2022 e poco meno di 6 milioni di euro per il 2023. Risorse – sottolinea il ministero rendendo noti i dettagli della proposta – che serviranno per il ‘Protocollo sperimentale nazionale di monitoraggio’, che prevede l’erogazione – esente da ticket – di prestazioni di specialistica ambulatoriale contenute dei Livelli essenziali di assistenza ritenute appropriate, anche in base alla severità della sintomatologia del paziente per il monitoraggio, la prevenzione e la diagnosi precoce di eventuali esiti o complicanze, per le persone che nel tempo potrebbero riportare effetti cronici in seguito a una malattia da Covid-19 con un quadro clinico severo. Soggetti spesso anziani, che potrebbero avere conseguenze cardiache e polmonari e nei quali è fondamentale identificare precocemente lo sviluppo di una fibrosi polmonare o di cardiopatie.
Con tale provvedimento si apre la strada nel dare un riconoscimento alla sindrome Long Covid, ma è necessario sviluppare delle linee guida che agevolino i medici ospedalieri e i medici di medicina generale nella gestione del paziente post covid e creare dei Centri di riferimento territoriale e strutture con percorsi ad hoc per i ‘reduci’ da Covid-19. Sul prossimo numero di Health Online ne abbiamo parlato con il Prof. Silvio Gherardi, Presidente del Comitato Scientifico dell’Associazione Giuseppe Dossetti a seguito del webinar “Sindrome Long Covid: non solo polmonite, gravi effetti a lungo termine per i ‘reduci’ Covid” organizzato dalla stessa Onlus.