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Giovani e ansia: fenomeno emergente nella società moderna
Giornata Internazionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza del 20 novembre
L’ansia tra i giovani è diventata un tema sempre più rilevante nella società moderna. Questo fenomeno non può essere sottovalutato, poiché l’ansia può influenzare profondamente la salute mentale e il benessere generale dei giovani. Mentre sempre più giovani si trovano ad affrontare livelli significativi di ansia, il timore di chiedere aiuto è un ostacolo importante nel percorso verso il benessere mentale.
Le principali cause che generano ansia sono:
Pressioni Accademiche: il sistema educativo moderno spesso pone un’enorme pressione sugli studenti, che devono affrontare esami competitivi e decisioni cruciali per il loro futuro;
Influenza dei Social Media: la costante esposizione ai social media può causare ansia tra i giovani, poiché si confrontano con ideali irrealistici di bellezza, successo e felicità;
Isolamento Sociale: la crescente dipendenza dalla tecnologia può portare a un isolamento sociale, contribuendo all’ansia nei giovani che si sentono disconnessi dalla società.
Le cause possono avere un grande impatto sull’individuo. L’ansia può contribuire allo sviluppo di disturbi mentali come depressione, disturbo d’ansia generalizzato (TAG) e attacchi di panico. Impatti fisici, in quanto l’ansia cronica può manifestarsi attraverso sintomi fisici come mal di testa, disturbi gastrointestinali e affaticamento. Inoltre, l’eccessiva preoccupazione e ansia possono influenzare negativamente le relazioni con familiari, amici e colleghi.
Tra le possibili strategie per affrontare questo fenomeno in crescita, c’è innanzitutto la consapevolezza dell’ansia che rappresenta il primo passo per affrontarla. Educare i giovani sui segnali dell’ansia e sui metodi per gestirla può essere fondamentale. Promuovere la consapevolezza e l’educazione sulla salute mentale è molto importante per ridurre la vergogna associata all’ansia e chiedere aiuto per affrontare il problema.
Il tema della vergogna nel chiedere aiuto è emerso grazie un’indagine di Telefono Azzurro realizzata con il supporto di Bva Doxa su 800 ragazzi tra i 12 e i 18 anni, presentata alla conferenza “Il futuro dell’infanzia tra nuovi scenari e risposte concrete” al CNEL in previsione della Giornata Internazionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza del 20 novembre.
I dati dell’indagine hanno evidenziato che più di 1 ragazzo su 5 prova ansia ma chiedere aiuto a un esperto di salute mentale è percepito come motivo di vergogna da 1 giovane su 3.
Nello specifico: nelle ultime settimane solo il 41% dei ragazzi si è sentito felice. Il 21% ha dichiarato di sentirsi in ansia o preoccupato (20%), il 6% triste.
Tra le principali sofferenze che gli adolescenti riscontrano nei loro coetanei al primo posto vi è la dipendenza da internet e dai social network (52%), seguita dalla mancanza di autostima (41%) e dalle difficoltà relazionali con gli adulti (40%). Per il 41% sarebbe utile insegnare ai genitori come essere vicini ai figli che stanno male, mentre il 39% auspica che a scuola si parli di più di salute mentale. Soltanto il 39% parla nella vita di tutti i giorni di benessere mentale. La rete affettiva rimane il riferimento in caso di malessere psicologico. Il 74% dei ragazzi ritiene la famiglia un punto fermo, seguita da amici (38%), dallo psicologo (26%) e dalla scuola (11%).
Chiedere aiuto a un esperto di salute mentale rappresenta però ancora una vergogna per uno su 3, che teme di essere giudicato dalla società. La linea di Ascolto 19696 nel 2022 ha raccolto 1459 segnalazioni relative a problemi di salute mentale (4 casi al giorno) e quelle gestite dal numero Emergenza Infanzia 114 nel 2022 sono state 347.
Dall’indagine emerge come la solitudine di fronte alla crescita porti sempre più ragazzi a rifugiarsi nella rete. In media i ragazzi passano almeno 3 ore al giorno sui social chattando. Il 92% concorda che potrebbero causare dipendenza, ma il 31% li usa per combattere solitudine e noia.
“Nell’ultimo anno abbiamo visto aumentare le richieste di aiuto legate alla salute mentale – spiega Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro – la velocità trasformativa del digitale ha modificato lo sviluppo cognitivo ed emotivo dei ragazzi che si trovano a gestire, spesso soli, forme di difficoltà e di disagio”.
Affrontare l’ansia tra i giovani richiede una duplice battaglia: quella contro l’ansia stessa e quella contro la vergogna associata a chiedere aiuto. È essenziale che la società, le istituzioni educative e le famiglie si uniscano per creare un ambiente in cui chiedere supporto per la salute mentale non solo sia accettato ma anche incoraggiato. Solo attraverso la solidarietà e la comprensione possiamo sperare di rompere il ciclo della vergogna e fornire alle nuove generazioni le risorse necessarie per affrontare l’ansia in modo aperto e positivo.