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Eleonora Giorgi e il tumore al pancreas: l’importanza della prevenzione

Lunedì 3 marzo 2025 si è spenta all’età di 71 anni Eleonora Giorgi, attrice iconica del cinema italiano, dopo una battaglia contro il tumore al pancreas. La sua scomparsa ha riportato l’attenzione su una delle neoplasie più aggressive e difficili da trattare.
Il tumore al pancreas: numeri e criticità
Secondo Massimo Di Maio, presidente eletto dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), nel 2024 sono stati diagnosticati oltre 13.500 nuovi casi di tumore al pancreas. “Ancora oggi il numero dei decessi, purtroppo, si avvicina a quello delle nuove diagnosi, 13.585 nel 2024 – ha affermato – Per questo motivo la prevenzione è tutto”.
La malattia colpisce uomini e donne in egual misura, prevalentemente dopo i 60 anni, ma può manifestarsi anche in soggetti più giovani.
A differenza di altri tumori, il cancro al pancreas è spesso diagnosticato in fase avanzata, quando le opzioni terapeutiche sono limitate e l’efficacia delle cure risulta ridotta.
“Questo tumore è più difficile da trattare e risponde meno efficacemente alla chemioterapia rispetto ad altre patologie oncologiche,” ha spiegato Di Maio. Per i pazienti in fase avanzata, come nel caso di Eleonora Giorgi, la terapia del dolore diventa un aspetto centrale per migliorare la qualità della vita.
Fattori di rischio e prevenzione
Il principale fattore di rischio associato al tumore del pancreas è il fumo di sigaretta, seguito dall’obesità, dalla sedentarietà, dal consumo eccessivo di alcol e grassi saturi e da una dieta povera di frutta e verdura. Sebbene una piccola percentuale dei casi (meno del 10%) sia legata a fattori genetici, la maggior parte potrebbe essere prevenuta attraverso un corretto stile di vita.
Come sottolineato dal Ministero della Salute, smettere di fumare, mantenere un peso corporeo adeguato, praticare attività fisica regolare e seguire una dieta equilibrata possono ridurre significativamente il rischio di sviluppare il tumore pancreatico.
La diagnosi precoce e gli studi in corso
Uno dei problemi principali legati al tumore al pancreas è l’assenza di sintomi specifici nelle fasi iniziali, il che rende difficile una diagnosi precoce. Tuttavia, la ricerca scientifica sta lavorando per sviluppare nuovi biomarcatori che possano aiutare nell’individuazione della malattia in stadi precoci.
Un recente studio pubblicato sulla rivista della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) ha analizzato il ruolo dei medici di medicina generale nella diagnosi precoce del tumore al pancreas. La ricerca sottolinea l’importanza di riconoscere tempestivamente i sintomi, spesso vaghi e non specifici, per migliorare le tempistiche diagnostiche.
Secondo recenti studi, alcune analisi del sangue avanzate e l’uso dell’intelligenza artificiale nell’interpretazione dei dati clinici potrebbero rappresentare strumenti promettenti per il futuro.
Le difficoltà terapeutiche
Attualmente, le terapie disponibili per il tumore al pancreas, tra cui chirurgia, chemioterapia e radioterapia, non garantiscono ancora risultati soddisfacenti. A differenza di altre neoplasie che negli ultimi anni hanno visto progressi significativi, il tumore al pancreas resta una delle forme più resistenti ai trattamenti, con una prognosi a cinque anni ancora molto bassa.
L’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano ha recentemente avviato studi clinici su due nuove terapie con farmaci sperimentali che offrono nuove e promettenti prospettive di cura. “Entrambi gli studi rappresentano prima di tutto importanti opportunità per i pazienti con tumore del pancreas per ampliare le opzioni terapeutiche”, commenta Nicola Fazio, Direttore della divisione di oncologia medica gastrointestinale e tumori neuroendocrini.
La storia di Eleonora Giorgi, che ha affrontato la malattia con grande coraggio, ci ricorda quanto sia cruciale sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce.
L’impegno della comunità scientifica e delle istituzioni sanitarie deve continuare per individuare strategie più efficaci nella lotta contro questa patologia.
Fonti:
