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Annoiati, angosciati e turbati. Un ritratto degli adolescenti di oggi

28 Maggio 2020

Siamo in piena Fase 2. Il nostro Paese sta provando a lasciarsi alle spalle l’emergenza Coronavirus. Ma se per molti adulti l’inizio della fase 2 ha coinciso con una ripresa, seppur parziale, dei contatti vis-à-vis, per motivi di lavoro, per esempio, per gli adolescenti le cose potrebbero non cambiare di molto, almeno per il momento, visto che le scuole resteranno chiuse fino a settembre. Ne parliamo in questa intervista con il Dr. Giuseppe Iannone, psicologo e psicoterapeuta.

Dr. Iannone, con l’introduzione delle misure restrittive anche gli adolescenti hanno dovuto cambiare le loro abitudini di vita.

Esatto. Dallo scoppio della pandemia per gli adolescenti tante piccole e grandi abitudini sono venute a mancare. Se per alcuni adulti l’inizio della fase due è coincisa con una ripresa al lavoro per gli adolescenti il lock-down non è ancora terminato. È ormai certo che non si tornerà a scuola, almeno fino a settembre, e che gli assembramenti e le feste continueranno ad essere vietati.

Che percezione hanno gli adolescenti delle regole di distanziamento sociale?

Credo la maggior parte degli adolescenti abbia bene in mente lo scenario attuale. Tantissimi hanno accettato le regole di distanziamento sociale, dimostrando un gran senso civico. Forse anche aiutati dal fatto di essere maggiormente avvezzi all’uso della tecnologia digitale per restare comunque in contatto con gli amici. In fondo sono nativi digitali e verosimilmente per loro l’impatto del distanziamento sociale è stato meno traumatico rispetto ad altre popolazioni, in primis quella anziana che, invece è meno propensa e abile ad usare la rete per restare connessa con il mondo. Interessanti anche i dati sulla percezione che gli adolescenti hanno delle decisioni prese per arginare i contagi. Quasi il 90% di loro, infatti, si ritiene a favore delle misure restrittive imposte.

Niente più lezioni in aula, si passa alle lezioni online. Per quanto tempo al giorno gli adolescenti restano connessi alla rete?

Si stima che 8 ragazzi su 10 siano connessi almeno 5 ore al giorno, tra lezioni online e chiacchierate con gli amici (fonte Skuola.net). A mio parere si tratta di una sottostima. Non dimentichiamo che tanti ragazzi, costretti in casa dalle restrizioni imposte dai decreti, trascorrono tempo online anche giocando, guardando video, messaggiando, ecc.

Complici anche genitori mai come ora così permissivi su quanto tempo trascorrere online. “In fondo, fin quando i miei figli restano connessi posso anche io lavorare tranquillamente lavorare da casa. Fino a prima dell’emergenza Covid-19 ovviamente la regola era massimo 3 ore al giorno ma adesso siamo in una fase in cui è davvero difficile, se non impossibile, farla rispettare”, mi racconta una paziente che seguo online.

In tempi come questi, è facile che la noia sia uno degli stati emotivi più diffusi, anche tra gli adolescenti.

Esattamente. Una ricerca svolta dall’Università di Firenze, coordinata dal Ministero dell´Istruzione, e che ha coinvolto più di 5 mila ragazzi tra i 14 e i 20 anni ha rilevato che per un ragazzo su tre è difficile cercare di dare struttura alle lunghe giornate trascorse in casa.

Per molti adolescenti, una delle conseguenze deleterie del trovarsi confinati a casa è infatti la noia. Martin Heidegger annovera la noia tra gli stati fondamentali dell’essere umano. Il termine tedesco per definire la noia è Langweile (che potremmo tradurre come “tempo lungo”). Nella noia nulla più ci interpella, ogni progetto viene troncato addirittura sul nascere, il tempo rallenta, sembra non passare mai, diventa pesante, un nemico addirittura “da ammazzare” – ha commentato il Dr. Iannone.

L’esperienza della noia si declina in due modalità: la prima è il senso di vuoto che ci pervade quando, appunto, ci sentiamo annoiati. La seconda è il senso di un tempo sospeso, che fa venir meno tutti i nostri progetti, i sogni, le ambizioni. Tutto si ferma. È anche in conseguenza di ciò che spesso tanti ragazzi raccontano di non avere più voglia di fare niente, di sentirsi apatici, abulici, di non riuscire più a concentrarsi o di svegliarsi al mattino per seguire le lezioni online.

 

Quali altre emozioni vivono gli adolescenti in questo periodo storico decisamente particolare?

L’angoscia e il turbamento sono due emozioni che possono emergere in situazioni eccezionali come quella che stiamo vivendo. Entrambe – prosegue il Dr Iannone – possono scaturire da una visione del futuro che appare loro chiuso e minacciante. La vitalità e l’esuberanza che contraddistingue gli adolescenti e la loro voglia di prendere il mondo a morsi, sono state tutte inibite dalle restrizioni. Sono questi i vissuti che molti dei giovani che vedo in terapia condividono con me.

 

Come possono i ragazzi imparare a gestire gli effetti negativi che l’isolamento e la solitudine producono?

Ai ragazzi ricorderei innanzitutto che occorre guardare al di là del presente. Siamo sempre proiettati verso il futuro. Anche quando questo non è molto prevedibile o quando è addirittura spaventante, come sta accadendo in questa stagione. Credo abbia poco senso ripetersi di stare semplicemente nel “qui e ora”, quasi fossimo degli asceti che possono permettersi il lusso di non dover fare i conti a fine mese con scadenze e incombenze. Piuttosto, occorre riorganizzare priorità, progetti, chiuderne di vecchi e aprirne di nuovi. Insomma, vietato restare con le mani in mano in un presente che sa di sala di attesa di una stazione mentre aspettiamo un treno che non arriva mai.

Avere così tanto tempo non è una condanna ma un lusso. E non credo capiterà a breve di poter avere finalmente modo di poterci dedicare a quel corso che non abbiamo mai frequentato, a leggere quel libro che non abbiamo mai letto, ad aprire finalmente un nostro blog, a cercare nuove opportunità di crescita e formazione – ha concluso il Dr. Iannone.

 

 

 

Tags: adolescenti, psicologia, quarantena, salute
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Alessia Elem
Alessia Elem

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