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Arrivano in tv le Kemioamiche. La lotta anti-tumore dai costi molto elevati
La lotta delle donne contro il tumore al seno arriva in televisione sotto forma di docu-reality e insieme di musical. Si tratta di “Kemioamiche”, un programma distribuito in sei puntate e prodotto da Kimera Produzioni per Tv2000 e Real Time che sarà reso noto alla stampa nazionale martedì 31 gennaio a Roma, presso la sala multimediale del Policlinico Universitario A. Gemelli alla presenza del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Alla conferenza di presentazione prenderanno parte Paolo Ruffini, direttore di Tv2000, Laura Carafoli, Svp Programming and Content Discovery Italia, Giovanni Scambia, direttore Polo Scienza della Salute della Donna e del Bambino, Riccardo Masetti, direttore della chirurgia senologica (UOC) della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli, e Chiara Salvo, autrice della serie e CEO di Kimera Produzioni. Saranno inoltre presenti le donne protagoniste della serie: Alessandra, Carmen, Elisabetta, Giulia, Laura, Manuela, Stefania e Vanda.
Si tratta di donne comuni eppure così diverse tra loro per gusti, abitudini e stili di vita che il più delle volte restano fortemente attaccati alla professione che esse svolgono da anni. Il solo aspetto che le accomuna è una tenace lotta contro il cancro al seno, affrontato con quella tipica fortezza cristiana che hanno tutte le figlie, mamme e mogli che amano la vita. Le otto “amiche per il cancro” si raccontano sottoponendosi senza filtri all’obiettivo della telecamera: condividono con lo spettatore, e tra loro stesse, lo smarrimento che segue la diagnosi della malattia, la paura che accompagna l’inizio di un percorso non facile, il terrore di non farcela, la speranza della guarigione. Le loro storie si intrecciano durante la chemioterapia, passaggio efficace e fondamentale per la cura del tumore al seno ma che le espone a ulteriori prove: la debolezza fisica, i malesseri, la sospensione temporanea della normale vita quotidiana.
“Kemioamiche” è il nome della chat creata da Laura per condividere tutto questo nella convinzione che i momenti più duri e difficoltosi possono e devono essere affrontati insieme perché – come recita il detto – l’unione fa la forza. Tra le prove più difficili c’è la caduta repentina dei capelli provocata dalla terapia, che va a sommarsi all’asportazione dei seni e alla magrezza del corpo. “E’ come mettersi a nudo”, spiegano le protagoniste, “perdere ogni difesa”, e nel programma provano a spiegarlo anche attraverso la musica. Dinanzi alle telecamere che le seguono fin all’interno del Policlinico Gemelli per il trattamento di chemio, le donne di “Kemioamiche” si cimentano in veri e propri intermezzi di musica e ballo in cui, con energia e ironia, non senza esibire la propria fragilità, cantano la voglia di farcela.
La prima puntata verrà trasmessa in contemporanea su Tv2000 e Real Time, alle 22.10 di sabato 4 febbraio in occasione della Giornata mondiale contro il cancro. Le successive andranno in onda su Tv2000 (canale 28, 140 Sky, 18 Tivùsat) in prime time a partire dal 7 febbraio.
Il docu-reality viene presentato nelle stesse ore in cui tra i banchi della pubblica opinione europea si discute del costo con cui è stato lanciato sul mercato il farmaco per curare il tumore al seno. Per questa ragione, avendo dei prezzi troppo esosi le donne del Regno Unito malate di tumore al seno metastatico non lo potranno utilizzare. Si tratta di un farmaco generalmente consigliato dall’oncologo di fiducia per gli stadi più avanzati della malattia e in grado di prolungare in media di 9 mesi la sopravvivenza. Il Nice, una sorta di Agenzia del farmaco inglese, ha decretato che 90mila sterline, ovvero quasi 105mila euro, all’anno per paziente sono una spesa troppo elevata in rapporto al beneficio che se ne può trarre. Dall’altro, invece, ci sono le schiere di pazienti e delle associazioni oncologiche, che protestano e sottoscrivono petizioni contro l’autorità regolatoria nella speranza di ottenere un’inversione di marcia.
Un’indagine realizzata e diffusa nel 2008 evidenziava la dimensione troppo costosa della cura anti-tumore: per curarsi, infatti, sarebbero necessari nove stipendi da distribuire tra visite specialistiche ed esami necessari soprattutto a bypassare le lunghissime ed eterne liste d’attesa. Secondo lo studio ogni donna ammalata spende fino a 3.299 euro, altri 8.663 li perdono per la riduzione del reddito causata dalla malattia. Inoltre, sono previsti i costi per le trasferte e per gli aiuti domestici. Una cifra piuttosto consistente e amara considerando che non tutte le donne hanno una propria autonomia economica.