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Aumento contagi: altre regioni passano in zona gialla. Ipotesi tampone ai vaccinati per accedere ai grandi eventi
Doveva essere un Natale con meno restrizioni e invece, a causa dell’aumento dei contagi dovuti anche alla variante Omicron, altre regioni italiane passano dalla zona bianca a quella gialla.
Continua a salire la curva dei contagi da Covid-19. Gli aggiornamenti in tempo reale sul sito del Ministero della Salute. Confrontando la situazione attuale con quella dello scorso anno “i casi notificati, cioè le persone che contraggono infezione da Sars-CoV-2, hanno raggiunto lo stesso livello del 2020. Mentre le ospedalizzazioni, i ricoveri in terapia intensiva e i decessi, sebbene in crescita, sono inferiori rispetto a quelli dell’anno scorso”. A spiegarlo è Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), commentando gli ultimi dati emersi dal monitoraggio Covid della cabina di regia. Brusaferro ha aggiunto che “nella mappa del nostro Paese tutte le regioni hanno le curve in crescita, ma nella provincia di Bolzano si nota un inizio di decrescita e la regione Friuli-Venezia Giulia ha una crescita stabile. Si coglie poi come le regioni del Nord-Est siano quelle che hanno la circolazione del virus più elevata e questa circolazione più elevata si sta diffondendo anche lungo la costiera adriatica. Anche alcune zone come Valle D’Aosta e Liguria, al confine con la Francia, cominciano a mostrare colori più scuri a testimonianza dell’aumentata circolazione”.
Per limitare la diffusione del virus Sar-CoV-2 da oggi altre tre regioni, Marche, Liguria e Veneto e la provincia autonoma di Trento sono passate in zona gialla e vanno dunque ad aggiungersi a Friuli-Venezia Giulia, Calabria e la provincia di Bolzano. Nella settimana di Natale sono 7 le regioni italiane che si trovano in zona gialla con le regole previste per questa fascia, tra le quali l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto.
Non solo. Spunta l’ipotesi che anche i vaccinati dovranno sottoporsi al tampone per accedere ai locali al chiuso o ai grandi eventi. Al momento è il Super Green pass, la certificazione riservata a vaccinati e guariti a garantire l’accesso ad una serie di attività e di servizi. Il Super green pass, infatti, è necessario per entrare nei ristoranti al chiuso e sedersi al tavolo. Ma le cose potrebbero cambiare dal 23 dicembre con la riunione della cabina di regia e il premier Mario Draghi a Palazzo Chigi. La decisione verrà valutata sulla base degli ultimi aggiornamenti tenendo conto della diffusione della variante Omicron. “La presenza della Omicron era largamente attesa, in linea con quanto osservato anche negli altri paesi, ed è probabile un aumento dei casi nei prossimi giorni – ha affermato Silvio Brusaferro – La crescita del numero dei casi depositati testimonia l’efficienza della rete di monitoraggio, e dei sistemi messi in campo per seguire l’evoluzione della variante. Restano fondamentali le raccomandazioni date finora, di iniziare o completare il ciclo vaccinale anche con la terza dose, di usare la mascherina quando indicato e di seguire le misure individuali e collettive per ridurre al minimo la diffusione del virus”.
Sull’ipotesi del tampone ai vaccinati si è espressa con un post su Facebook l’immunologa dell’università di Padova Antonella Viola. “Ci sono misure che servono e altre che sono solo una risposta scomposta dettata dal panico. Tra queste ultime la richiesta di un tampone a chi è vaccinato e rientra dai Paesi europei, che mette in discussione l’Europa (come sottolineato da Macron) e la vaccinazione. O inserire di nuovo tamponi per i vaccinati per il cinema o il teatro (settori che hanno sofferto duramente e che non mi pare siano stati luoghi di contagio)”. L’immunologa aggiunge che “Ricordiamo che: il virus probabilmente resterà con noi per anni; che i vaccini stanno proteggendo dalla malattia severa (altrimenti oggi viaggeremmo sui 1000 morti al giorno) e che quindi contare i positivi è utile solo a fini epidemiologici e non dovrebbe essere una forma di comunicazione della paura. L’unica cosa seria da fare è inserire l’obbligo vaccinale. Il resto è solo confusione e stress inutile per i cittadini”.
Sulla convivenza con il virus Sars-CoV-2 ne ha parlato il direttore scientifico Mikael Dolsten in una videoconferenza sostenendo che la fine della pandemia da Covid-19 non sarà prima del 2024. Dolsten ha inoltre spiegato che i dati in loro possesso dimostrano come il vaccino contro il Covid-19 sviluppato insieme a BioNTech funziona meglio con tre dosi.
Intanto dall’Ema arrivano le indicazioni sull’uso del farmaco anti-covid della Pfizer. che dovrà essere somministrato il prima possibile dopo la diagnosi ed entro 5 giorni dall’inizio dei sintomi. La terapia dura 5 giorni e non è raccomandata in gravidanza; mentre chi allatta dovrà interrompere le poppate al bebè durante il trattamento.
La pillola anti-covid non deve essere usata con alcuni altri medicinali – precisa l’Ema – sia perché a causa della sua azione può portare ad aumenti dannosi dei loro livelli ematici, sia perché al contrario alcuni farmaci possono ridurre l’attività di Paxlovid stesso. Non deve essere utilizzata anche in pazienti con funzionalità renale o epatica gravemente ridotta.