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Berengario da Carpi, arriva la mostra sul ‘chirurgo dei Papi’ che introdusse le illustrazioni in medicina
Attualizzare l’avventura scientifica e umana di Berengario da Carpi, chirurgo del Rinascimento, medico di tre papi e di principi come Lorenzo de’ Medici, conteso dalle più importanti corti dell’epoca, per renderla nota agli uomini e alle donne del terzo millennio. È questo l’obiettivo della mostra in programma dal 14 settembre al 16 dicembre ai Musei di Palazzo dei Pio, a Carpi e allestita con dipinti, incisioni, disegni, libri antichi e manoscritti. L’esposizione, che si articola in tre sezioni, riporta all’oggi la figura di un protagonista assoluto della storia della medicina e dell’anatomia del Cinquecento.
Nel suo campo di specializzazione Berengario, pseudonimo di Jacopo Barigazzi (nato a Carpi nel 1460 circa e morto a Ferrara nel 1530), modernizzò e sviluppò una disciplina, come quella medico-chirurgica, verso nuovi orizzonti di ricerca. La sua grande intuizione sta nell’aver compreso il valore della forma visiva, dell’illustrazione, nei libri di anatomia: non più solo la rilettura degli antichi, ma una conoscenza diretta che passa attraverso la pratica delle dissezioni.
La mostra racconta in modo inedito un mondo in cui la scienza, l’arte, la politica, le vicende personali e universali si fondevano negli uomini che lo vivevano. Nel suo campo di specializzazione, Jacopo Barigazzi, figlio di un chirurgo, seppe modernizzare la disciplina medico-chirurgica, conducendola verso nuovi orizzonti di ricerca. A lui si deve il perfezionamento delle tecniche operatorie, evoluzione che nel 1521 condivise nella pubblicazione intitolata i Commentaria cum amplissimis additionibus super Anatomia Mundini, opera importante per la storia dell’anatomia e della medicina arricchita da illustrazioni xilografiche del cuore, della colonna vertebrale, dell’apparato riproduttivo femminile, dello scheletro, e ancora dei muscoli, delle vene e del cervello.
Il merito storico di Berengario sta nell’avere compreso per primo il valore delle illustrazioni nei volumi di anatomia. Un arricchimento editoriale che ha rappresentato un’evoluzione nel settore medico perché ha introdotto una nuova metodologia di studio della medicina e dell’anatomia. In qualche modo si può affermare che anche in questo caso arte e scienza si unirono.
Inoltre, più tardi Barigazzi pubblicò le Isagoge, due edizioni di una silloge dei Commentaria che ottennero da subito un grande successo tanto che ci fu una prima ristampa a cui seguirono altre tirature. Diventato ormai noto, Berengario divenne anche un ospite ambito negli ambienti cortigiani del tempo tanto che tra i Palazzi che lo chiamarono non mancò neppure il Vaticano. Si fonda su questo la sua fama di “chirurgo dei papi”. Arrivò nello Stato Pontificio su invito del Pontefice Clemente VII, che aveva riportato profondi ferite in battaglia a una gamba.
Il percorso espositivo, articolato in tre sezioni, prende avvio con l’analisi del contesto culturale e accademico che tra la fine del Quattrocento e la metà del Cinquecento caratterizza il polo bolognese e quello veneto, in particolare di Padova. La riscoperta dei testi classici antichi contraddistingue questo periodo e i dottori che si alternarono nelle cattedre riproposero e commentarono, a volte traducendo direttamente, testi fondamentali per lo studio dell’arte della medicina, fino ad allora sconosciuti ai più. In questo ambito si colloca la figura di Berengario che cominciò a proporre correzioni di alcuni errori anatomici riscontrati nelle descrizioni fornite da Galeno grazie alle autopsie e dissezioni da lui effettuate su corpi umani. Vengono presentati, in questa prima sezione, volumi a stampa come il Fasciculus medicinae del medico tedesco Johannes de Khetam, il De humanis corporis fabrica dell’anatomista fiammingo Andrea Vesalio, il Canon medicinae Avicennae, oltre a disegni, xilografie e strumenti chirurgici dell’epoca.