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Cinema-terapia. Un buon film per allontanare stress e paura dai pazienti ricoverati
Quando negli anni ’60 la tv fece il suo primo ingresso nelle stanze degli ospedali italiani nessuno avrebbe mai potuto immaginare che un giorno, prima o poi, anche il grande schermo sarebbe entrato dalla porta principale delle cliniche e dei più grandi ospedali della Penisola. È questa una nuova forma di terapia che si serve del cinema per rendere più normale possibile la vita dei pazienti ricoverati che a partire da oggi hanno anche la possibilità di trascorrere parte del loro tempo al cinema con i propri cari.
Il primo che ha parlato dell’uso terapeutico dei film è stato il professore di psicologia Moreno nel 1944, che si soffermò sulla estensione per il pubblico dello psicodramma: il film terapeutico. I film terapeutici, nelle sue intenzioni, sarebbero stati pertanto delle opere cinematografiche in grado di scaturire qualunque tipo di emozioni e di aiutare il pubblico a comprendere meglio se stesso. In realtà, con il trascorrere degli anni e l’evolversi delle tecniche terapeutiche la cinema-terapia è andata via via sostituendo la biblio-terapia, vale a dire quella pratica che affida alla lettura la concentrazione del paziente, o del cliente (se si è in cura da uno psicologo), cercando di stimolarlo.
Proprio su queste basi, il Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma e MediCinema Italia Onlus hanno dato avvio nel 2016 a un grande progetto: la realizzazione della prima vera sala cinematografica in uno dei più conosciuti ospedali italiani. Si tratta – come si legge sulla pagina ufficiale del Policlinico romano – del primo protocollo a livello nazionale che si propone di portare continuativamente la cultura e lo spettacolo in ambito ospedaliero a scopo terapeutico con programmi mirati per ogni tipologia di pazienti coinvolti. Nel settembre scorso, inoltre, sempre al Gemelli è partita la “terapia del sollievo” che, servendosi dell’unione tra cinema e medicina, ha miscelato l’importanza della cura all’immancabile divertimento grazie all’intervento di Disney. La casa di produzione cinematografica ha dunque inaugurato l’iniziativa accendendo i riflettori del grande schermo installato tra l’8° e il 9° piano del Gemelli su “Alla ricerca di Dory”.
La terapia del sollievo MediCinema, hanno precisato i promotori del progetto, “rappresenta il punto di partenza dello studio scientifico coordinato da Celestino Pio Lombardi, del Policlinico Universitario Agostino Gemelli, che porterà a misurare gli effetti della “cinematerapia” sui degenti, grandi e piccoli”. Tutto questo avverrà in collaborazione con altri centri ospedalieri che assieme a MediCinema stanno partecipando a questa esperienza. Enorme soddisfazione è stata manifestata anche da Fulvia Salvi, presidente di MediCinema Italia, e dell’amministratore delegato di The Walt Disney Company Italia Daniel Frigo. “Siamo certi – spiega il dottor Frigo – che la magia dell’intrattenimento Disney Pixar porterà gioia e serenità ai pazienti e alle loro famiglie; questo ci rende veramente orgogliosi di offrire il nostro contributo a un progetto davvero unico e all’avanguardia come quello di MediCinema e Gemelli”. “Questa parte dello studio che si rivolge ai pazienti pediatrici – ha aggiunto per parte sua Lombardi – vedrà impegnati anche i nostri neuropsichiatri infantili e gli psicologi dell’età evolutiva per iniziare a misurare su basi scientifiche il beneficio che l’esperienza del cinema apporta non solo ai piccoli degenti, affetti da importanti malattie croniche o acute, ma anche all’intero nucleo familiare che accompagna i bambini malati nel percorso di cure ospedaliere”.
MediCinema utilizza il grande cinema come terapia di sollievo nelle strutture ospedaliere, allestendo sale per la proiezione di film appositamente dedicate ai pazienti e ai loro familiari. La sala MediCinema al Gemelli inaugurata nella primavera scorsa oggi accoglie pazienti non autosufficienti, a letto o in sedia a rotelle, fino a un massimo di 130 persone tra pazienti, familiari, amici, volontari e personale di assistenza. Ispirata a MediCinema UK, esistente in Gran Bretagna dal 1996, MediCinema Italia è una Onlus che pur essendo nata nel 2013 ha già realizzato due progetti avviati a ottobre 2013 presso l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (MI) e a giugno 2015 all’interno del centro polifunzionale Spazio Vita, presso l’Ospedale Niguarda di Milano. “Come può capitare a tutti anche il paziente-spettatore si identifica con i protagonisti delle storie narrate dal film cambiando il modo di vedere le cose”, ha invece affermato il professore Bruno Bernardini, responsabile di Riabilitazione Neurologica dell’ospedale Humanitas di Milano spiegando i benefici per la riabilitazione della visione cinematografica riconosciuti dalle neuroscienze e indicati come i capisaldi del “momento pausa” per i pazienti sottoposti a questa cine-terapia. Era il 30 ottobre del 2013 quando fu reso pubblico il primo progetto pilota di MediCinema in Humanitas. “Sebbene l’esperienza del cinema in corsia non fosse una novità, l’inserimento della visione di film nella routine terapeutica per pazienti neurologici era invece un esperimento ancora non del tutto provato. I risultati sono stati positivi tanto per i pazienti quanto per i loro cari”, aggiunge Bernardini.