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Com’è cambiata l’assistenza dopo il covid-19? Il modello di Noah raccontato dal fondatore Vittorio Lippolis
Una ulteriore umanizzazione delle cure con una conseguente riorganizzazione dell’intricato, nonché complesso, comparto socio-assistenziale. È questo il lascito dell’emergenza sanitaria COVID-19 che, anche in Italia, sin dalle prime settimane ha messo in ginocchio le Rsa isolando le persone anziane, il più delle volte già affaticate da patologie più o meno croniche. Ad oltre tre anni dall’insorgere della pandemia, entro le mura di queste strutture ci si confronta sul nuovo modello da seguire: una strada che deve necessariamente avvantaggiare ospiti e operatori professionisti senza sacrificare neppure un aspetto legato all’assistenza. Innanzitutto, la persona. Le Residenze Strutturali Assistenziali (Rsa) sono strutture protette che accolgono e prestano cure ad anziani over 65 fornendo loro un’assistenza di tipo socio-assistenziale e quindi tipicamente post-acuto. Sono presidi territoriali che rispondono a un bisogno effettivo della persona diventata fragile, attraverso un’assistenza sia medico-sanitaria con un focus sulla riabilitazione, che di mantenimento emotivo-psicologico, il tutto in un contesto abitativo protetto. Un modello su cui potersi soffermare è offerto da “Noah Residenze”, casa per anziani nata a Noci, in provincia di Bari, fondata da Vittorio Lippolis, general manager, proprio a seguito della pandemia. Qui troviamo la cura empatica degli ambienti e la promozione di una cultura che vede nelle Rsa una degna prosecuzione dell’abitazione privata.
Vittorio Lippolis, la pandemia ha letteralmente cambiato l’approccio alla cura e all’assistenza, a maggior ragione se si fa riferimento alle persone più anziane ospitate in struttura. Qual è il nuovo “modello” assistenziale seguito?
Indubbiamente, la pandemia è stata un periodo drammatico, estremamente complicato, per tutti noi. In quei momenti di sfida, abbiamo trovato la forza e la determinazione per affrontare insieme l’inevitabile. Ci siamo rimboccati le maniche adottando misure rigorose per proteggere la salute e il benessere dei nostri ospiti. In quei momenti in cui il distanziamento era necessario, abbiamo compreso ancor più profondamente quanto sia preziosa l’empatia e il calore umano. Abbiamo riscoperto l’importanza di gesti semplici ma potenti, come un abbraccio affettuoso, un sorriso sincero o una carezza delicata. Voglio sottolineare quanto il cuore del nostro lavoro risieda nell’amore e nella passione con cui lo svolgiamo. Ogni giorno, ci impegniamo a offrire un ambiente amorevole e accogliente, dove i nostri ospiti si sentano protetti, valorizzati e amati. Per noi, non è solo un lavoro, ma una missione che abbracciamo con tutto il cuore. Sappiamo che solo attraverso un impegno autentico e una cura amorevole possiamo veramente fare la differenza nella vita delle persone che assistiamo.
Sempre di più si parla di medicina di prossimità e di relazione umana medico-paziente. In che modo questo legame (tra l’utente e professionista) assicura effetti positivi alle persone in cura?
Le relazioni umane sono vitali in ogni contesto, in quanto consentono di esprimere al meglio le qualità umane e professionali di ogni individuo. Quando valutiamo un candidato che intende unirsi al nostro percorso lavorativo, il primo aspetto a cui prestiamo attenzione è la sua umanità. Non sarà facile trovare spazio nella nostra grande famiglia per un professionista eccellente che non sia altrettanto umanamente eccezionale. Quotidianamente affrontiamo le sofferenze e le patologie, spesso aggressive, e ci confrontiamo con lo sconforto e il vuoto che molti ospiti sentono a causa della mancanza di attenzione dei propri cari. Il nostro obiettivo primario è inserirci con rispetto in quel vuoto, senza mai invadere o intaccare la sfera personale, quella più intima e delicata. Non intendiamo sostituirci ai legami familiari, ma la cura che offriamo a ogni ospite è innanzitutto il calore che ogni famiglia ha donato a ognuno di noi fin dalla nascita.
“Noah” nasce in un momento storico inedito per certi versi ma complicato. Da un lato possiamo contare su un sistema sanitario fortemente provato dall’emergenza sanitaria, dall’altro invece l’invecchiamento progressivo della popolazione chiede un’efficace riorganizzazione della rete assistenziale. Su quali basi ha pensato a questo nuovo progetto?
Il tema dell’anzianità è una tra le questioni più urgenti che siamo chiamati ad affrontare Angeloin questo momento storico. La vecchiaia è considerata una fase della vita sterile, scontata, priva di contenuti speciali da offrire alla comunità tant’è che sono diversi gli interventi statali di assistenza agli anziani, ma pochissimi quelli pensati per garantire loro l’esistenza, una vita piena e felice, non solo assistenziale. E mi domando, che ne sarà di noi se non capiamo che la terza età è il reale punto di riferimento per la comprensione e l’apprezzamento della vita umana? Ho fondato Noah perché credo che ogni fase della vita vada elogiata e vissuta. Noah è quella casa che ogni bambino spera di regalare da adulto ai propri genitori: una casa ampia, dotata di ogni comfort, luminosa e ricca di amore.
Quanti anziani ospita la residenza e quali sono i servizi proposti?
La residenza ha una capienza di 80 posti letto, oggi occupata da 35 ospiti. Presso Noah, ci impegniamo a offrire una vasta gamma di servizi pensati per garantire il benessere e la felicità degli anziani che si affidano a noi. Ci preoccupiamo di soddisfare le loro esigenze e di rispettare le loro abitudini, creando un ambiente caldo e amorevole. Il nostro servizio di alzata e riposo è pensato per mantenere e potenziare le capacità della persona anziana. Ci preoccupiamo di evitare l’isolamento e favorire la socializzazione, creando un’atmosfera accogliente e amichevole. L’assistenza notturna è una parte fondamentale del nostro impegno per la sicurezza dei residenti. Durante le ore notturne, effettuiamo regolari verifiche nelle stanze e siamo pronti a intervenire in caso di necessità, garantendo la loro tranquillità e il loro benessere. Ci prendiamo cura della cura quotidiana e dell’igiene personale degli anziani, rispettando le loro autonomie e offrendo anche servizi estetici a pagamento, per farli sentire al meglio. Ci assicuriamo che i residenti consumino pasti adeguati, preparati in loco e personalizzati secondo le loro esigenze dietetiche. Vogliamo che abbiano la possibilità di gustare cibi deliziosi e nutrienti, creando un’esperienza piacevole a tavola.
Poi c’è la cura degli spazi e, cosa non comune, l’assistenza religiosa..
È questo un aspetto che ci sta particolarmente a cuore. Manteniamo un ambiente ordinato e accogliente per gli anziani, con stanze ben organizzate e spazi comuni esteticamente piacevoli. Vogliamo che si sentano a casa e che abbiano tutto ciò di cui hanno bisogno. L’assistenza sanitaria è una priorità per noi e passa anche attraverso queste pareti. Abbiamo medici di medicina generale e infermieri qualificati che si prendono cura dei nostri ospiti, garantendo una risposta tempestiva e competente alle loro esigenze mediche. Riconosciamo inoltre l’importanza dell’assistenza religiosa per molti dei nostri ospiti. In collaborazione con sacerdoti, ministri della fede e volontari, organizziamo momenti religiosi nella nostra cappella, rispettando le normative vigenti e offrendo un sostegno spirituale.
Tra i servizi che qualificano l’offerta spiccano gli scambi intergenerazionali “per riattivare la sfera cognitiva, affettiva e manuale” degli utenti. Di cosa si tratta?
È un servizio fornito in particolar modo dall’educatore che svolge un ruolo speciale nel nostro ambiente di cura e supporto. La sua missione è alimentare l’anima e il cuore dei nostri ospiti, stimolandoli, incoraggiandoli e mantenendo vive le loro abilità psicofisiche e relazionali. Immagina un luogo in cui ogni giorno è un’opportunità per scoprire la bellezza della vita, un luogo in cui le persone possono esprimere la propria creatività, riattivare i ricordi più preziosi e connettersi con gli altri in modo profondo e significativo. È esattamente ciò che l’educatore fa per i nostri cari ospiti. L’educatore progetta, gestisce e verifica una miriade di attività pensate per riattivare le sfere cognitive, affettive, motorie e manuali dei nostri residenti. Ogni momento è prezioso e curato con attenzione, con l’obiettivo di creare esperienze coinvolgenti e memorabili. Le parole di un libro che si trasformano in un sorriso, la musica che risveglia emozioni profonde, il profumo di una deliziosa pietanza cucinata insieme, le mani che lavorano l’orto con cura. Queste sono solo alcune delle esperienze che l’educatore propone ai nostri nonni.