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Covid-19 e obesità: un italiano su due è in sovrappeso

12 Ottobre 2021
Covid-19 e obesità: un italiano su due è in sovrappeso

I risultati di uno studio dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI) in occasione dell’Obesity Day 2021

L’obesità costituisce una delle principali problematiche di salute pubblica a livello mondiale, la cui incidenza risulta in aumento sia nei Paesi occidentali che in quelli a basso-medio reddito. Oggi vi convivono 800 milioni di persone, di cui 6 milioni in Italia. Con lo smart working, il lockdown e la sedentarietà causati della pandemia da Covid-19 si è registrato un aumento di peso per il 46% degli italiani. Lo rileva una analisi di Coldiretti su dati Istat, diffusa in occasione dell’Obesity Day 2021, la campagna nazionale di sensibilizzazione per la prevenzione e dell’obesità e del sovrappeso promossa da oltre dieci anni dall’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI) e dalla sua Fondazione il 10 ottobre di ogni anno. Il claim della campagna di sensibilizzazione per la prevenzione e dell’obesità e del sovrappeso di quest’anno è stato “Obesità#NextGeneration – cambiare per viviere in salute” affinché la prossima generazione possa vedere l’inversione del trend di prevalenza dell’obesità nel mondo.

Covid-19 e obesità: un italiano su due è in sovrappeso

La Fondazione ADI durante le fasi di lockdown ha condotto uno studio multicentrico non-profit su un campione di 1300 pazienti obesi in cura nei Centri Obesity Day afferenti all’ADI e operanti nel SSN presenti su tutto il territorio nazionale.

Cosa è emerso dalla ricerca?
Durante i periodi di lockdown – si legge nella nota – il 48,8% delle persone intervistate è aumentato di peso, il 27% è diminuito, mentre il 24% è rimasto stabile. Nei pazienti in cui si è verificato l’aumento del peso il benessere psico-fisico è diminuito del 69,6%, il 62% ha manifestato difficoltà emotive, principalmente paura e insoddisfazione, il 55% ha sperimentato un cambiamento nella qualità/quantità del sonno con insonnia o risveglio precoce, il 56% ha ridotto l’attività fisica, il 68% ha incontrato difficoltà a seguire la dieta, il 58% non si è tenuto in contatto con il proprio centro o consulente, ma soprattutto la maggioranza di essi ha mangiato male riducendo drasticamente la quantità di cibi presenti nella dieta mediterranea. Nel claster delle persone che sono aumentate di peso è emerso, inoltre, che il 68% di essi avrebbe voluto essere aiutato con i farmaci per l’obesità. Nei soggetti obesi che invece sono riusciti a mantenere un peso invariato o addirittura a dimagrire (57%) si è visto come una condizione lavorativa più stabile, il mantenimento dei trattamenti terapeutici con la telemedicina e una constante attività fisica abbiano influito positivamente sul benessere psico-fisico.

“I risultati emersi da questa indagine evidenziano come durante i mesi più bui della pandemia, quando tutto sembrava essersi fermato, malattie croniche e invalidanti come l’obesità abbiano purtroppo continuato ad accentuarsi con effetti allarmanti sullo stato di salute e sul benessere psicofisico dei pazienti e ricadute economiche importanti sul sistema sanitario nazionale – commenta Antonio Caretto, presidente Fondazione ADI – All’interruzione delle visite ambulatoriali durante il lockdown non è seguito purtroppo un servizio di telemedicina omogeneo e accessibile per tutti, provocando soprattutto nelle fasce più fragili di pazienti un’interruzione dei controlli periodici e dei percorsi terapeutici con un conseguente cambiamento delle abitudini alimentari e dello stile di vita”. “Consulenze a distanza, terapie mirate, tecniche di gestione dello stress e in alcuni casi anche la terapia farmacologica – conclude – possono rivelarsi utili nella gestione del paziente obeso. Un tipo di approccio che potrebbe essere applicato anche in quei pazienti che vivono particolari situazioni di disagio, ma utile anche per un monitoraggio più intensivo da parte dei centri con team multidisciplinari di riferimento per l’obesità”.

L’obesità è un problema diretto ma è anche causa o concausa di numerose altre gravi patologie, dalle malattie cardiovascolari al diabete, dai tumori (soprattutto colon, fegato, stomaco, mammella ed endometrio) alla demenza senile. È stata definita la “piaga del terzo millennio” nel corso della diretta facebook organizzata dall’Associazione Italiana Gastroenterologi ed Endoscopisti Digestivi Ospedalieri con il patrocinio della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) in occasione dell’ultima World Digestive Health Day 2021, dove è intervenuto da Sidney il Professor Luigi Fontana, medico e accademico di fama mondiale e dall’Italia il dottor Fabio Monica, Direttore della Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina di Trieste nonché presidente AIGO.

“Sovrappeso e obesità sono un problema non affrontato adeguatamente in tutto il mondo – ha affermato Fontana – per stili di vita scorretti, che il covid con i lockdown ha peggiorato”. “E’ questione di cultura, serve fare prevenzione già dalle scuole. – ha sottolineato Fontana – Basti pensare che dall’età universitaria in poi si manifesta un incremento ponderale di circa 1kg all’anno, che se non contrastato ci porta negli anni ad accumulare decine di chili – prevalentemente di grasso – inutili e dannosi”.

Seguire uno stile alimentare equilibrato e praticare una regolare attività fisica sono le azioni principali per vivere in salute. E proprio in occasione della campagna di sensibilizzazione del 2018, ADI ha promosso un decalogo delle cose da fare o non fare “per prendere nel verso giusto una dieta”. Il decalogo prevede 10 punti fondamentali:

  1. Fare movimento: basta anche camminare a passo spedito per 3 volte a settimana per almeno 45 minuti di seguito;
  2. Attenzione ai condimenti: usare il cucchiaio come unità di misura dell’olio o intingoli grassi. Non più di 1 per pasto;
  3. Distribuire il cibo nella giornata: fare 4-5 piccoli pasti e una buona prima colazione;
  4. Masticare con calma: per digerire meglio e, soprattutto, restare sazi più a lungo;
  5. Non eliminare i ‘cibi ingrassanti’: sì a pasta, pane e patate ma in porzioni ridotte e conditi semplicemente;
  6. Verdura a volontà ma attenzione alla frutta: si dovrebbero assumere non più di 3-4 frutti al giorno;
  7. L’alcol: limitarlo poiché riduce l’eliminazione dei grassi che l’organismo mette in riserva; 8. Il pesce: consumarlo almeno due volte alla settimana;
  8. Proporsi obiettivi raggiungibili: è utile per la salute un dimagrimento lento, di circa 500 grammi a settimana, ma prolungato;
  9. Mantenere il dimagrimento: evitare le oscillazioni di peso. Una perdita di peso del 10% rispetto al peso iniziale garantisce un sicuro vantaggio per la salute se viene mantenuto.
Tags: ADI, Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica, covid-19, demenza senile, Diabete, difficoltà emotive, gravi patologie, lockdown, malattie cardiovascolari, obesità, Obesità#NextGeneration, Obesity Day 2021, pazienti obesi, Professor Luigi Fontana, sedentarietà, smart working, World Digestive Health Day 2021
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Nicoletta Mele
Nicoletta Mele
Laureata in Scienze Politiche e dal 2001 è iscritta all’Ordine dei Giornalisti del Lazio. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche e uffici stampa. Dopo aver conseguito il Master in Gestione e Marketing di imprese in TV digitale, ha lavorato per 12 anni in Rai, occupandosi di programmi di servizio e intrattenimento. Successivamente, ha ampliato le sue competenze specializzandosi con il Master in Marketing & Communication Management presso 24ORE Business School. Dal 2017 è Direttore Responsabile di Health Online, periodico di informazione dedicato alla Sanità Integrativa.

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