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Covid-19: intesa tra gli stati dell’Unione Europea
Test obbligatori, mascherina ffp2 per tutti i viaggiatori da e per la Cina
L’ondata dei nuovi casi da Covid-19 in Cina preoccupa il mondo e l’Europa.
L’Italia è stato il primo paese europeo, seguita da Francia e Spagna, a richiedere il tampone antigenico obbligatorio per i passeggeri provenienti dalla Cina dopo che Pechino ha dato il via libera ai viaggi verso l’Occidente.
Per evitare scelte individuali da parte degli Stati membri dell’Unione Europea come avvenuto all’inizio della pandemia nel 2020, in questi giorni si sono svolte a Bruxelles una serie di riunioni per trovare un accordo comune. Il 4 gennaio si è svolto il vertice convocato dalla presidenza svedese grazie al quale è stata raggiunta una intesa tra gli stati membri.
Il meccanismo di Risposta integrata alle crisi politiche (Ipcr) ha dato una “forte raccomandazione” agli Stati Ue di introdurre l’obbligo di test Covid per chi si imbarca dalla Cina. “L’importante accordo raggiunto ieri dagli Stati membri su una risposta coordinata all’evoluzione della situazione del Covid-19 in Cina, e basato sul parere del Comitato per la sicurezza sanitaria, è un passo molto gradito in quanto contribuirà a rafforzare la loro capacità di seguire la diffusione del virus e proteggere i nostri cittadini”. Ha dichiarato la commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakides.
“I Paesi membri hanno concordato di raccomandare a tutti i passeggeri in viaggio da e per la Cina di portare mascherine Ffp2”, ha aggiunto.
Oltre alla “forte raccomandazione” a tutti i 27 di introdurre l’obbligo di test pre-partenza da Pechino, la riunione del Meccanismo integrato di risposta alle crisi “incoraggia” i Paesi membri a “effettuare test anti-Covid a campione a chi arriva dalla Cina” e “esaminare e sequenziare le acque reflue degli scali dove sono previsti voli in arrivo dalla Cina” e a “continuare a promuovere le vaccinazioni, incluse le dosi booster e in particolare ai più vulnerabili”.
L’Ipcr, in collaborazione con l’Ecdc e il Servizio di Azione Esterna europeo, “continuerà a monitorare la situazione epidemiologica e gli sviluppi della situazione in Cina, inclusa la questione della condivisione dei dati, con l’obiettivo di assicurare un coordinamento all’interno dell’Ue”, si legge nella nota alla fine della riunione.
I Paesi membri hanno concordato di tornare a incontrarsi per un aggiornamento entro la metà di gennaio.
Per l’Oms le statistiche ufficiali cinesi non sono al passo con la ripresa dell’epidemia nel Paese
“Riteniamo che le cifre attualmente pubblicate dalla Cina sotto-rappresentino il reale impatto della malattia in termini di ricoveri ospedalieri, ricoveri in terapia intensiva e soprattutto in termini di decessi”, ha dichiarato in una conferenza stampa Michael Ryan, responsabile dell’Oms per la gestione delle emergenze sanitarie.
Pechino a sua volta chiede all’Organizzazione Mondiale della Sanità di comportarsi in maniera corretta e trasparente sull’utilizzo dei dati che sostiene di aver sempre condiviso.
Scontro tra Pechino e Ue sulle norme anti covid, in particolare sui test per chi arriva dalla Cina
L’Unione Europea ha chiesto alla Cina trasparenza nella condivisone dei dati sulla diffusione del Covid-19 dopo la forte raccomandazione dei test ai passeggeri provenienti dal paese asiatico. “La Cina deve condividere in modo trasparente i dati sulla sua situazione attuale. Possiamo affrontare la pandemia solo se lavoriamo a stretto contatto a livello di Ue e del mondo”. Lo scrive su twitter la commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakides.
“L’Ue continuerà a collaborare con gli Stati membri e i partner internazionali per seguire da vicino la situazione e reagire di conseguenza – ha dichiarato Kyriakides – Ciò deve avvenire in uno spirito di solidarietà, fiducia e trasparenza. È quindi essenziale che le autorità cinesi condividano regolarmente con i partner globali dati affidabili sull’evoluzione degli indicatori e delle sequenze del Covid. Questo è il modo migliore per essere preparati a qualsiasi situazione e individuare potenzialmente nuove varianti pericolose”.
E proprio nella giornata del 5 gennaio è arrivato un messaggio dalla portavoce del ministero degli esteri cinese sulla loro disponibilità nel collaborare e chiede agli stati internazionali di non introdurre ulteriori controlli.
Sostegno dell’Ue alla Cina
Sulla situazione dei contagi Covid la Commissione europea ha “contattato la Cina per offrire solidarietà e sostegno in qualsiasi modo necessario, qualora fosse richiesto”. Lo ha detto Kyriakides in una dichiarazione scritta. Secondo quanto riportato da Financial Times l’Ue ha offerto gratuitamente alla Cina vaccini contro il Covid-19 per aiutare Pechino a contenere il diffondersi dell’epidemia nel Paese.