Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.
Covid-19, la variante inglese che preoccupa il mondo
In Italia sequenziato il genoma del virus Sars-2 di un soggetto risultato positivo rientrato dalla Gran Bretagna. Il parere degli esperti
Arriva dalla Gran Bretagna l’allarme di una nuova variante di Covid-19 secondo il quale il nuovo ceppo circolerebbe più velocemente. A darne notizia è Chris Whitty, Chief Medical Officer del Paese in una nota ufficiale dopo “la sorveglianza genomica della Public Health England”. “Abbiamo allertato l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) – informa l’autorità sanitaria inglese – e stiamo continuando ad analizzare i dati disponibili per migliorare la nostra comprensione” dell’impatto di questa variante. In questo momento “non ci sono evidenze che suggeriscano che il nuovo ceppo causi un tasso di mortalità più elevato o che influisca sui vaccini e sui trattamenti – precisa l’esperto – sebbene sia in corso un lavoro urgente per confermarlo”. “Alla luce di questi ultimi sviluppi – conclude – è ora più vitale che mai che si continui ad agire per ridurre la trasmissione del coronavirus Sars-CoV-2”.
Di fronte all’aumento di contagi, che viene attribuito proprio alla nuova variante, il primo ministro Boris Johnson ha annunciato il lockdown dal 19 dicembre per due settimane. Immediate le reazioni dei paesi europei che hanno bloccato i voli da e per la Gran Bretagna. Il primo paese a chiudere i confini è stato l’Olanda seguito dalla Germania, Francia. Anche l’Italia da domenica ha deciso di bloccare i collegamenti con il Regno Unito fino al 6 gennaio. “Scegliamo la strada della massima prudenza – spiega il ministro della Salute, Roberto Speranza – Il virus mutato non sembra fare maggiori danni sull’individuo ma si propaga più velocemente e questo vuol dire più contagi ed è un problema”.
La mutazione del Covid si sta diffondendo nel Regno Unito ed è stata isolata anche in Italia. Secondo una nota diffusa dal Ministero della Salute, il Dipartimento scientifico del Policlinico militare del Celio, che in questa emergenza sta collaborando con l’Istituto superiore di Sanità, ha sequenziato il genoma del virus Sars-2 proveniente da un soggetto risultato positivo con la variante riscontrata nelle ultime settimane in Gran Bretagna. “Il paziente e il suo convivente rientrato negli ultimi giorni dal Regno Unito con un volo atterrato presso l’aeroporto di Fiumicino, sono in isolamento e hanno seguito, insieme agli altri familiari e ai contatti stretti, tutte le procedure stabilite dal ministero della Salute”, si legge nella nota.
La domanda è: la variante influirà sui vaccini approvati e in vista dell’imminente campagna vaccinale in tutta Europa in programma per il 27 dicembre?
A tal proposito si sono espressi gli esperti italiani dando ognuno la propria versione dei fatti.
Un invito alla calma è il messaggio del professore Massimo Galli, responsabile Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, intervenuto a L’Aria che tira trasmissione de La7 “è un report non una comunicazione scientifica – dice – Ci troviamo di fronte a una variante non più cattiva rispetto alle altre varianti circolanti, ha forse una maggior capacità diffusiva”. Galli pone l’accento sulla segnalazione della prima osservazione della variante in Gran Bretagna che scoperta “il 20 e il 21 settembre, verosimile sia già diffusa. Si muore di più? Semplicemente se ci ostiniamo a non stare attenti alla diffusione del virus”.
Il no panic arriva dal prof. Matteo Bassetti, primario di Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova con un post sulla sua pagina Facebook spiegando che la variante trovata in Inghilterra non renderà i vaccini inefficaci.
“Si tratta di un virus mutato che è stato momentaneamente nominato VUI-202012/01 – si legge – Sembra più contagioso ovvero che si trasmette più facilmente da un individuo all’altro, ma non più aggressivo o letale. Si tratta ovviamente di ipotesi che andranno confermate da studi ancora in corso. Questa variante sta circolando in maniera importante e frequente nel Sud-Est del Regno Unito. Cosa è successo al virus? Ci sono state 17 mutazioni, la più significativa delle quali è la N501Y nella proteina spike che il virus usa per attaccarsi alle cellule umane. Questa mutazione come già detto lo renderebbe più facilmente diffusibile. Non è la prima mutazione che viene descritta nel mondo e non sarà neanche l’ultima. Simili mutazioni erano già state descritte in Spagna e altri paesi. I virus mutano continuamente. È il loro modo di vivere: cambiare per sopravvivere. Non si può escludere che questa variante non stia già circolando anche in altri paesi incluso l’Italia. Occorrerà continuare a studiare il genoma virale dei ceppi di virus isolati nel nostro paese. I vaccini già approvati o ancora in studio funzioneranno lo stesso in quanto i vaccini fanno produrre al nostro corpo anticorpi contro molte parti della proteina spike e la mutazione descritta riguarda solamente una piccola parte.
Quindi no panic. Vigiliamo, studiamo e continuiamo con il piano vaccini”.
Parole rassicuranti anche da parte del presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli intervenuto a Che tempo che fa di Rai 3 sostenendo che “la risposta per uscire da questa situazione è il vaccino, in questo dobbiamo riporre il massimo della fiducia per il profilo di sicurezza e l’efficacia”. “Anche se ci sono mutazioni, come quelle segnalate prima in Gran Bretagna e poi in altre aeree, è altamente improbabile che si perde l’efficacia del vaccino”.
La mutazione non ha sorpreso il virologo dell’Università degli Studi di Milano Fabrizio Pergliasco che all’agenzia di stampa AGI afferma “di varianti ne sono state individuate già una dozzina. Quindi ce lo aspettavamo che prima o poi una avrebbe iniziato a circolare. Le differenze? È come l’altro ma più aggressivo. Le varianti fanno parte dell’adattamento del virus all’ospite. Questo ceppo ci è riuscito, è molto furbo, diciamo così. Ha trovato un meccanismo di aggressione più efficace. Non si diffonde più velocemente quindi, ma è più aggressivo, ha una contagiosità maggiore e quindi una capacità diffusiva maggiore ed è questo quello che preoccupa, ma non stupisce. La capacità infettante è la stessa”. Sulla questione che la variante possa influenzare sul vaccino, il virologo sostiene che “è prematuro pensare che possa avere una azione negativa sulla vaccinazione bisogna vedere dove sono esattamente le variazioni genetiche e come incidono sugli anticorpi. Questi virus si replicano in modo sistematico, non correggono gli errori di replicazione che potrebbero rappresentare una caratteristica vantaggiosa che diventa dominante”.
Secondo Pregliasco, le ultime misure adottate dal governo italiano per le festività natalizie, “sono necessarie. Ogni anno, le feste dimostrano che subito dopo parte l’ondata di influenza. Quindi, in questo momento, le misure contenitive servono. Non esiste un manuale del lockdown, non c’è un testo scientifico in proposito. Tutte le nazioni stanno provando meccanismi. Ogni contatto che hai con una persona è a rischio. Ci sono sempre alte probabilità di infezione. Quello che si deve fare è ridurre le possibilità di contagio. Chiusure alle 12, alle 18 o alle 22 sono solo modalità che sfavoriscono i contatti. Non ci sono scienfiticità su questo punto. Il secondo lockdown, da noi ha limato la curva, ma siamo fermi lì. Quindi, in considerazione del fatto che si debbano aprire le scuole e fare la campagna vaccinale, è bene preservarsi”.