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COVID-19, meno inquinamento dalla Cina all’Italia
L’emergenza epidemiologica ha colpito l’Italia nel momento in cui alcune regioni si apprestavano a mettere in campo i provvedimenti salva ambiente per le domeniche ecologiche, giornate programmate nell’ambito delle nuove misure antismog previste dal Piano Aria Integrato Regionale (Pair), con il quale le regioni adottano le misure necessarie per rientrare nei valori limite degli inquinanti atmosferici fissati dall’Unione Europea. Tuttavia, le restrizioni antivirus adottate dapprima dalle regioni e in seguito dal Governo hanno portato a un primo “positivo” risultato in termini di inquinamento riducendo le emissioni di inquinanti e di CO2. Non è possibile spostarsi se non per ragioni lavorative, sanitarie e di emergenza. Sono però garantiti i trasporti pubblici, il trasferimento delle merci.
Sulla rete autostradale il traffico è diminuito del 18% già a partire dal 25 febbraio e sempre dalla fine di febbraio si registra la cancellazione del 50% dei voli. Il traffico pesante è stato stabile con un leggero rialzo, anche perché sono aumentate le vendite online, mentre i veicoli leggeri hanno registrato un meno del 20%. Auto sempre meno presenti lungo le statali e in città (riduzione dovuta all’immediata chiusura delle scuole e della successiva sospensione dell’attività dei pubblici esercizi ad eccezione di alcuni). La riduzione dotale del CO2 da traffico veicolare, secondo una stima dell’Ispra, è stata di 139.960 tonnellate. Al momento tuttavia le restrizioni non hanno toccato il comparto produttivo italiano: come annunciato dallo stesso Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, sarà garantita la produzione a condizione che i datori di lavoro rispettino le misure precauzionali in vigore fino al 3 aprile. Nonostante la vita degli italiani abbia subito uno stop imprevisto, il calo di monossido di carbonio, biossido di azoto, biossido di zolfo e Pm10 è dovuto soprattutto all’arrivo del vento nelle regioni del nord Italia, quelle più industrializzate.
Da #Iorestoacasa a #Puliamolaria il passo è breve anche in Cina, nello specifico nella regione di Wuhan, dove l’attività industriale ha subito un importante calo nel mese di febbraio con una conseguente minore emissione di gas nocivi. A rilevarlo sono i satelliti di monitoraggio dell’inquinamento della NASA e dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) che evidenziano una significativa diminuzione del biossido di azoto (NO2) nel subcontinente cinese. Si tratta di una riduzione riconducibile, secondo gli esperti, alle misure senza precedenti prese nel paese per bloccare il contagio da coronavirus. Le mappe elaborate dalla NASA e dall’ESA mostrano le concentrazioni di biossido di azoto, un gas nocivo emesso dai veicoli a motore, dalle centrali elettriche e dagli impianti industriali, dal 1° al 20 gennaio 2020 (periodo che precede la quarantena) e dal 10 al 25 febbraio (durante la quarantena).