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Covid-19: variante Omicron e aumento dei contagi in Europa. La situazione in Italia
In Italia curva in crescita ma in maniera più contenuta rispetto ad altri Paesi Ue. Determinante variante Omicron, ma per gli esperti “potrebbe segnare la fine della pandemia”
L’Europa è di nuovo nella morsa dei contagi da Covid-19. Secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) tutta l’Europa è di colore rosso tranne l’Italia e la Spagna in giallo, ovvero con un rischio non elevato di contagio. La massima incidenza dei casi, per Ecdc, è in Germania, Benelux, Irlanda, Grecia e nell’Europa dell’Est.
Da oggi fino al 15 gennaio in Italia, proprio per arginare la diffusione del virus Sars-CoV-2 soprattutto della variante Omicron, entra in vigore il Super Green Pass la certificazione rafforzata che comprende regole diverse per chi è vaccinato o guarito dal Covid anche in zona bianca.
Sempre da oggi dopo il Friuli-Venezia Giulia, anche l’alto Adige passa in zona gialla. Tuttavia, ci sono altre regioni a rischio a causa dell’aumento dei contagi. Secondo il report dell’Iss, con i dati principali del monitoraggio della cabina di regia, relativo alla settimana dal 26 novembre al 2 dicembre “l’incidenza settimanale a livello nazionale continua ad aumentare: 155 per 100mila abitanti contro 125 per 100mila abitanti (19-25 novembre), dati flusso ministero Salute”. “Nel periodo 10-23 novembre, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,20 (intervallo 1,12 – 1,28), al di sopra della soglia epidemica. È in diminuzione, ma ancora sopra la soglia epidemica l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (Rt = 1,09 al 23 novembre contro Rt 1,15 al 16 novembre)”.
Per Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità “La situazione italiana vede un incremento dell’incidenza, salita a 155 casi in 7 giorni per 100mila abitanti. Si vede che anche in Europa il colore delle mappe si scurisce”, con “più zone e Paesi che cambiano colore con una intensità di circolazione più elevata. Alcuni Paesi hanno curve particolarmente significative”, mentre “l’Italia si colloca nella parte dove le curve crescono in maniera più contenuta” ha aggiunto, spiegando che “a livello regionale ci sono alcuni contesti dove la circolazione e l’incremento dei casi sono in aumento, in particolare nel Nord-est”. Quali sono le fasce di età più colpite? “Quelle sotto i 20 anni ma anche tra 20 e 30 anni hanno una circolazione più elevata negli ultimi 7 giorni – ha spiegato Brusaferro – Nelle fasce 12-19 anni o under 12 c’è crescita dei casi. E sebbene in misura limitata si verifica la necessità di ricovero”. “In Italia – ha aggiunto – registriamo una continua crescita dei casi sintomatici e delle ospedalizzazioni”.
Dal monitoraggio quotidiano dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) emerge che al 2 dicembre, in Italia c’è una curva stabile a livello nazionale (8%) con una certa disomogeneità regionale. Sono quattro Regioni che hanno superato la soglia critica del 10% dell’occupazione di posti letto in terapia intensiva da parte di pazienti Covid: Friuli (15%), Umbria (11%), Veneto (11%) e Provincia autonoma di Bolzano (14%). Per l’occupazione delle terapie intensive tre Regioni – Liguria, Marche e Lazio – sono sulla soglia del 10%. E sono sempre 3 le Regioni che, invece, hanno superato il limite del 15% previsto per i ricoveri in area non critica: il Friuli-Venezia Giulia che resta al 23%, la provincia autonoma di Bolzano (20%) e la Valle d’Aosta (28%).
Un fattore determinate è la variante Omicron. In Campania sono 7 i casi di variante Omicron e si registra il primo caso in Veneto; si tratta di un uomo vaccinato e rientrato da un viaggio di lavoro in Sudafrica. A comunicarlo è stato il presidente della Regione Luca Zaia. “La variante Omicron del Covid-19 è stata sequenziata per la prima volta in Veneto nei laboratori dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie – Izs”.
Variante Omicron: cosa dicono gli esperti
Nonostante l’allerta sulla variante Omicron arrivano rassicurazioni da parte degli esperti e per Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), la nuova mutazione “potrebbe segnare la fine della pandemia”. Perché, ha spiegato l’esperto, “se la nuova variante si confermasse davvero più trasmissibile, ma meno aggressiva, potrebbe essere l’adattamento di Sars-CoV-2 che aspettavamo”. Ma lo scenario appare realistico a chi conosce “la storia di tutte le infezioni virali, specialmente di quelle respiratorie. Esplodono in modo eclatante, poi pian piano l’ospite reagisce, il virus si adegua e scatta una sorta di convivenza tra i due”.
“Più dà pochi sintomi o addirittura nessun sintomo – ha aggiunto Caruso – più un virus ha la possibilità di trasmettersi, di continuare la sua corsa e di prevalere nella sua forma più contagiosa, più veloce ma più mite, su tutte le altre varianti”. È questo che forse sta succedendo, “anche se ad oggi i dati disponibili sono pochi e tutto è ancora da verificare e da comprendere”.
Di un primo studio internazionale, ancora in preprint, secondo il quale il virus si sta indebolendo, ne dà notizia con un post su facebook, Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive all’ospedale Policlinico San Martino di Genova. “Dopo poco più di una settimana da quando è diventata famosa in tutto il mondo, grazie a ricercatori del Massachusetts sappiamo qualcosa in più sulla variante Omicron – ha detto – La nuova variante che ha terrorizzato forse ingiustamente il mondo ha acquisito un ‘pezzetto’ del virus del raffreddore comune. Ecco spiegato perché darebbe quadri clinici più lievi, rispetto alla Delta, molto simili al raffreddore”.
Secondo i risultati ottenuti dai ricercatori, “Omicron grazie a questa aggiunta di materiale genetico del virus del raffreddore è più ‘umana’ e meno animale rispetto al SarsCoV2 iniziale – ha spiegato l’infettivologo – Per questo sfugge più facilmente al nostro sistema immunitario che non la riconosce come totalmente estranea. Si tratta di una ricerca molto interessante che, se confermata, dimostrerebbe per la prima volta che il virus del Covid si sta spontaneamente indebolendo perdendo la sua forza iniziale di causare malattie gravi. A questo punto c’è quasi da sperare che la Omicron soppianti la Delta e le altre precedenti varianti. Sarà anche forse più contagiosa, ma se assomiglia così tanto al raffreddore…”.