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Dagli antichi romani ad oggi. Mangiare il cavolfiore fa bene alla salute e allontana le malattie del 49%.
Campeggia in un quadro del Settecento della famiglia de’ Medici proveniente dalla zona di Arezzo e offerto dal Granduca di Toscana Cosimo III, amante delle piante e dei loro frutti, specchio della magnificenza divina. Lo si ritrova sul primo piano di un dipinto seicentesco dell’artista Francesco Montelatici detto Cecco Bravo. E ancora, è protagonista incontrastato in una tela realizzata da Bartolomeo Bimbi nel 1706 e oggi conservata a Firenze. Si tratta del cavolfiore, l’ortaggio tondeggiante coccolato da foglie verdi e verdone che per molti anni non solo ha rappresentato il rigoglio della natura ma anche una forma perfetta d’arte barocca. Dallo stile artistico alla terra è davvero un attimo: apprezzato da principi e marchesi e presentato sempre nei grandi banchetti d’epoca, questo fiore commestibile appartenente alla sterminata famiglia delle “crocifere”, piante erbacee distribuite su tutti i continenti e resistenti a ogni tipo di condizione climatica cui è soggetta il territorio, era utilizzato dagli antichi romani che ne ricavavano profumi.
Oggi come nel ‘700 questa pianta trova terreno fertile nel centro e nel sud dell’Italia, dalla Toscana in giù, ma anche Oltralpe, in Francia, e dall’altra parte dell’oceano Atlantico, negli Stati Uniti, fino ad approdare in Cina e India. Dal latino “caulis” (cavolo) e “floris” (fiore), questo ortaggio appartenente alla famiglia delle crocifere è uno tra i più presenti nella nostra penisola e costituisce una delle tante varietà della sua pianta madre, il cavolo. In cucina, tra i fornelli, viene utilizzato in molti modi diversi: fresco, surgelato, sottaceto, disidratato. È tuttavia perfetto nelle minestre e come condimento di primi piatti, contorno, purea e addirittura conservato sott’olio; si può conservare persino qualche giorno in frigorifero senza che si alteri il sapore.
Chiamato anche “cavolo verde” o “cimone”, può essere bianco, bianco-crema o violaceo. I cavoli, inoltre, soprattutto d’inverno non devono mancare mai dalla nostra tavola essendo alimenti preziosi per i loro principi nutritivi: potassio, calcio, fosforo, ferro, acido folico, vitamina C, ecc. A questi si sommano i principi attivi anticancro, antibatterici, antinfiammatori, antiossidanti, antiscorbuto e, ancora, sono depurativi, rimineralizzanti e garantiscono una rapida rigenerazione dei tessuti. Accogliendo le verdure e i frutti che la stagione corrente ci offre saremo sempre più avvantaggiati in salute proteggendoci anche da semplici influenze e raffreddori. Il cavolfiore infatti è un ottimo alimento per i celiaci, non contenendo glutine, e un alleato certo e sincero per chi soffre di diabete alto essendo consigliato dagli esperti per le sue proprietà che controllano la presenza degli zuccheri nel sangue. Stando ad alcune ricerche americane il cavolfiore aiuta a prevenire il cancro al colon e l’ulcera e cura l’anemia. Broccoli e cavolfiori, secondo recenti studi scientifici, sarebbero efficaci nella prevenzione del cancro alla prostata. Uno Rapporto del National Cancer Institute di Bethesda, nel Maryland, pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute, dimostra che chi segue un’alimentazione ricca di cavoletti di Bruxelles, cavolfiori, broccoli e cavoli presenta il 49% di possibilità in meno di ammalarsi.
Anche se è facile ritrovarlo in commercio tutto l’anno, non c’è dubbio che la sua qualità sia migliore in inverno, periodo quindi molto più propizio a consumarlo. Le sue parti commestibili sono le foglie e le inflorescenze ancora immature. Le foglie comprendono: i cavolini, o cavoletti, di Bruxelles, il cui tipico sapore amarognolo li sposa bene ad alimenti dolci come salse di frutta, castagne, ceci; la verza; il cappuccio dalle particolari foglie croccanti, e che, cotto e fermentato produce i crauti; il nero, usato nella tipica ribollita toscana, la minestra di fagioli, verdure e pane raffermo; il cinese, presente nel ripieno dei tradizionali involtini Primavera; il marino dalle foglie croccanti o tenere a seconda delle tecniche di coltivazione.
Oltre al cavolfiore i mesi autunnali e invernali offrono tanti altri prodotti che favoriscono il benessere dell’organismo umano e un’armonia tra uomo e ambiente. Tra gli altri troviamo: i funghi, ricchi di sali minerali come il potassio, il fosforo, il magnesio, il rame e il selenio, ottimi per chi soffre di malattie cardiovascolari e di colesterolo nelle arterie; la zucca, alimento zuccherino poco proteico e poco grasso consigliatissimo per chi ha disturbi all’apparato urinario; finocchio, carote e aglio.
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Ingredienti
Pennette rigate 320 g
Cavolfiore 650 g
Panna fresca liquida 150 g
Parmigiano reggiano 100 g
Peperoncino 1
Scamorza affumicata 250 g
Aglio 1 spicchio
Olio extravergine d’oliva q.b.
Pepe nero q.b.
Sale fino q.b.
Difficoltà
Facile
Procedimento
Si tratta di un piatto che si cucina facilmente e con pochi ingredienti essenziali molto spesso presenti nei frigoriferi e nelle dispense di tutti gli italiani. Certamente l’ingrediente base che non può mancare è proprio il cavolfiore che va pulito tagliando il torsolo centrale e le foglie, staccando le cimette e lavandole con acqua fredda che le depura da eventuali batteri della terra. Intanto, mettete a bollire l’acqua salandola leggermente e arricchendola di un filo d’olio extravergine d’oliva.
Quando essa bolle immergete le cimette e lasciatele cuocere a fuoco lento per circa 10 minuti. Nel mentre, in una seconda padella bagnata da un filo d’olio versate l’aglio schiacciato e la polvere di peperoncino insaporendo il composto con un bicchiere di acqua di cottura dei cavolfiori. Trascorsi i dieci minuti di cottura delle cimette, unite nella pentola anche la pasta e lasciate cuocere per circa 5-6 minuti. Adesso è il momento di tagliare a rondelle la scamorza affumicata o a fettine (come preferite)
Una volta cotte versate le pennette rigate e le cimette nella padella del composto preparato poc’anzi e aggiungete a questo punto le rondelle di scamorza affumicata, il Parmigiano grattugiato, la panna fresca liquida e il pepe nero (senza eccedere)
Mantecate il tutto e una volta insaporito per bene trasferite in un tegame 30×20 già oleato. Distribuite uniformemente, spolverizzate con il Parmigiano e infornate a 200° per circa 15 minuti. Una volta diffusosi il profumo per tutta casa, potete servire e rendere gioiosi i palati dei vostri ospiti.