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Disponibili le prime dosi del vaccino AstraZeneca
Josep Baselga, “il costo sarà di 2 euro con la somministrazione di due dosi a distanza di 28 giorni”
Se da un lato i governi dei paesi Europei stanno cercando di arginare la diffusione del contagio del virus Sars CoV-2 adottando misure restrittive di prevenzione, dal fronte vaccino anti covid procede velocemente la sperimentazione di Oxford-Irbm-AstraZeneca . Ad annunciare gli ultimi aggiornamenti è stata sia l’azienda farmaceutica AstraZeneca che l’Istituto di ricerca Irbm di Pomezia, realtà italiana coinvolta nello sviluppo del vaccino anti Covid-19. “Nella migliore delle ipotesi le prime 30 milioni di dosi all’Ue arriveranno entro fine anno, se sarà dicembre o gennaio cambia poco”. Lo ha detto Piero Di Lorenzo, presidente e amministratore delegato di Irbm Pomezia, intervenendo a proposito del vaccino anti covid Oxford-Irbm-AstraZeneca alla trasmissione “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano. “Noi ci aspettiamo che alla fine di novembre possa essere conclusa la fase tre della sperimentazione clinica, a quel punto la parola passerà alle agenzie regolatorie”, ha aggiunto Di Lorenzo. I tempi normali per il vaccino “potrebbero essere 6-8 mesi ma in una situazione così importante penso che le agenzie regolatorie cercheranno di ridurre i tempi per dare una risposta nel giro di qualche settimana. Questo non vuol dire che il vaccino non sarà sicuro. I tempi che possono essere accorciati infatti sono quelli della burocrazia, della normale pratica dell’iter burocratico. Mentre tutti i tempi dovuti ai controlli scientifici saranno mantenuti in maniera severa”. Infatti, ha specificato, “non esiste una multinazionale disposta a mettere in gioco la propria credibilità e la propria reputazione scientifica per accorciare oltre il consentito i termini di una valutazione, sarebbe assurdo. Per questo è un argomento su cui si può essere più che sicuri”. Il problema è riuscire ad arrivare alla fine dei test senza che si verifichino eventi avversi. “Posso dire che allo stato attuale tutto procede nel migliore dei modi e non ci sono evidenze che facciano pensare a controindicazioni dal punto di vista delle età e delle patologie”. Se tutto andrà bene, dunque, le agenzie regolatorie “impiegheranno 3-4 settimane e si arriverà ad una consegna delle prime 20-30 milioni di dosi all’Ue entro fine anno. Ma se anziché prendere 4 settimane se ne prenderanno il doppio allora si arriverà a gennaio”. “Attaccarsi al discorso se sarà fine anno o inizio gennaio – ha commentato – la vedo più una questione teorica che con risvolti pratici. La gente vuole capire se in tempi certi potremo avere tutti a disposizione uno strumento per contrastare la pandemia e per tornare ad un minimo di vita normale dal punto di vista sociale, ma soprattutto economico”. Quanto all’indiscrezione del Financial Times riguardo la robusta risposta immunitaria nelle persone anziane, “questa è un’indiscrezione perché – ha rilevato – sulla fase tre non è stato ancora pubblicato nulla. Eviterei di commentare le indiscrezioni”.
Sui numeri riguardo la produzione e sulle modalità di somministrazione e il costo del vaccino è invece intervenuto Josep Baselga, direttore dell’area Ricerca e sviluppo oncologico di AstraZeneca, in un’intervista alla radio catalana ‘Rac1’. “Abbiamo iniziato a produrre milioni e milioni di dosi di vaccini prima di sapere se funziona perché non vogliamo aspettare sei mesi. All’inizio dell’anno avremo già tre miliardi di dosi. Baselga nel corso del suo intervento ha inoltre detto che il vaccino sarà venduto a prezzo di costo, circa due euro e che sarà richiesta la somministrazione di due dosi a distanza di 28 giorni.
Il direttore dell’area Ricerca e sviluppo oncologico di AstraZeneca, ha anche spiegato quanti sono i vaccini sui quali si sta lavorando e quanti sono arrivati alla fase finale
“Nel mondo si sta lavorando su 175 diversi vaccini, 35 dei quali in studi clinici con pazienti e 10 nella loro fase di verifica finale”. Sull’importanza di avere presto a disposizione un vaccino Baselga ha detto che “il vaccino aiuterà, ma non è l’unica soluzione e AstraZeneca sta anche sviluppando un trattamento con anticorpi monoclonali”.