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I dottori dei dottori che si prendono cura di chi cura
“Un giorno pensi di andare a curare dei malati e all’improvviso ti trovi da solo, con lo scafandro e la tuta, a combattere un alieno, un virus…vorresti strapparti tutto di dosso e andare via, e invece stai lì notte e giorno a cercare di salvare più vite che puoi…” Inizia con queste parole il commovente video “Vogliamo salvare ogni vita, perché ogni vita conta” che la Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri ha dedicato a tutti i colleghi impegnati in prima linea contro il Covid-19.
I medici e i professionisti sanitari hanno lavorato, e continuano a farlo, senza sosta per combattere il nemico invisibile. È una delle categorie più a rischio di infezione da Sars– CoV2 essendo molto esposta per la professione che svolge quotidianamente. Per salvaguardarne la salute e dunque consentire ai sanitari di proseguire nel delicato compito di curare la popolazione, l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena ha creato un’Unità Operativa di Sorveglianza ad hoc. Il servizio denominato “I dottori dei dottori” è composto da medici specialisti in Medicina del Lavoro, Igiene e Medicina Preventiva formati dai percorsi universitari dell’Università di Modena e Reggio Emilia e infermieri formati appositamente per le indagini epidemiologiche. Sono impegnati da oltre due mesi a pieno ritmo, 7 giorni su 7, per eseguire le visite ai tantissimi neoassunti, per farli entrare in sicurezza nel mondo del lavoro sanitario, ma anche per seguire a domicilio i casi di positività di colleghi.
“Ci prendiamo cura di chi cura. È erroneamente diffusa la percezione che i sanitari, quelli in prima linea e non solo, siano ‘inattaccabili’, ma questo virus ha abbattuto l’asimmetria che tipicamente si crea tra medici e pazienti, dal momento che i primi corrono lo stesso rischio di ammalarsi dei secondi, essendo anche più esposti”, ha detto Loretta Casolari, Responsabile del Sorveglianza Sanitaria e Promozione della salute dei lavoratori dell’AOU di Modena, specialista in Igiene e Sanità pubblica e Medico Competente in Medicina del Lavoro nonché coordinatrice del servizio. La dottoressa Casolari ha rilasciato un’intervista a Health Online.
Dottoressa, come nasce l’idea del servizio volto a proteggere i sanitari impegnati in prima linea nella lotta al virus?
La necessità di avere un servizio dedicato era stata evidente fin dalla prima ondata, i sanitari che hanno contratto l’infezione dal virus Sars Cov 2 si trovano ad affrontare la stessa evoluzione clinica della malattia e lo stesso isolamento famigliare e sociale della popolazione generale. Come medici, come operatori sanitari e come Azienda ci siamo sentiti in dovere di farci carico dei colleghi-pazienti. Con tutto l’appoggio della Direzione aziendale abbiamo strutturato un servizio: abbiamo acquisito e formato il personale e ci siamo dotati di tutte le tecnologie a supporto di una attività che abbiamo creato a settembre 2020.
Come funziona?
I colleghi possono contare su un call center e un indirizzo e-mail dedicato. Qui arrivano tutte le segnalazioni. Molti contatti riguardano sintomatologie sospette per le quali, in via precauzionale, allontaniamo la persona dal luogo di lavoro, richiediamo ed eseguiamo tamponi diagnostici al nostro Drive-through che abbiamo allestito in sicurezza fuori dal nostro ospedale. In caso di positività, il collega viene isolato a domicilio, facciamo l’indagine epidemiologica approfondita e attiviamo il contact tracing per i colleghi che sono al lavoro e che potrebbero essere entrati in contatto con l’operatore risultato positivo. Durante tutto il periodo di isolamento domiciliare, il collega positivo viene seguito, assistito telefonicamente da un team dedicato che fornisce tutte le istruzioni per la gestione dell’isolamento e che fa un monitoraggio quotidiano della sua condizione clinica. Se necessario attiviamo il trasferimento in alberghi Covid o in ospedale in caso sia necessaria una assistenza ospedaliera.
Inoltre, programmiamo ed eseguiamo tutti i controlli sanitari necessari per un rientro al lavoro in sicurezza e le certificazioni per l’assenza lavorativa.
È un servizio che monitora a distanza chi ha contratto il virus ed è anche un progetto di supporto psicologico?
Il supporto psicologico è fondamentale sia per chi è al lavoro sia per chi è isolato a domicilio. Il settore Psicologia del Lavoro e salute organizzativa ha attivo un numero telefonico dedicato e un percorso di consulenza e supporto psicologico individuale, in presenza o a distanza, con l’obiettivo di tutelare la salute psicologica del lavoratore e prevenire o gestire l’insorgenza di stress psicologico. Sappiamo che il personale impegnato nella gestione di pazienti Covid manifesta elevati livelli di stress, ansia e insonnia, fino allo sviluppo di sintomatologia post traumatica. La prevenzione e l’intervento precoce in questi casi sono fondamentali.
Per il personale in servizio avete riorganizzato gli screening nei reparti?
Si, sia nei reparti che in ambulatorio. Ma dobbiamo investire sempre di più sulla prevenzione per ridurre ulteriormente il rischio di infezione, perché il carico di lavoro è molto impegnativo. L’attenzione deve rimanere altissima in particolare nei confronti dell’utilizzo dei dispositivi di protezione e dei protocolli igienico-sanitari, sui quali gli operatori hanno fatto nel frattempo molto addestramento e formazione. Un tampone negativo non deve renderci definitivamente sicuri, perché quella è solo la “fotografia” di un momento. L’uso costante dei dispositivi e l’applicazione dei protocolli sono le vere armi contro l’infezione.
Quali sono stati i risultati raggiunti? Ci sono ulteriori sviluppi per il prossimo futuro?
I risultati del lavoro che stiamo facendo possono essere descritti con i numeri: più di 3.000 contatti e-mail in un mese, altrettante le chiamate al call center, abbiamo avuto il picco massimo di operatori isolati a domicilio lo scorso 20 novembre: in quella giornata avevamo 177 gli operatori positivi isolati a domicilio.
Mi piace ricordare però tutti i messaggi di ringraziamento che ci inviano i colleghi, un vero carburante per il nostro Servizio che è operativo 7 giorni su 7 ormai da mesi.
Il futuro? È adesso: stiamo organizzando in queste ore la logistica per la campagna vaccinale Covid-19, gli operatori dei nostri ospedali faranno il vaccino e stiamo parlando di 6000 operatori e anche questo è uno sforzo organizzativo è importante.
È un servizio unico in Italia? In questo momento storico, quanto è importante un servizio per la prevenzione e la cura di chi si prende cura della salute dei pazienti colpiti dalla malattia?
La Sorveglianza sanitaria è presente in tutti gli ospedali mentre l’organizzazione di un settore specifico dedicato al Covid è cosa diversa. L’organizzazione non nasce spontaneamente, va costruita e progettata. Formare il personale, costruire una squadra in tempi brevissimi richiede una Azienda Sanitaria con una visione, è un obiettivo sfidante che la nostra Direzione Aziendale si è data e ha raggiunto.
Sicuramente abbiamo fatto da pionieri di questo modello organizzativo e gestionale: abbiamo sviluppato software applicativi e strumenti tecnici che adesso sono in uso in altre Aziende. L’ultima acquisizione è un software per il tracing dei contatti in ospedale. Lo abbiamo chiamato “CovidBusters”: tracciare i contatti in ospedale con indagini epidemiologiche mirate è un’attività investigativa vera e propria.
Vietato abbassare la guardia perché il rischio di contrarre il virus da parte degli operatori sanitari è molto alto…
Il nostro luogo di lavoro coincide con reparti e contesti dove, per situazioni di emergenza, siamo chiamati ad intervenire tempestivamente sul paziente, senza sapere se positivo o meno al Covid. In tutti questi casi l’attenzione va mantenuta costantemente altissima, perché la pressione epidemiologica sta viaggiando alla massima velocità.
“Oltre un milione i guariti dal virus. Centinaia i medici che hanno dato la vita per salvarli”. Si conclude così il video messaggio promosso dalla FNOMCeO. Dall’inizio della pandemia sono 266 i medici morti in Italia, l’elenco è pubblicato sul sito listato a lutto della Federazione nazionale dell’ordine dei medici e degli odontoiatri. “Il numero più grande in Europa, una catastrofe” ha scritto Pina Onotri, segretario generale del Sindacato medici italiani e medico di famiglia di Roma, in una lettera indirizzata al premier Giuseppe Conte con la quale si chiede un’attenzione elevata sul tema.
Dottoressa, qual è il suo messaggio?
Il messaggio è per i colleghi. La generosità con la quale facciamo il nostro lavoro ci porta a pensare sempre e prima di tutto ad occuparci dei pazienti, ai colleghi dico: potete contare su di noi ma abbiate sempre cura di voi, della vostra salute. E a forza di farcela, ce la faremo.