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L’invecchiamento: come affrontarlo felici!
Tutti invecchiamo: i primi capelli bianchi, qualche ruga, non riuscire più a fare le ore piccole “come una volta”, sono tutti piccoli sintomi di un processo lunghissimo che ci accompagna per buona parte della nostra vita.
L’invecchiamento è un processo caratterizzato da un progressivo indebolimento delle capacità di difesa dell’organismo nei confronti delle variazioni ambientali e da una graduale perdita delle riserve funzionali.
Coinvolge tutti gli organi e tutti gli apparati, ma risulta più evidente e più facilmente quantificabile a livello cardiovascolare, renale e respiratorio. Il declino delle funzioni fisiologiche inizia intorno ai 30 anni, con un andamento lento e costante.
Negli ultimi anni, grazie alla riduzione della mortalità neonatale ed infantile, al diffuso miglioramento delle condizioni di vita e alle maggiori possibilità di prevenire e curare le malattie, sempre più persone raggiungono un’età avanzata.
Poiché le cellule, come è stato dimostrato da esperimenti in vitro, si riproducono un numero di volte direttamente proporzionale alla sopravvivenza media della rispettiva specie di appartenenza, si può ipotizzare che esista una sorta di “orologio biologico”, in base al quale invecchiamento e longevità sono programmati e definiti sin dal momento della nostra nascita.
Tutti gli studiosi sono concordi nel ritenere che l’invecchiamento rappresenti una conseguenza dell’accumulo di mutazioni nel Dna dei mitocondri, le centraline energetiche delle nostre cellule. L’attività metabolica cellulare si esprime attraverso processi ossidativi che, se eccessivi, possono portare un invecchiamento precoce. In realtà senza ossigeno e conseguente ossidazione non potrebbe esistere la vita come noi la intendiamo; l’ossigeno è come un carburante e quindi il suo utilizzo genera delle scorie definite “radicali liberi” (ROS o ROMS). Senza produrre ROS non riusciremmo a produrre energia, non si potrebbero svolgere reazioni metaboliche essenziali e l’uomo sarebbe indifeso nei confronti delle infezioni. La funzione ottimale dell’organismo vivente è legata ad un equilibrio tra sostanze ossidanti ed antiossidanti adeguatamente bilanciate fra loro. Se prevalgono i processi ossidativi, la cellula entra in una condizione di stress in grado di portarla all’autodistruzione. L’organismo cerca di controllare la produzione di radicali liberi attraverso sistemi enzimatici specializzati, che si avvalgono di un vasto gruppo di sostanze di varia natura definite antiossidanti, come alcune vitamine (vitamina E, vitamina C, vitamina A, ecc.), alcune sostanze lipidiche come lo squalene, l’acido lipoico ed il coenzima Q10, alcuni metalli quali il selenio e lo zinco, degli aminoacidi come la taurina, o sostanze complesse come l’albumina e la ceruloplasmina.
Alcuni di questi antiossidanti possono avere localizzazioni miste, ovvero essere circolanti (es. vitamina C, vitamine del gruppo B, bioflavonoidi) o all’interno delle cellule (es. coenzima Q10) o ancora nelle membrane cellulari (es. vitamina E, beta-carotene, vitamina A). La maggior parte delle sostanze antiossidanti essenziali vengono assunte dall’organismo con l’alimentazione o in minima parte prodotti autonomamente.
Ma sulla durata della nostra vita influiscono tantissimi fattori: l’alimentazione, l’attività fisica, le intossicazioni croniche dovute al fumo, all’alcol o all’uso di droghe, lo stress e le malattie.
Invecchiando i parametri vitali più importanti non si modificano e i loro valori nell’anziano sono sostanzialmente sovrapponibili a quelli di una persona giovane. Le modificazioni dell’organismo indotte dall’invecchiamento sono normali e si realizzano in maniera graduale e armonica: ci sono quindi tutte le condizioni per viverle in maniera non traumatica.
Per saperne di più, abbiamo intervistato il dottor Roberto Manopulo, gerontologo e geriatra presso la Casa di Cura Villa Maria di Rimini.
Quali sono i fattori che più di tutti influiscono sul nostro modo di invecchiare?
La genetica svolge sicuramente un ruolo importante, quindi essere figli di genitori longevi depone sicuramente in modo favorevole. Peraltro, dipende solo da noi fare valere l’opportunità che ci viene offerta, astenendoci dal fumo, assumendo alcoolici in quantità moderata, svolgendo una attività fisica in maniera costante, seguendo una dieta povera di grassi, ricca di fibre e che preveda anche una assunzione controllata di proteine.
Il declino delle funzioni fisiologiche secondo i medici inizia intorno ai 30 anni. Come mai così presto?
Il discorso è generale, legato alle modificazioni intrinseche delle cellule. Il nostro organismo in base alle attuali conoscenze è in linea teorica programmato per vivere fino a 120 anni. Saranno i nostri stili di vita ad accelerare o ritardare il processo a seconda dei casi.
Perché nell’anziano i parametri vitali non si modificano e sono sovrapponibili a quelli di una persona giovane? Come è possibile?
Sono i parametri di riferimento delle funzioni essenziali, che in un soggetto senza malattie in atto, si mantengono sostanzialmente stabili. In realtà cambiamenti ve ne sono, ma per alcuni apparati il nostro organismo ha meccanismi di compenso in grado di mantenere l’omeostasi, cioè l’equilibrio complessivo delle varie funzioni. Basta pensare al fatto che si può vivere anche con metà fegato, senza avere conseguenze o senza la milza asportata ad esempio per un trauma, o con un solo rene. La funzione renale peraltro declina progressivamente nel tempo, anche se i valori di creatininemia che la misurano si mantengono nel range di normalità, per una riduzione delle masse muscolari legate all’età. Le cellule del nostro cervello, i neuroni, quando muoiono, non possono essere sostituite da nuove e questo comporta un progressivo declino cognitivo fisiologico. Gli stimoli affettivi e quelli della vita di relazione, se intensi, contribuiranno a far sì che le funzioni delle cellule morte possano essere in parte assunte da quelle superstiti, limitando i danni.
Quali sono i rischi connessi ad una vita sedentaria?
In primo luogo l’aumento di peso, un più rapido invecchiamento dell’apparato cardiovascolare, un più facile incremento di valori di pressione arteriosa, l’insorgenza di alterazioni metaboliche, come il diabete e l’ipercolesterolemia.
L’attività fisica è molto importante. Ma purtroppo non tutti dopo una giornata trascorsa in ufficio hanno tempo e voglia di andare in palestra, o di dedicarsi ad uno sport di squadra. C’è una soluzione?
Basterebbe una camminata al giorno di 5 Km a passo veloce. Oppure l’utilizzo a casa di una cyclette per 20-30 minuti al giorno, o 15-20 minuti di ginnastica.
Perché l’alimentazione è tanto importante se vogliamo “invecchiare bene?”
Ormai tutti gli studi sono concordi nel riconosce i vantaggi di una dieta mediterranea, povera di grassi animali, ricca di frutta e verdura, dosando in maniera equilibrata zuccheri e proteine, anche in rapporto al movimento svolto nella giornata. Per condire i cibi deve essere utilizzato olio extravergine di oliva. Ci aiuta a mantenere un peso corporeo ottimale e con una giusta attività fisica allontana le malattie metaboliche.
Per l’organismo gli antiossidanti sono importantissimi. Ormai sempre più diffusi anche sotto forma di integratori. Lei ne consiglia l’uso?
Sì, certamente, anche se non bisogna abusarne e soprattutto non devono essere intesi come un sostituto di abitudini di vita corrette.
Quanto conta l’attività mentale per mantenersi giovani?
È fondamentale. Una vita ricca di affettività, piena di interessi e di motivazioni lavorative, unita a relazioni sociali adeguate, contribuisce a mantenere vivace il nostro cervello e previene in generale le malattie, stimolando anche le difese immunitarie.
Qual è dunque la ragione per cui alcune persone hanno una vita più lunga di altre? A parità di condizioni razziali, genetiche ed ambientali, favoriscono un migliore invecchiamento una vita regolare, una dieta controllata e l’attività fisica e mentale. Una vita di relazione ricca di attività creative e stimolanti e di interessi culturali è un elemento fondamentale per il benessere psicofisico. L’aspettativa di vita è strettamente collegata non solo alla corretta cura del proprio fisico, ma anche ad una attenzione adeguata alle esigenze psichiche.