Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.
Italiani sempre meno felici, vincono Finlandia e Danimarca
La felicità è un’idea semplice ma questa semplicità sono in pochi a riconoscerla e certamente non appartiene al popolo italiano. È questo uno degli elementi messi in luce dall’ultimo rapporto Onu “World Happiness Report” secondo cui i più felici al mondo sarebbero proprio i finlandesi nonostante si dica generalmente che i Paesi nordeuropei a causa delle condizioni atmosferiche che li connotano sono per loro natura destinati al pessimismo.
La Finlandia ottiene lo scettro di reginetta della felicità per il secondo anno di fila spingendo l’Italia al trentaseiesimo posto della classifica dell’umore.
C’è da dire che un Paese si ritiene felice se ci sono le condizioni per esserlo. Società, politica, economia, sono solo i primi dei tasselli che accompagnano una persona verso uno stato di serenità e in alcuni casi ad ammettere di aver raggiunto l’apice della felicità. Stando sempre alla classifica stilata dall’Onu i Paesi meno felici sarebbero Sud Sudan, Yemen, Afghanistan e Repubblica Centrafricana. Seguono invece la Finlandia, Danimarca al secondo posto, Norvegia, Islanda, Olanda, Svizzera, Svezia, Nuova Zelanda e Canada.
Tutti i primi gradini dell’originale graduatoria sono occupati dagli Stati e aree del mondo che soddisfano l’insieme degli indicatori e si distinguono per la stabilità della loro società.
La Francia perde un posto rispetto al 2018, scendendo al ventiquattresimo, dietro il Messico e davanti a Taiwan. Il Belgio perde due posti e si ritrova al diciottesimo. Malgrado le criticità politiche legate alla Brexit, ossia all’uscita dall’Unione Europea anche con il no deal, il Regno Unito è salito di ben quattro posizioni ottenendo il quindicesimo gradino.
Gli Stati Uniti invece, in questa tempestata era Trump, sono arretrati al diciannovesimo posto, risultato comunque non del tutto negativo.
A un campione di persone provenienti da 156 Paesi diversi è stato chiesto di rispondere a una serie di domande sulla percezione della loro qualità di vita, su una scala da 0 a 10. La pubblicazione è stata resa nota in occasione della Giornata mondiale della felicità, istituita dall’Onu e celebrata annualmente il 20 marzo. Gli autori dello studio indicano che la felicità nel mondo è arretrata negli ultimi anni, arretramento correlato a un aumento di sentimenti legativi come “preoccupazione, tristezza e collera, particolarmente marcati in Asia e Africa, e più recentemente altrove”.
I cinque principali arretramenti dal 2005 sono stati registrati in Yemen, India, Siria, Botswana e Venezuela, tutti Paesi in cui sono in atto mutamenti politici e finanziari non indifferenti, si pensi ad esempio al Venezuela reduce da giorni di black out generale che ha provocato la morte di non poche persone ricoverate in ospedali e presidi di cura.