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La sanità pubblica: sempre più lenta e sempre più cara

29 Gennaio 2018

Liste di attesa sempre più lunghe, pronto soccorso in affanno, alti cosi dei ticket e dei farmaci: sono queste le principali note dolenti del nostro Servizio Sanitario Nazionale, evidenziate dal Rapporto PIT Salute “Sanità pubblica: prima scelta ma a caro prezzo”, elaborato da Cittadinanzattiva – Tribunale per i diritti del malato, con il sostegno non condizionato di Ipasvi, Fnomceo e Fofi, e presentato a Roma lo scorso 12 dicembre.

Lo studio ha raccolto – nel 2016 – 25.000 segnalazioni provenienti da tutta Italia: i dati emersi confermano i problemi già ormai noti della sanità pubblica, e dovrebbero indurre tutti – in particolare le istituzioni e chi detiene il potere decisionale – ad una seria riflessione.

Accesso alle prestazioni sanitarie: liste di attesa e costi dei ticket

Il problema più grave, che rappresenta la prima voce oggetto di segnalazione per il 2016, è l’accesso alle prestazioni sanitarie: troppa burocrazia, ritardi, alti costi; liste di attesa sempre più lunghe e ticket sempre più costosi.

I cittadini segnalano soprattutto tempi lunghi per accedere proprio alle visite specialistiche, in misura di un valore che passa dal 34,3% del 2015 al 40,3% del 2016. Lunghi tempi anche per gli interventi chirurgici e per gli esami diagnostici. Un anno di attesa per una visita odontoiatrica, 10 mesi per una visita oncologica. Sei mesi per una visita oculistica, un anno per una colonscopia, un intervento di cataratta o di protesi al ginocchio. Non va meglio a chi deve sottoporsi ad una mammografia: l’attesa media è di 13 mesi.

Un’altra problematica segnalata da moltissimi cittadini (oltre una segnalazione su tre, in aumento rispetto allo scorso anno), è l’eccessivo costo dei ticket per gli esami diagnostici e le visite specialistiche. La situazione quindi non va certo migliorando, anzi: peggiora, in tutto il Paese.

Costi e reperibilità dei farmaci

Sui cittadini gravano anche i costi dei farmaci, anch’essi in aumento dallo scorso anno: la spesa privata diventa così insostenibile, soprattutto per i farmaci di fascia C (non passati dal SSN, e quindi totalmente a carico dei cittadini), per l’onere derivante dalla differenza di prezzo fra brand e generico, e per l’aumento del ticket.

Particolarmente problematica risulta essere anche la reperibilità dei farmaci. In particolare l’accesso ai farmaci per l’Epatite C: questo per mancanza di informazioni, per le limitazioni imposte dai criteri d’accesso stabiliti da AIFA, per le difficoltà causate del numero ristretto dei centri prescrittori ed erogatori sul territorio, e dai tempi per l’erogazione dei nuovi farmaci.

Assistenza domiciliare e territoriale

Per gli italiani, l’assistenza sanitaria offerta a livello territoriale è peggiorata rispetto al passato, con grandi differenze tra una città e l’altra: sono stati segnalati infatti moltissimi disagi nell’ottenere le prestazioni di assistenza sanitaria e sociale sul territorio, quindi nelle strutture o al domicilio.

Quasi un cittadino su tre, il 30,5%, evidenzia problemi con l’assistenza primaria di base, soprattutto per rifiuto prescrizioni da parte del medico, anche per effetto del decreto appropriatezza, e per l’inadeguatezza degli orari dello studio del medico di base. La carenza di personale rappresenta una ulteriore criticità: per il 16,6% degli intervistati ci sono problemi all’interno delle strutture residenziali come Rsa e lungodegenze, dovuti agli eccessivi costi della degenza, alla scarsa assistenza medico-infermieristica, e alle lunghe liste di attesa per l’accesso alle strutture. C’è chi (il 15%) ha problemi con la riabilitazione, in particolare in regime di degenza, valutato il più delle volte di scarsa qualità – e in quasi un caso su quattro addirittura assente per la carenza di strutture o posti letto. La riabilitazione a domicilio a volte viene sospesa all’improvviso, altre non si riesce nemmeno ad attivare. Il 14,3% delle segnalazioni riguarda infine criticità nell’assistenza domiciliare: in un caso su tre mancano le informazioni su come attivarla, a volte c’è una burocrazia eccessiva che causa non poche difficoltà, altre volte ancora il servizio non è proprio previsto.

Invalidità ed handicap

Il riconoscimento di una situazione di invalidità risulta nella maggior parte dei casi molto, molto lento. In un caso su quattro si lamenta un esito dell’accertamento inadeguato alle condizioni di salute, e sono lunghi anche i tempi di erogazione dei benefici economici e delle agevolazioni.

Per quanto riguarda la lentezza della burocrazia, il 52,6% riscontra problemi nella presentazione della domanda, il 18,5% attese troppo lunghe per la convocazione alla prima visita (circa 7 mesi, in media). Il 14,8% lamenta tempi lunghi per la convocazione alla visita di aggravamento, il 10,4% per la ricezione del verbale definitivo (9 mesi), e per l’erogazione dei benefici economici, 12 mesi.

Pronto soccorso in affanno

Molti cittadini segnalano problematiche nell’assistenza ospedaliera e nella mobilità sanitaria; è soprattutto nelle urgenze che emergono i problemi più grossi, lunghe attese e procedure non trasparenti. È soprattutto l’area della emergenza urgenza ad essere nel mirino delle lamentele delle persone che segnalano anche lunghe attese al Pronto soccorso.

I cittadini denunciano di vedersi spesso rifiutato il ricovero (34,5%), o di ottenerlo in un reparto inadeguato (21,4%). Segnalano anche la mancanza di servizi e reparti, soprattutto in oncologia, neurologia e ortopedia.

Rispetto allo scorso anno, sono aumentate le segnalazioni sulle dimissioni: per il 58,8% sono improprie, il 29,2% ha difficoltà ad essere preso in carico dal territorio dopo la dimissione, difficoltà che purtroppo riguardano anche i malati nella fase finale della vita (11,8%).

Sappiamo bene che quello della mobilità sanitaria è un fenomeno piuttosto diffuso nel nostro Paese: sono in tanti costretti a spostarsi, in un’altra regione, o addirittura all’estero, per ricevere cure adeguate. E anche qui ci sono problemi con i tempi dei rimborsi (48,7%) e anche a ricevere l’autorizzazione da parte della Asl di riferimento (30,8%).

 

Tags: cittadinanzattiva, liste d'attesa, pronto soccorso, rapporto pit salute, sanità, sanità pubblica, servizio sanitario nazionale
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manopulo
manopulo
Bolognese di nascita e quasi romana d’adozione, mi sono laureata in Scienze della comunicazione pubblica, sociale e politica, e specializzata prima con un Master in diritto parlamentare e valutazione delle politiche pubbliche e poi con un Master in Digital PR e Media Relations. Ho avuto diverse esperienze nel settore della comunicazione; dopo più di tre anni passati nell'ufficio stampa di un gruppo parlamentare alla Camera dei deputati, ora lavoro nell'ufficio Comunicazione e Marketing di Health Italia.

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