L’intervista al presidente della Fondazione CNAO, Erminio Borloni
L’adroterapia è una tecnica oncologica innovativa che prevede l’utilizzo di fasci di particelle, protoni e ioni carbonio (particelle atomiche più pesanti e dotate di maggiore energia degli elettroni, e quindi più precise ed efficaci), che colpiscono in modo mirato e preciso le cellule tumorali, preservando i tessuti sani. In questo modo l’adroterapia permette di somministrare dosi più intense di radiazioni, aumentando le possibilità di successo del trattamento in pazienti con determinate caratteristiche. È una tecnica innovativa e non è sostitutiva della radioterapia, ma è necessaria nei casi in cui non è possibile trattare il tumore con la tradizionale radioterapia ai raggi X, o per curare i tumori non operabili perché troppo vicini a organi o tessuti sensibili come occhi, nervi, cervello o intestino, che devono essere preservati dagli effetti collaterali delle radiazioni.
L’adroterapia, con la firma del Decreto Ministeriale sui nuovi Livelli Essenziali d’Assistenza (LEA), è entrata definitivamente a far parte delle terapie sostenute dal Sistema Sanitario Nazionale.
Grazie al provvedimento, tutti i cittadini potranno avere accesso diretto alle cure, servizio che fino ad oggi era erogato solo all’interno del Sistema Sanitario Regionale di Lombardia ed Emilia Romagna. I pazienti provenienti da altre regioni potevano accedere alle cure solo dopo l’autorizzazione della propria ASL di residenza.
In Italia è presente uno dei 6 centri al mondo che effettua l’adroterapia con protoni e ioni carbonio per tumori non operabili e resistenti ai tradizionali trattamenti radioterapici, la Fondazione CNAO, Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica. Health Online ha intervistato il Presidente, Erminio Borloni.
L’adroterapia è stata inserita nei nuovi Livelli Essenziali d’Assistenza (LEA). Quali sono le novità?
“Grazie al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sui nuovi Livelli Essenziali d’Assistenza (LEA), tutti i pazienti potranno avere accesso diretto all’adroterapia senza dover sostenere i costi delle cure, che saranno a carico del Sistema Sanitario Nazionale. È un risultato importante ed è incoraggiante perchè l’adroterapia è la cura più indicata per molti tumori che non sono operabili o che non rispondono alla radioterapia convenzionale ai raggi X”.
Quali sono i tumori trattati con l’adroterapia?
“Il decreto sui nuovi LEA prevede trattamenti di adroterapia (protoni e ioni carbonio) per dieci patologie tumorali: cordomi e condrosarcomi della base del cranio e del rachide, tumori del tronco encefalico e del midollo spinale, sarcomi del distretto cervico-cefalico, paraspinali, retroperitoneali e pelvici, sarcomi delle estremità resistenti alla radioterapia tradizionale (osteosarcoma, condrosarcoma), meningiomi intracranici in sedi critiche (stretta adiacenza alle vie ottiche e al tronco encefalico), tumori orbitari e periorbitari (ad esempio seni paranasali), incluso il melanoma oculare, carcinoma adenoideo-cistico delle ghiandole salivari, tumori solidi pediatrici, tumori in pazienti affetti da sindromi genetiche e malattie del collageno associate ad un’aumentata radiosensibilità, recidive che richiedono il ritrattamento in un’area già precedentemente sottoposta a radioterapia.
Grazie agli ioni carbonio trattiamo anche altre patologie radioresistenti, come tumori al pancreas, al fegato, prostata ad alto rischio, recidive di tumori del retto e glioblastomi operati,. Ci auguriamo che presto anche le patologie attualmente non previste possano rientrare tra i nuovi LEA, grazie ai lavori della Commissione ministeriale”.
Quali sono gli strumenti dell’adroterapia?
“I fasci di protoni e ioni carbonio sono prodotti da un acceleratore di particelle (sincrotrone), simile a quelli del CERN di Ginevra, alla cui realizzazione hanno lavorato 600 aziende e a cui hanno collaborato numerosi enti tra cui INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), le Università di Pavia e Milano, il Politecnico di Milano e il CERN di Ginevra. Il sincrotrone del CNAO può generare sia fasci di protoni che di ioni carbonio, particelle più pesanti e dotate di maggiore energia, capaci di spezzare con maggiore forza il DNA delle cellule tumorali e impedire loro di riprodursi”.
Ad oggi quanti sono i pazienti curati presso il vostro centro?
“Dal 2011 a oggi abbiamo già trattato con adroterapia oltre 1200 pazienti, italiani e stranieri. Pur considerando che il periodo di osservazione dei pazienti è ancora breve, l’adroterapia si è rilevata efficace nel contrastare e fermare la malattia in percentuali comprese tra il 70% e l’80% dei casi, a seconda delle tipologie di tumore trattate. Sono dati analoghi a quelli rilevati in Giappone, dove l’adroterapia è utilizzata dall’inizio degli anni ’90.”
Quali sono gli obiettivi per il futuro?
“Continuare a lavorare con le istituzioni per estendere l’utilizzo dell’adroterapia a tutte le patologie per cui si sta dimostrando efficace e incrementare l’attività di ricerca. Ad esempio, vogliamo portare avanti studi clinici per la misurazione dell’efficacia dell’adroterepia su tumori del pancreas, del polmone e dell’encefalo. Per il 2017 è previsto il completamento di una nuova sala sperimentale del CNAO dove il fascio di ioni carbonio sarà utilizzato per esperimenti di radiobiologia e per ricerca industriale, con test su componenti elettronici.
In programma ci sono inoltre studi su una nuova forma di radioterapia (Boron Neutron Capture Therapy – BNCT), che consentirà di colpire i tumori metastatizzati”.