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L’azienda ospedaliera – Università di Modena eccellenza italiana nel campo della ricerca
Il Ministero della Salute premia i ricercatori dell’AOU finanziando otto progetti in diverse discipline
Ancora una volta una struttura italiana si conferma eccellenza nel campo della ricerca. L’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, è protagonista della Ricerca Finalizzata 2021 del Ministero della Salute risultando vincitrice in 5 dei 9 progetti del Bando che hanno visto come Destinatario Istituzionale la Regione Emilia-Romagna. A questi si aggiunge un progetto Starting Grant (SG) per un ricercatore con età inferiore ai 33 anni. Il progetto SG si propone di offrire una prima opportunità di ricerca indipendente al giovane ricercatore, con l’obiettivo di favorirne una carriera autonoma nel campo della ricerca sanitaria. I progetti di ricerca di durata triennale hanno un esplicito orientamento applicativo e l’ambizione di fornire informazioni potenzialmente utili ad indirizzare le scelte del Servizio sanitario nazionale medesimo, dei pazienti e dei cittadini.
La somma dei finanziamenti è di circa 4 milioni di euro, 2 milioni per la ricerca Finalizzata e 2 milioni dal PNRR.
“Si tratta di un risultato importante – ha commentato il Magnifico Rettore Unimore, Prof. Carlo Adolfo Porro -, che vede premiato l’impegno di colleghe e colleghi che hanno presentato progetti tanto innovativi. L’ambito della ricerca Finalizzata in campo medico è ormai un’eccellenza, consolidatasi negli anni e resa possibile grazie alla disponibilità di laboratori con strumenti di indagine all’avanguardia e di professionisti validi e competenti. A tutti e tutte loro i miei rallegramenti.”
Il progetto del prof. Riccardo Magistroni sul rene policistico è risultato primo in Italia nella sua categoria.
“Il rene policistico autosomico dominante – ha raccontato il prof. Riccardo Magistroni, nefrologo del Policlinico di Modena e docente UNIMORE – è una grave malattia renale che determina il progressivo accumulo di cisti renale e conseguente insufficienza renale. A causa di questa condizione i pazienti sono costretti ad iniziare la dialisi o a ricevere un trapianto renale. Studi animali hanno dimostrato che una dieta chetogenica può rallentare l’evoluzione della malattia. Una dieta chetogenica è una dieta con un contenuto estremamente basso di zuccheri; infatti, le cellule che costituiscono le cisti sono particolarmente voraci di glucosio. Questo trial clinico vuole dimostrate l’efficacia clinica della dieta chetogenica nel rallentare la malattia”.
Il progetto sulle epilessie rare del prof Meletti è stato l’unico finanziato in Regione nella categoria Malattie Rare.
“Le epilessie rare – ha detto il prof. Stefano Meletti – e le encefalopatie epilettiche dello sviluppo comprendono un insieme di malattie rare, spesso geneticamente determinate, associate a crisi resistenti ai farmaci e a disturbi cognitivi. Questo progetto ha l’obiettivo di validare un sistema di monitoraggio elettroencefalografico (EEG) indossabile e minimamente invasivo per la registrazione continua dei pazienti per periodi di settimane/mesi a casa. Il progetto permetterà di valutare l’utilità clinica di questa tipologia di monitoraggio domiciliare in condizioni in cui il rilevamento preciso dell’attività epilettica è essenziale per la gestione dell’efficacia dei trattamenti”. Il progetto multicentrico sarà condotto insieme con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma (dr. N. Specchio), la AOU di Trieste (prof. P. Manganotti), e la AOU Federico II di Napoli (dr.ssa L.Bilo).
Tra gli altri progetti vincitori nel Bando della Ricerca Finalizzata 2021 Ministero della Salute ci sono:
- “A geroscience approach to post-acute COVID-19 syndrome (PACS) by Diet and Exercise plus rapamycin or metformin to treat Frailty and restore immune functions: a randomized, single center clinical trial” – PI Prof. Giovanni Guaraldi.
“Molte persone che hanno avuto il COVID – ha spiegato il prof. Giovanni Guaraldi, infettivologo dell’AOU di Modena e docente UNIMORE – sperimentano una accentuazione e talora una accelerazione del fenomeno di invecchiamento. L’ambulatorio Long-COVID dell’AOU Policlinico, da me diretto, in collaborazione con il laboratorio di Immunologia del prof. Andrea Cossarizza, intende sperimentale, in uno studio randomizzato, farmaci potenzialmente in grado di modificare le alterazioni immunologiche associate all’invecchiamento. L’obiettivo dello studio è fare risolvere la fragilità delle persone con Long-COVID facendo nuovamente coincidere l’età anagrafica con l’età biologica”.
- “Neurosteroids against Neuroinflammation: a way to fight Neurodegeneration in Amyotrophic Lateral Sclerosis? (NeurALStop)” – PI Prof.ssa Jessica Mandrioli
“I neurosteroidi (NS) – ha ricordato la dottoressa Jessica Mandrioli, neurologa dell’Ospedale Civile – sono molecole neuroprotettive endogene prodotte da neuroni e cellule gliali, per i quali abbiamo preliminarmente riscontrato una riduzione quasi generalizzata nel liquido cerebrospinale dei pazienti con SLA, suggerendo che potrebbero essere coinvolti nella patogenesi e/o progressione della patologia. In questo studio caso-controllo su una ampia coorte ben definita di pazienti con SLA e controlli sani, esploreremo i diversi percorsi di disregolazione immunitaria nella SLA per confermare se e come la compromissione dei neurosteroidi gioca un ruolo nella malattia. Lo studio è condotto in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia (Prof. G. Biagini) e con l’AOU Careggi di Firenze (Prof. A. Amedei).
- “Exploring the role of Notch2 in mediating drug resistance in Chronic Lymphocytic Leukemia” – Giovane Ricercatrice PI Dott.ssa Stefania Fiorcari
“Il progetto – ha spiegato la dottoressa Stefania Fiorcari, dirigente Biologo presso Struttura Complessa di Immunotrasfusionale, diretta dal dottor Giovanni battista Ceccherelli – si svolgerà presso i laboratori di Ematologia del COM, con l’equipe del prof. Roberto Marasca e del prof. Mario Luppi, si propone di definire il ruolo di Notch2 come nuovo possibile target biologico nella leucemia linfatica cronica (LLC) analizzando il suo coinvolgimento nell’evoluzione, progressione e sviluppo di resistenza ai farmaci in uso nella pratica clinica. La motivazione dello studio parte dalla consapevolezza che sebbene importanti progressi siano stati compiuti nel trattamento della LLC, questa resta ad oggi una malattia incurabile. Le conoscenze che scaturiranno sono in linea con la necessità di individuare nuovi marcatori biologici che potranno aiutare ad ottimizzare i programmi terapeutici permettendo una terapia sempre più mirata e personalizzata”.
- “Intravenous Fosfomycin in hospitalized patients with complicated urinary tract infections due to Third-generation cephalosporin-resistant Enterobacterales” – Giovane Ricercatrice PI Dott.ssa Marianna Meschiari
“Le infezioni delle vie urinarie – ha detto la dottoressa Marianna Meschiari, infettivologa – sono la causa più frequente di infezioni sia in ospedale che in comunità. Purtroppo, in tutta l’Europa meridionale e in Italia in particolare, la resistenza antimicrobica in continuo aumento limita le opzioni terapeutiche disponibili per il trattamento di queste infezioni. Per questo i carbapenemi sono diventati l’opzione terapeutica di prima linea per il trattamento delle infezioni da Enterobacterales resistenti alle cefealosporine favorendo l’instaurarsi di un circolo vizioso che amplifica il problema già gravoso dell’AMR negli ospedali. Il nostro sarà uno studio multicentrico, open-label, randomizzato controllato condotto in diversi centri in Italia (Modena, Bologna e Napoli) volto a individuare strategie terapeutiche efficaci che possano risparmiare i carbapenemi nella gestione delle infezioni complicate del tratto urinario. Come comparatore è stato scelto la fosfomicina un “vecchio” farmaco che nella formulazione disodica parenterale sembra mostrare risultati promettenti nel trattamento di queste infezioni. Tuttavia, non vi sono studi conclusivi diretti di confronto verso la migliore strategia terapeutica esistente. Oltre all’efficacia del farmaco lo studio prevede come obiettivi secondari anche chiarire l’associazione la sensibilità in vitro, i geni di resistenza ai beta-lattamici e l’esposizione agli antibiotici mediante monitoraggio terapeutico del farmaco con la guarigione clinica. L’obiettivo a lungo termine sarà poi di valutare i cambiamenti nel microbiota intestinale mediante estrazione del DNA microbico dopo la terapia antibiotica”.
Il Bando della Ricerca Finalizzata prevedeva, inoltre, una sezione per gli Under 33 definita “Starting Grant”; in questa categoria è risultato vincitore il Progetto: “EStimating TREM2 modulation of ALS progression (ESTREMA)” – Under 33 PI della dott.ssa Cecilia Simonini.
“I meccanismi biologici alla base dell’insorgenza e della progressione della SLA – ha spiegato la dottoressa Cecilia Simonini, biologa, ricercatrice alla Neurologa dell’Ospedale Civile – sono ad oggi ancora poco conosciuti, tuttavia svariati studi scientifici dimostrano che un determinato comportamento della microglia possa svolgere un ruolo chiave nella SLA. TREM2 è un recettore che regola la proliferazione, la migrazione ed altre funzioni della microglia. Il nostro obiettivo è quello di valutare il ruolo di TREM2 da più punti di vista nei pazienti affetti da SLA per comprenderne meglio il funzionamento e valutare se possa essere utile nell’identificare nuove strategie terapeutiche.”
Inoltre, la graduatoria del Bando PNRR- Ministero della Salute ha portato ancora una volta l’AOU di Modena tra le migliori della Regione con altri due progetti finanziati.
- “Genetics and Environment iNtersection In the Amyotrophic Lateral Sclerosis – FrontoTemporal Dementia spectrum: an Italian Twins cohort studY with a Multi-Omics approach (GENIALITY)” – PI prof.ssa Jessica Mandrioli
“Questo studio – ha commentato la prof.ssa Jessica Mandrioli – ha lo scopo di creare una coorte longitudinale di gemelli con SLA/FTD italiani e una biobanca virtuale con raccolta di differenti campioni per uno studio multi-omico, al fine di trovare fattori di rischio o protettivi, ambientali o genetici che possano guidare la discordanza nei gemelli monozigoti o spiegare la diversa espressione fenotipica nelle coppie concordanti. Grazie ai progressi nelle scienze omiche, potremmo definire il profilo biologico dei diversi pazienti verso il quale indirizzare trattamenti personalizzati. Lo studio è condotto in collaborazione con l’AOU DI Torino (Dr.ssa C. Moglia), l’AOU Careggi di Firenze (Prof. A. Amedei) e l’AOU di Palermo (Prof. T. Piccoli)”.
- “Home ultra-long-term EEG monitoring for rare epilepsies and developmental and epileptic encephalopathies. An open-label nonpharmacological interventional prospective study by means of minimally invasive wearable EEG device” – PI Prof. Stefano Meletti
“Le epilessie rare – ha detto il prof. Stefano Meletti – e le encefalopatie epilettiche dello sviluppo comprendono un insieme di malattie rare, spesso geneticamente determinate, associate a crisi resistenti ai farmaci e a disturbi cognitivi. Questo progetto ha l’obiettivo di validare un sistema di monitoraggio elettroencefalografico (EEG) indossabile e minimamente invasivo per la registrazione continua dei pazienti per periodi di settimane/mesi a casa. Il progetto permetterà di valutare l’utilità clinica di questa tipologia di monitoraggio domiciliare in condizioni in cui il rilevamento preciso dell’attività epilettica è essenziale per la gestione dell’efficacia dei trattamenti”. Il progetto multicentrico sarà condotto insieme con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma (dr. N. Specchio), la AOU di Trieste (prof. P. Manganotti), e la AOU Federico II di Napoli (dr.ssa L.Bilo).