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Ordinare cibo a domicilio. Spopolano le richieste culinarie 3.0

8 Giugno 2018

“Tutto il giorno di corsa e adesso non ci vedo più dalla fame”. Recitava così un famoso spot pubblicitario di qualche tempo fa e si può sostenere, a giusta causa, che la frenesia inscenata dal piccolo schermo è ormai diventata una caratteristica dell’epoca contemporanea in cui spesso non si è padroni del proprio tempo. Spazio che viene a mancare anche nel momento in cui è necessario badare a un sano regime dietetico. Non è un caso che negli ultimi anni siano aumentati i servizi di consegna a domicilio, a casa e a lavoro, dai ristoranti.

In tutta Italia, infatti, sono sempre di più i seguaci del “Food Delivery”, ossia della consegna del cibo a domicilio , che si è adeguata ai tempi del 2.0. Se, infatti, ordinare qualcosa con una telefonata al bar o al ristorante più vicino è spesso una consuetudine, mediante un’applicazione è possibile estendere il ventaglio di proposte.

Per ordinare cibo a domicilio il sistema è molto semplice: non serve più chiamare, si effettua l’ordine via app e vengono recapitate le pietanze richieste all’indirizzo indicato. In questo modo si ha a disposizione un vasto menù, offerto da più ristoranti, hamburgerie, ma anche piadinerie e take-away etnici presenti in città.

La vera novità è fornita dal fatto che l’applicazione presente sullo smartphone permette di selezionare il locale di provenienza, la pietanza desiderata e chiaramente il prezzo. Nelle grandi città questi servizi sono già coperti da più operatori. In Italia se ne contano almeno una dozzina, ma tutti operano soprattutto nelle grandi città.

Secondo dei dati diffusi dall’Osservatorio di Just Eat gli ordini digitali per il pranzo nei giorni lavorativi è aumentato del +137% dei pranzi in 15 città italiane. Tra i lavoratori che ordinano di più a domicilio ci sono i Millennials e le donne. Tra chi ordina a domicilio il 41% sono impiegati, il 18% liberi professionisti, il 33% studenti. Molti scelgono piadine e pizza. Il 36% degli italiani che usano questi servizi ordina mediamente a pranzo 2-3 volte al mese e il 32% lo fa in compagnia per gruppi di 3-4 colleghi. Il 20% paga con i buoni pasto, quasi il 50% con carta di credito, ma con Just Eat il 33% paga in contanti. Sia le grandi città che quelle di medie dimensioni mostrano grandi crescite di fatturati. Nelle grandi metropoli, i servizi di “delivery on demand” (di consegna a domicilio) sono sempre più diffusi, meno nei piccoli centri.

Si tratta di applicazioni che funzionano grazie a convenzioni siglate tra gli operatori, che sostanzialmente fanno da intermediari tramite l’app tra i ristoranti esistenti in città (quindi l’origine del cibo è indicata in modo chiara) e gli acquirenti. Le città già coperte da Foodracers sono Bergamo, Brescia, Castelfranco, Como, Cremona, Forlì, Lucca, Mestre, Montebelluna, Padova, Parma, Pavia, Piacenza, Pordenone, Ravenna, San Donà di Piave, Trento, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Vicenza. I prezzi di consegna variano a secondo dell’ordine e dell’ammontare della spesa, di solito si tratta di 2-3 euro. Per Foodracers la spesa minima di consegna è di 2,5 euro.

A effettuare le consegne è una squadra di “racers” selezionati, persone che mettono a disposizione il loro tempo libero, senza vincoli di orari, nella logica della “sharing economy”. I fattorini incaricati della consegna guadagnano un minimo di 2,50 euro a consegna e viene trattenuto direttamente dal racer, oltre al sistema di” fidelity” che consente sconti a chi effettua più ordinazioni. Questi addetti, al netto degli inglesismi, vengono qualificati come lavoratori autonomi, come è emerso anche da una recente sentenza del Giudice del Lavoro di Torino nelle causa intentata da 5 fattorini a “Foodora”, un altro operatore del food delivery che copre le grandi città, in quanto sarebbero loro a decidere – rispondendo alla chiamata o meno – se effettuare la consegna.

Tags: alimentazione, domicilio, salute, tecnologia
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Alessandro Notarnicola
Alessandro Notarnicola
Mi occupo di giornalismo e critica cinematografica. Dopo la laurea in Lettere e Filosofia nel 2013, nel 2016 ho conseguito la Laurea Magistrale in "Editoria e Scrittura". Da qualche anno mi sono concentrato sull'attività della Santa Sede e sui principali eventi che coinvolgono la Chiesa cattolica in Italia e nel mondo intero.

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