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“Quello che i ragazzi non dicono”. I disturbi alimentari dei nostri figli

27 Giugno 2018

Una continua ricerca della linea perfetta. Essere magri equivale sempre di più all’essere belli e perfetti. Fotografare la propria silhouette per ottenere quanti più like. E infine la prova costume che costringe a diete ferree e a ore di allenamento in palestra, a casa o per strada per raggiungere gli obiettivi prefissati. Si tratta comportamenti e abitudini che se da un lato comportano sacrifici, dall’altro creano ansie e insicurezze negli adulti, che spesso si sentono costretti a inseguire una forma fisica perduta a causa di cattive abitudini acquisite nel corso degli anni, ma coinvolgono un numero sempre crescente di adolescenti. Cifre alla mano, oggi si registra sempre di più un aumento dei disturbi alimentari tra gli adolescenti. Sono oltre tre milioni le persone che ne soffrono in Italia e fra questi, 2,3 milioni sono under 20, che sempre più frequente hanno a che vedere con disturbi quali l’anoressia, la bulimia e problemi da alimentazione incontrollata. “In questo momento in Italia, come in tutto il resto del mondo, stiamo assistendo a un’epidemia sociale, che riguarda fasce di popolazione sempre più estese e, in maniera preoccupante, le ragazze già dai 12 anni di età”. A dichiararlo è Nan Coosemans, family coach che dagli anni 90 lavora nel mondo dello sviluppo personale a contatto con bambini e adolescenti aiutandoli nel proprio percorso di crescita personale e autrice del libro ‘Quello che i ragazzi non dicono’ (Sperling & Kupfer).

L’autrice si concentra sulla ragione da cui prendono principio questi meccanismi che scatenano i disturbi alimentari in età adolescenziale. La Family Coach illustra alcune delle cause più comuni di certi comportamenti:

1) Da piccoli vengono spesso ‘iniziati’ al gioco con Barbie e Superman, due figure molto popolari e ‘innocue’ che creano una sorta di ancoraggio fuorviante, “Un’immagine di perfezione irreale a cui il cervello rimanderà costantemente quando ci si riferisce alla forma fisica”, spiega la Coosemans.

2) A rafforzare questa idea interviene il modello fornito dai media: TV, giornali, pubblicità, tutto mostra fotomodelle, attori, veline, presentatori ecc. con fisici scultorei, capelli perfetti, protesi e ritocchi di ogni sorta. “Questo bombardamento quotidiano contribuisce a imprimere nel cervello immagini false e irraggiungibili, da cui ci si sente sempre più distanti, contribuendo a creare una frustrazione crescente”.

3) I messaggi pubblicitari: delle creme per ‘rimodellare’ il corpo in poi, il messaggio di sottofondo che i ragazzi percepiscono è quello di non essere mai all’altezza.

4) Il potere degli “amici”: i ragazzi e le ragazze crescono e spuntano le ‘forme’. Cominciano a guardarsi intorno, e a fare inevitabili paragoni con gli amici. “Vogliono avere jeans della stessa marca, sentirsi parte del ‘branco’, accettati e anche ammirati. Capita così che quando ritengono i propri canoni estetici lontani dai ‘parametri di riferimento’ si sentano esclusi, demoralizzati, tagliati fuori e finiscano per mettere in discussione il proprio valore intrinseco”.

5) Non sottovalutare l’influenza degli ormoni: gli adolescenti sono insicuri per definizione, “Quando ci si mette anche il corpo e intervengono i cambiamenti ormonali, si trasformano in spietati auto-critici”, precisa ancora Coosemans.

I genitori però nella maggior parte dei casi si trovano spiazzati di fronte a questi problemi e non sanno come aiutare i propri figli. Coosemans a questo proposito formula alcuni consigli utili per spronare i giovani a uscire dal momento difficile e a riprendere un rapporto equilibrato con la propria immagine:

1) Per prima cosa è necessario evitare di fare commenti rispetto alle persone intorno, evitando di trasmettere il messaggio che la bellezza sia un merito e una chiave sicura per la felicità. “Frasi come ’Lui è grasso, fa schifo’, così come ‘lei è bella e magra’, non fanno che ribadire al figlio che deve essere in un certo modo per andare bene ed essere accettato”.

2) “Piuttosto – dichiara la coach – è una buona abitudine parlare di salute, di quanto sia importante mangiare sano e seguire semplici regole per un’alimentazione equilibrata. Il focus principale deve restare la salute, essere attraenti è una diretta conseguenza”.

3) Mangiate bene a casa, fate sport, siate l’esempio giusto per i vostri figli. “Se il ragazzo non vede coerenza fra messaggio e comportamento si sentirà legittimato a seguire ciò che gli fa più comodo e lo mette meno alla prova”.

4) Se pensi che tuo figlio sia grasso (o grassa) non esprimerlo mai perché crei le fondamenta per un pensiero pericoloso, oltre che dannoso. “Piuttosto mettiti in posizione d’ascolto, cerca di andare a fondo delle cause che lo hanno portato al sovrappeso, fallo sentire amato e apprezzato a prescindere e offrigli il tuo aiuto concreto: fissa con lui un appuntamento dal dietologo, coinvolgilo nella spesa e nella preparazione dei piatti, fallo sentire parte attiva del suo stesso cambiamento. Così facendo creerai un meccanismo che da adulto sarà in grado di ripetere e gestire da solo”, aggiunge Coosemans.

5) Evita di ripetere frasi come “Amore ma che dici, sei bellissima”, che non fanno che peggiorare la situazione quando i ragazzi non si sentono abbastanza belli o in pace con il proprio corpo. “Meglio piuttosto mostrare che prendiamo la questione sul serio, dicendo ad esempio “Mi dispiace che tu ti senta così” e spingendoli ad aprirsi e a spiegare come vedono se stessi, cosa vorrebbero migliorare, cosa pensano non vada bene”.

 

Tags: adolescenti, anoressia, bulimia, disturbi alimentari, famiglia, psicologia
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Alessandro Notarnicola
Alessandro Notarnicola
Mi occupo di giornalismo e critica cinematografica. Dopo la laurea in Lettere e Filosofia nel 2013, nel 2016 ho conseguito la Laurea Magistrale in "Editoria e Scrittura". Da qualche anno mi sono concentrato sull'attività della Santa Sede e sui principali eventi che coinvolgono la Chiesa cattolica in Italia e nel mondo intero.

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