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Reflusso gastroesofageo: quando la causa è lo stress
Stress e mal di stomaco vengono spesso associati, come se l’uno fosse la causa dell’altro. In realtà un legame tra il reflusso gastroesofageo e una situazione di stress esiste ma non è così diretto come si pensa.
Infatti, nonostante sia possibile che in momenti particolarmente difficili si verifichi un ritorno del contenuto gastrico, non si può considerare lo stress come una causa diretta del reflusso gastroesofageo. È importante quindi cercare di capire quale sia il legame tra lo stress generato da situazioni particolarmente pesanti per noi, causate per esempio dal lavoro o dallo studio, e la risalita dell’acido contenuto nello stomaco attraverso l’esofago.
Reflusso gastroesofageo: che cos’è?
Prima di tutto, cerchiamo di capire cosa sia il reflusso gastroesofageo e come funziona.
Il reflusso gastroesofageo è una condizione che si verifica nel momento in cui i succhi gastrici contenuti all’interno dello stomaco effettuano un’eccessiva risalita tanto da entrare in contatto con la parete dell’esofago provocando un bruciore dietro allo sterno e, di conseguenza, un rigurgito acido.
Le cause principali del reflusso gastroesofageo possono essere ritrovate in fattori come quelli anatomici, ormonali, funzionali, farmacologici e alimentari e possono causare un indebolimento del tono dello sfintere esofageo inferiore, cioè quell’apparato che ha proprio lo scopo di impedire che avvenga un reflusso.
Così quando la pressione della zona diminuisce per lasciar passare il cibo fino allo stomaco, il materiale acido risale con più facilità filo all’esofago causando il reflusso gastroesofageo.
Questa situazione normalmente si verifica durante la giornata e in particolare dopo i pasti. Tuttavia è possibile che il reflusso gastroesofageo di verifichi più frequentemente diventando una vera e propria malattia.
Reflusso gastroesofageo: quali sono i sintomi?
I sintomi del reflusso gastroesofageo possono essere sia “tipici” che “atipici”. Tuttavia, quelli più comuni sono il bruciore di stomaco, o indigestione acida, che è caratterizzato da una sensazione di bruciore e fastidio nelle zone dello stomaco, ma anche di petto e addome; il rigurgito che a causa della risalita degli acidi dallo stomaco alla gola lascia un sapore amaro e acre che nei soggetti più suscettibili può provocare anche vomito; e la dispepsia, cioè la difficoltà di digerire gli alimenti assunti durante i pasti e può portare con sé nausea e vomito, dolore addominale ed eruttazione.
La presenza di questi sintomi, quindi, può suggerire che vi sia in corso un’infiammazione dell’esofago e possono verificarsi sia dopo aver fatto un pasto molto abbondante, sia quando ci si piega in avanti facilitando la risalita dell’acido, sia quando si è sdraiati, in particolar modo in posizione supina.
Reflusso gastroesofageo: che legame c’è con lo stress?
Riguardo al legame che sussiste tra il reflusso gastroesofageo e lo stress, sono state avanzate diverse ipotesi.
Principalmente sono state suggerite le conseguenze che una situazione di stress può avere sulla nostra alimentazione che, come abbiamo già accennato, può essere uno dei fattori scatenanti di questa condizione.
Infatti, quando si è particolarmente stressati, è facile sfogare le proprie frustrazioni sul cibo, aumentando così le quantità e andando a scegliere anche cibi non proprio salutari. Non solo, i fumatori o chi consuma bevande alcoliche, in situazioni di stress, tende ad aumentare il consumo di sigarette e alcolici andando ad influenzare negativamente la digestione. Infine, lo stress è anche la causa di disturbi del sonno, fondamentale anch’esso per garantire il giusto funzionamento del nostro organismo.
Situazioni di questo tipo generano all’interno del nostro corpo uno scombussolamento tale che l’organismo, come atto di difesa, cerca di reindirizzare la sua energia verso gli organi vitali, come cuore e polmoni, e verso i muscoli, andando a privare lo stomaco di ossigeno ed enzimi, necessari ai processi digestivi. Così facendo la digestione rallenta e di conseguenza aumenta l’acidità.
Questo è sostanzialmente il legame che sussiste tra lo stress ed il reflusso gastroesofageo: una situazione difficile a livello psicologico può causare in maniera indiretta un aumento delle secrezioni acide nello stomaco, un rilassamento dello sfintere esofageo e quindi la formazione di reflusso acido.
Gli studi svolti per dimostrare una relazione di causa-effetto hanno mostrato solo che lo stress può aumentare la sensibilità dell’esofago a contatto con l’acido ed è emerso che i soggetti che soffrono di reflusso gastroesofageo e, allo stesso tempo, soffrono anche di ansia cronica, hanno maggiori probabilità di vedere il proprio reflusso gastroesofageo aggravarsi durante i periodi di stress.
Risulta quindi evidente quanto sia importante ridurre situazioni di stress per poter alleviare i sintomi del reflusso gastroesofageo. A tale scopo è possibile ricorrere a metodi di rilassamento come lo yoga e la meditazione, ma anche semplicemente dedicare un po’ di tempo a sé stessi e alle proprie passioni, così da liberare la mente e ridurre le preoccupazioni che causano ansia.
Tuttavia, è importante non sottovalutare mai il reflusso gastroesofageo ed evitare di auto-diagnosticarsi il problema e tentare di curarlo da sé, soprattutto se la condizione è di tipo congenito o cronico. Nel momento in cui il reflusso gastroesofageo tenda a ripresentarsi con più frequenza, infatti, la soluzione migliore è sempre quella di recarsi dal proprio medico di fiducia.