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Scrivere un diario allontana dalla depressione
A volte si ritiene che esternare i propri stati d’animo con emozioni, sensazioni e dubbi che procurano ansia e insonnia, non sia del tutto utile. Al silenzio però è sempre preferibile uno sfogo sano che procuri distensione sciogliendo ogni angoscia. Se non si desidera affidare le proprie confessioni a qualcuno, un amico, un parente e o un qualsiasi altro punto di riferimento esterno alla propria cerchia di conoscenti, allora si potrebbe prendere carta e penna e riversare tutto il malessere in un comune diario. E’ questa la proposta degli psicologi i quali dimostrano che dedicare qualche ora al giorno alla scrittura creativa sarebbe in grado di ridurre lo stress e alleviare la sofferenza mentale di chi è depresso.
Dedicarsi a un diario è un’abitudine che, almeno fino a qualche anno fa, era diffusa soprattutto tra i più giovani. Del resto, la stessa letteratura insegna che racchiudere i “segreti” nelle pagine di un quadernetto è una tendenza degli adolescenti, si pensi ad esempio ad Anna Frank che ha raccontato luci e ombre della “prigionia” vissuta da se stessa e dalla propria famiglia, e ancora a tanti altri autori. Scrivendo i propri pensieri a fine giornata, i giovani avevano l’impressione di riuscire a comprendere meglio se stessi e il mondo che vivevano ogni giorno. Maturando con gli anni abbandonano questa abitudine gettandosi nel confusionario, a volte poco chiaro e protettivo, mondo degli adulti. Eppure, proprio a causa dello stress provocato, l’annotare i pensieri potrebbe essere uno dei metodi più efficaci per scaricare la tensione e migliorare il benessere psicofisico.
Stando infatti all’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), la depressione è la causa principale di disabilità in tutto il mondo. Le loro stime indicano oltre più di 300 milioni di persone che convivono con questa patologia. Non esistono rimedi rapidi per curarla, tuttavia dedicarsi ad attività creative rappresenta un ottimo primo passo verso la guarigione. Molti ospedali, infatti, aiutano i pazienti a rimettersi in salute dedicando qualche ora al giorno alle attività artistiche. Il professore di psicologia James Pennebaker ha scoperto che tenere un diario può ridurre la probabilità di ammalarsi e portare benefici al sistema immunitario nel breve periodo. Anche la ricercatrice di psicologia positiva Megan Hayes conferma i benefici della scrittura. Ritiene che possa portare con sé emozioni positive e appagamento, alleviando così la sofferenza mentale.
Hans Christian Andersen, Isaac Asimov, Ingmar Bergman, Winston Churchill, Joseph Conrad, Charles Darwin, Johnny Depp, Charles Dickens, Bob Dylan, Eminem, William Faulkner, Harrison Ford, Friedrich von Hayek, Stephen King, Hugh Laurie, John Lennon, Abraham Lincoln, Gustav Mahler, Henri Matisse, Herman Melville, Michelangelo Buonarroti, Wolfgang Amadeus Mozart, Isaac Newton, Brad Pitt, Edgard Allan Poe, Janet K. Rowling, Robert Schumann, Mark Twain, Walt Whitman, Robin Williams. Sono personaggi famosi accomunati proprio da questo stretto legame tra la depressione e la creatività. Tutti loro infatti sono famosi per qualche forma di creatività, ma in pochi sanno che hanno anche sofferto o soffrono di depressione grave. Dei rapporti tra malattie mentali, e in particolare depressione, e creatività o intelligenza, si discute da millenni. Molti hanno pensato, come Paolo Bianchi, che “il male di vivere è solo una maledetta forma di intelligenza”. Una tesi ottocentesca che ha accompagnato tanto la letteratura quanto la pittura. Tuttavia, in un modo o nell’altro ciò che resta al centro di questa supposizione è che esternare ciò che si ha dentro è sempre una forma di psicoterapia, la quale se proprio non si desidera seguire in compagnia di un esperto è fortemente consigliabile intraprendere con il supporto della scrittura, quel dialogo con se stessi che non svanisce così facilmente.