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Si può fotografare la gelosia? Da oggi sì
“La gelosia non è più di moda, è un’ironia che non si usa più”. La cantavano le sorelle del Trio Lescano negli anni ’30 del secolo scorso, è una costante dei nostri tempi, alle volte movente di casi di cronaca legati alla violenza sulle donne. Tuttavia, proprio per questa dimensione consistente nella società odierna, da oggi sarà possibile fotografare la gelosia entrando nel cervello umano, o di animali simili agli uomini. Secondo quanto rilevato su scimmie monogame (una specie dell’Amazzonia, titi) questo sentimento porta all’attivazione di aree neurali legate alla sofferenza dal sentirsi socialmente esclusi (corteccia cingolata) e aree che hanno un ruolo nel mantenimento del legame di coppia (setto laterale). Lo studio è stato pubblicato su Frontiers in Ecology and Evolution. “Comprendere neurobiologia e origine delle emozioni può aiutare a capire le nostre emozioni e le loro conseguenze”, ha spiegato Karen Bales della University of California. “La gelosia è particolarmente interessante dato il suo ruolo nei legami romantici e anche nella violenza domestica”. Le scimmie titi sono monogame e manifestano gelosia nel caso la propria compagna sia avvicinata da altri maschi. Gli esperti Usa hanno mostrato a scimmie maschi la propria femmina vicino a un maschio sconosciuto e rilevato che il maschio geloso attiva la corteccia cingolata.
Tuttavia, se per molti la gelosia è una dimostrazione d’amore alla Se mi lasci ti cancello, secondo altri essa spesso confluisce in una dimensione patologica che potrebbe causare gravi problematiche alla persona che ne soffre e a coloro che gli stanno accanto. Tutti, è cosa nota, se non addirittura storica, provano un pizzico di gelosia per la persona amata e questa è una situazione normale. Le cose mutano se poco per volta il sentimento si altera, diventando devastante e distruttivo. Sigmund Freud, da parte sua, evidenziava l’esistenza di tre tipi di gelosia:
– Competitiva, altrimenti detta “normale”, ma che già contiene in sé elementi potenzialmente pericolosi, come l’ostilità verso il rivale. Essa può interessare anche i minori, ad esempio nei riguardi di un fratellino o di una sorellina nati da poco. In questo caso toccherà ai genitori prestare attenzione affinché non venga a crearsi nei figli un nucleo di vulnerabilità alla gelosia che tenda poi a riproporsi, come un imprinting, nelle relazioni dell’età adulta.
– Proiettiva, quando il soggetto proietta sul partner i propri desideri di tradimento inappagati;
– Delirante, la forma più pericolosa, caratterizzata dalla convinzione paranoica dell’infedeltà del partner. Quest’ultimo tipo, inoltre, è spesso attribuito a disturbi piuttosto gravi della personalità e alla crescente difficoltà a controllare gli impulsi distruttivi. La persona gelosa, in particolare, subisce un vero e proprio terremoto a livello dei sistemi affettivo (ansia, depressione, paura, rabbia), neurovegetativo (aumento della pressione arteriosa, insonnia, tachicardia) e cognitivo (perdita della capacità di valutare la realtà in modo obiettivo).
La gelosia, d’altra parte, è anche fisiologica. Questo avviene quando essa è consapevole, quando è contenuta nei limiti della percezione obiettiva e soprattutto quando non pregiudica la capacità – in caso di perdita effettiva della persona amata – di oltrepassare il momento di crisi, la cosiddetta frattura, e aprirsi alla possibilità di una nuova relazione d’amore. Nel geloso delirante, invece, la consapevolezza manca del tutto e l’individuo corre il rischio diventare molto pericoloso anche nei riguardi della famiglia del compagno, o della compagna e dei suoi stessi figli. Si pensi, ad esempio, a uno degli ultimi casi di cronaca: Gessica Notaro, l’ex Miss Romagna 2007, che nella serata di martedì 10 gennaio è stata aggredita con l’acido dall’ex fidanzato capoverdiano, Eddy Tavares, ora condannato a una pena di 12 anni e al pagamento di 230 mila euro di risarcimento. È stato proprio il movente della gelosia ossessiva a guidare il gesto insano dell’uomo.