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Si può ridere anche senza Wi-fi. 10 minuti di risata al giorno proteggono cuore e cervello
“Ogni volta che un uomo ride aggiunge un paio di giorni alla sua vita”. Lo ha detto lo scrittore e poeta Curzio Malaparte, e oggi in occasione della Giornata mondiale della Risata, ricorrenza nata come manifestazione a favore della pace nel 1998 su iniziativa del medico indiano Madan Kataria, fondatore dello “Yoga della Risata”, lo ribadiscono quotidianamente esperti e specialisti della salute secondo cui ridere non solo fa bene alla vita ma migliora anche la società che ‘popoliamo’. Nel tempo in cui tutto è piuttosto frenetico e caotico ridere rappresenta la via più facile ed economica per raggiungere un equilibrio psico-fisico e svolgere le proprie attività, di studio e professionali, al meglio. Stando infatti a quanto sostengono studiosi e coach, per essere felici non serve cambiar vita, ma basta ridere per circa 10 minuti al giorno. Anche di fronte ai problemi. A molti potrebbe sembrare una sfida, ad altri, magari ai più atletici, una vera e propria prova che garantisce benefici alla salute. Ridere pertanto non solo rilascia endorfine, i tanto ricercati “ormoni della felicità”, ma aiuta anche a prevenire le malattie cardiovascolari, a tenere il cervello allenato e a contrastare ansia e depressione.
“Vivere senza malinconia”, cantava invece il celebre e ‘giocondo’ Carlo Buti ed è quello che consiglia un compendio elaborato da Espresso Communication per la Giornata Mondiale della Risata che prende in considerazione la lezione di Lee Berk, docente della Loma Linda University di Los Angeles, che ha dimostrato come la risata sviluppi nel cervello delle frequenze che sincronizzano l’attività neuronale e migliorano la memoria; o lo studio dei ricercatori dell’Università di Oxford, che hanno scoperto come il ridere assieme ad altre persone, per un tempo minimo di 15 minuti, aumenti del 10% la soglia del dolore. Il professor Maciej Buchowski, che insegna alla Vanderbilt University di Nashville, ha messo in luce l’impatto della risata sul mantenimento della forma fisica: ridere per 10-15 minuti consentirebbe al corpo umano di bruciare circa 50 calorie.
Insomma il metodo Patch Adams, fondatore della terapia del sorriso o clownterapia, a quanto pare è il più efficace per affrontare la vita: ma se un tempo si riteneva necessario far sorridere i pazienti dei nostri ospedali oggi invece è quanto mai vitale entrare nelle abitazioni private e negli uffici dove spesso si vive – o convive – in uno stato di tensione. La risata dunque è un antistress, una compressa salvavita, un accessorio di cui tutti siamo dotati e che funziona anche senza rete Wi-fi ad ogni altitudine (anche in cantina). Come osserva Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach in Italia a impiegare la risata nei suoi corsi, ridere aiuta le persone a dare meno peso ai problemi quotidiani. “Il riso – afferma a Repubblica.it – distoglie la mente e fa stare subito meglio. L’abitudine alla risata renderà tutto più semplice perché aiuta a trovare nuove idee e a uscire dal ristagno dei comportamenti obbligati. Non fa sparire il problema, ma permette di trovare uno stato emotivo da cui ricavare una nuova energia per agire”.
Il ‘gesto’ del ridere regala una ventata di aria fresca al cervello facendo sembrare tutte le situazioni, anche le più buie e problematiche più leggere e chiaramente risolvibili. Si mette in atto un processo che impatta sulle funzioni ormonali: il corpo agisce sulla mente attraverso una nuova attitudine comportamentale. Ridere, anche senza motivo o per cose banali, è parte integrante dei corsi di destressamento: bisogna imparare a ridere superando la paura di sembrare strani e uscendo così dagli schemi di monotonia, aggressività o pessimismo, dalla propensione a incanalare dovere e responsabilità in un approccio severo e senza sorriso. E poi, è risaputo, ridere è contagioso basta solo spostare su ON la capacità di farlo, il gioco è tutto qui.