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Sole e abbronzatura, come evitare i rischi per la pelle
Intervista alla dermatologa Patrizia Teofoli
“Abbronzatissima, sotto i raggi del sole…” è stato uno dei tormentoni dell’estate del 2002 ed è una canzone che ritorna nelle menti degli italiani quando arriva il caldo e l’inevitabile desiderio di godersi un po’ di relax sotto il sole e in riva al mare.
Anche quest’anno la bella stagione è alle porte e dobbiamo preparare la nostra pelle all’esposizione dei raggi solari per evitare ustioni, invecchiamento e il rischio di tumori cutanei.
Ma siamo abbastanza informati su come prendere e “sfoggiare” una bella abbronzatura senza correre dei rischi per la nostra pelle?
Da uno studio realizzato da Ipsos per La Roche-Posay è emerso che l’81% degli italiani considera l’abbronzatura un elemento sexy (contro il 72% di media), il 91 % si protegge poco e solo il 51% pensa che ci sia un legame tra lo sviluppo di tumori della pelle e le scottature durante l’infanzia o l’adolescenza, mentre la media degli altri paesi sale al 75%.
La prima raccomandazione degli specialistici è quella di non esagerare con l’uso delle lampade abbronzanti e con l’esposizione prolungata in orari sbagliati perché nel tempo potrebbe insorgere, sia per cause genetiche che per fototipo della pelle, un tumore cutaneo.
Il melanoma costituisce circa il 5% dazienti, in Italia si registrano ogni anno dai 6 ai 15 nuovi casi di melanoma ogni 100.000 abitanti, con un’incidenza crescente da Sud a Nord.i tutti i tumori maligni della pelle, che rappresentano la forma principale di cancro nella popolazione di razza bianca. Ogni anno vengono diagnosticati circa 130.000 casi di melanoma nel mondo e circa 37.000 persone muoiono a causa del melanoma. Secondo i dati di uno studio epidemiologico italiano che ha preso in esame 1.472 p
Il rischio di sviluppare un tumore è spesso ereditario quindi le persone che sanno di avere avuto dei casi in famiglia e che presentano una cute molto chiara (tipo I e II) dovrebbero sottoporsi ad una visita dermatologica almeno una volta l’anno. Ma anche i raggi UV sono un fattore di rischio da non sottovalutare.
L’esposizione solare è tradizionalmente considerata come la più importante fonte di radiazioni UV per l’uomo e viene classificata come “cancerogeno” dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro.
Per saperne di più abbiamo intervistato la dottoressa Patrizia Teofoli, Dirigente I livello Istituto Dermopatico dell’Immacolata, IRCCS-Roma, la quale ha spiegato gli effetti benefici e quelli “negativi” del sole, ma soprattutto ha suggerito quali sono le abitudini da adottare prima di esporci ai raggi solari.
“L’esposizione ai raggi ultravioletti – ha detto la Teofoli – induce importanti e positivi effetti biologici inclusi la sintesi di vitamina D, la sintesi di molecole con proprietà immunomodulanti d’importanza terapeutica per chi è affetto da alcune dermatiti (psoriasi, dermatite atopica,..) ed inoltre aumenta i livelli di serotonina, un mediatore sintetizzato nel sistema nervoso, responsabile del tono dell’umore.Ciò spiegherebbe l’effetto positivo del sole sul tono dell’umore ed il fatto che spesso i disturbi depressivi e del ritmo del sonno siano frequentemente stagionali poiché legati alle variazioni di luce solare”.
Dottoressa, qual è il giusto atteggiamento da adottare per godersi il sole senza correre dei rischi? E quali sono i suoi consigli?
“La modalità di esposizione solare è molto importante in quanto le ustioni solari, non solo durante l’infanzia ma anche in età adulta, costituiscono un fattore di rischio importante per l’insorgenza del melanoma. Quindi, le esposizioni solari brevi ma intense sembrerebbero essere un fattore di rischio significativo come, secondo alcuni studi,anche un’esposizione solare a basse dosi e prolungata nel tempo che riguardano alcune categorie di lavoratori.
E’ ormai documentato che circa l’80% dei danni da esposizione solare si verificano prima dei venti anni di età, soprattutto nelle pelli più chiare, pertanto è sempre buona regola, per in ogni fascia di età, seguire discipline di fotoprotezione che suggeriscono l’uso di schermi solari fin dalla prima infanzia preferendo quelli a largo spettro nei confronti dei raggi UVA ed UVB con fattore di protezione di almeno SPF 30 (anche nei giorni nuvolosi).
Questo perché la fotoprotezione previene i danni da UV e riduce il rischio di tumori cutanei. Gli schermi solari fisici e chimici funzionano assorbendo, riflettendo e diffondendo le radiazioni solari. Inoltre, è importante anche assumere per via orale, da 2 a 4 settimane prima e durante l’esposizione solare, delle formulazioni arricchite con antiossidanti (vitamina E, vitamina C, acido ferulico, ed altri principi attivi di origine vegetale) che neutralizzano i radicali liberi responsabili dello stress ossidativo responsabile del danno cellulare e costituiscono anche una difesa per il nostro organismo.
E’ molto importante, ai fini di evitare i danni indotti dai raggi UV, tener conto dell’intensità della luce solare (UV-index) e della propria capacità di produrre melanina perché quando compare un eritema è segno dell’inizio di un danno biologico.
Alla luce di quanto detto, i miei consigli sono: un uso corretto degli schermi solari che dovrebbero essere a largo spettro per i raggi UVA ed UVB con fattore di protezione almeno SPF 30, anche nei giorni nuvolosi, da applicare 20-30 minuti prima dell’esposizione solare e da riapplicare ogni 2 ore, soprattutto dopo attività sportiva o bagno anche se i prodotti utilizzati sono quelli resistenti all’acqua.
Le radiazioni sono più intense dalle 10 alle ore 16.00 con un picco tra le 11 e le 14 momento in cui si dovrebbero preferibilmente indossare indumenti protettivi a tessitura compatta (indumenti a tessitura larga od indumenti bagnati schermano solo in parte i raggi UV) ed occhiali solari capaci di schermare i raggi UV, questo perchè, è importante ricordare che ci si “scotta” anche nelle giornate nuvolose e che gli scogli, la neve e la sabbia riflettono 85-90% dei raggi ultravioletti”.
Gli schermi solari garantiscono una protezione sicura? E come dovrebbero essere utilizzati?
“Sono sicuri ma la protezione non è mai assoluta. E’ importante usarli 20 minuti prima dell’esposizione solare”.
Quali sono i soggetti più a rischio?
“il fototipo chiaro”.
E per i bambini valgono le stesse regole?
“Per i piccoli, soprattutto al di sotto dei 6 anni, occorre aumentare il fattore di protezione ed io consiglio SPF 50 anche per le varie attività all’esterno che svolgono quotidianamente i bambini”.
E per chi assume dei farmaci a cosa deve fare attenzione?
“Consiglio di prendere il sole con molta cautela soprattutto se utilizzano delle creme a base di prodotti naturali che possono creare dei danni seri alla pelle, come invece non è indicata l’esposizione ai raggi solari per coloro che assumono alcuni farmaci antibiotici e antinfiammatori. Ma non per tutti, ad esempio la penicillina non è fotosensibile. In generale, però bisogna sempre prestare molta attenzione e rivolgersi ad uno specialista prima di prendere il sole”.
Quanto è importante un’adeguata prevenzione per evitare il rischio di sviluppare tumori cutanei come il melanoma?
E’ fondamentale. L’aumentata incidenza dei carcinomi cutanei e la correlazione tra carcinogenesi cutanea ed esposizione solare induce ad una corretta esposizione solare. La luce solare è costituita in parte da radiazioni ultraviolette in grado di raggiungere la pelle e si distinguono in UVA e UVB. Queste radiazioni sono responsabili della pigmentazione cutanea, e quindi del fenomeno “abbronzatura”.
Gli UVB penetrano in modo minore nella cute ma inducono maggiori effetti biologici come l’eritema solare e la pigmentazione immediata e sono maggiormente implicati nell’induzione dei tumori della pelle. I raggi UVA, a maggiore lunghezza d’onda, invece, sono in grado di penetrare più profondamente nella cute, determinano la pigmentazione cutanea ritardata che compare diverse ore dopo l’esposizione solare e contribuiscono all’invecchiamento cutaneo ma anche in parte alla carcinogenesi cutanea. Nel caso del melanoma il ruolo degli UV è più complessa, ma il rapporto tra sole, nevi melanocitari e melanoma nasce da numerose osservazioni in cui si è evidenziato che l’esposizione solare nell’infanzia induce la comparsa di nevi melanocitari, inclusi i nevi clinicamente atipici, soprattutto nelle aree maggiormente esposte al sole e che il numero di “nei” sia benigni che atipici è correlato al rischio di incidenza del melanoma.
I raggi ultravioletti, infatti, sono in grado di danneggiare il patrimonio genetico della cellula modificandone il comportamento, attivando oncogeni o inattivando geni soppressori che prevengono la trasformazione tumorale delle cellule anche se ormai è dimostrato che è nell’induzione del melanoma è fondamentale l’interazione tra esposizione solare e fattori genetici.
Nei numerosi studi effettuati è emerso che l’incidenza e la gravità del melanoma è maggiore nei soggetti di pelle chiara, con minore potenzialità nel produrre melanina e quindi minore capacità di abbronzarsi (meccanismo naturale di difesa dai raggi solari) soprattutto nei paesi più vicini all’equatore dove è maggiore l’intensità delle radiazioni ultraviolette a cui è esposta la cute”.
Invece un’abbronzatura ottenuta artificialmente per mezzo di lettini e cabine solari protegge la pelle da scottature prima dell’esposizione solare?
“In generale il lettino solare è sconsigliato, ma non bisogna demonizzarlo l’importante è tenere sotto controllo l’abitudine. Un uso prolungato di questi strumenti potrebbe portare a dei danni per la salute. Non sono in grado di proteggere la pelle da scottature prima dell’esposizione solare perché hanno un fattore di protezione molto basso”.
Anche in questo caso la prevenzione assume un’importanza fondamentale, quindi cerchiamo di goderci il sole nel miglior modo possibile evitando di esporci nelle ore di punta e per un tempo prolungato e ricordate di munirvi di creme solari adatte alla vostra pelle!