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Tumore al seno e recidive, il caso di Carolyn Smith
Tutti la conosciamo come la severa presidente della giuria di “Ballando con le Stelle”, il talent show targato Rai Uno, condotto dalla bellissima Milly Carlucci, quest’anno giunto alla 13esima edizione, ma Carolyn Smith ha anche condiviso con il pubblico la sua battaglia contro il cancro al seno che l’aveva colpita qualche anno fa. Sembrava avesse sconfitto “l’intruso”, così ha sempre voluto definire il suo male, invece il tumore alla mammella è ricomparso e lei, alla vigilia della nuova edizione, l’ha reso noto.
“Racconto queste mie esperienze perché certe malattie sono ancora tabù e molte donne hanno bisogno di coraggio e forza”, ha dichiarato la Smith in un’intervista al giornale Gente . “Ho un altro intruso. È esattamente dello stesso tipo del primo, ma molto piccolo e molto circoscritto. Sapevo di una possibile recidiva, non me l’aspettavo così in fretta”. Carolyn si sottoporrà ad un nuovo ciclo di sedute di chemioterapia.
“Il male – ha raccontato – mi aveva già colpito al seno, stavolta me ne sono accorta grazie alla vigilanza e alla prevenzione, ma con la chemio e con il sorriso lo batterò”. Per Carolyn la prevenzione è importantissima, perché come sosteniamo da sempre, è l’unica arma per sconfiggere le neoplasie.
Per quanto concerne il tumore alla mammella, grazie ai progressi della ricerca oggi la sopravvivenza continua ad aumentare: a cinque anni dalla diagnosi è dell’87% e a dieci anni è dell’80%, ma nel caso di tumori aggressivi c’è il rischio di avere una recidiva a distanza di 15-20 anni. Questo dato è stato confermato da un’analisi condotta dall’Università del Michigan e pubblicata sul New England Journal of Medicine. I ricercatori hanno esaminato i risultati di 88 studi clinici per un totale di circa 63mila donne con tumore al seno ormono-sensibile, tutte sottoposte a trattamento anti-ormonale per 5 anni e uscite con successo dalla terapia. Il pericolo di recidiva e metastasi (cioè in sedi diverse dal seno, come ossa, fegato o reni) è stato calcolato entro i primi 15 anni dalla fine del trattamento.
E’ emerso che nelle donne con un tumore al seno ormono-sensibile – così chiamato perché stimolato dall’azione degli estrogeni e del progesterone ‒ il rischio di ricomparsa tardiva va dal 10% al 40%, a seconda delle caratteristiche del tumore originario. In particolare, i casi più a rischio risultano quelli in cui il tumore, al momento della diagnosi, mostra dimensioni maggiori e più linfonodi coinvolti.
Per capire meglio di cosa si tratta, abbiamo rivolto qualche domanda alla Dottoressa Simonetta Monti, chirurgo senologo, Assistente Senior presso la Divisione di senologia IEO (Istituto Europeo di Senologia) di Milano e Specialist Breast Surgeon al Medcare Women & Children Hospital di Dubai (nel prossimo numero di Health Online, in uscita tra pochi giorni, troverete l’intervista alla dottoressa dal titolo “Come si opera il cancro al seno: le nuove tecniche chirurgiche per rimuovere il tumore e ricostruire la mammella”).
Dottoressa, oggi grazie ai progressi della ricerca è possibile intervenire in tempo e sconfiggere il tumore alla mammella, ma non si è purtroppo immuni dal rischio di recidive. Non dobbiamo mai abbassare la guardia, è così? Perché si parla di “rude awakening” ovvero di duro risveglio?
“Dopo un intervento al seno per carcinoma la paziente deve sottoporsi periodicamente ad esami di follow up, proprio perché la possibilità che nei primi 5 anni il tumore si ripresenti è estremamente elevata. Nei primi 5 anni dopo la chirurgia e i trattamenti adiuvanti sono infatti richiesti esami periodici trimestrali e semestrali, in modo da poter percepire sul nascere un eventuale problema. Nel caso di Carolyn Smith, il fatto che le fosse stato diagnosticato un tumore nel 2015 e che a distanza di soli 3 anni si sia presentata una recidiva può far parte della storia naturale del tumore mammario, in particolare bisognerebbe capire esattamente quali caratteristiche biologiche avesse il suo tumore iniziale. La possibilità di aver avuto una recidiva locale a così breve distanza può essere legata alle caratteristiche biologiche del tumore stesso ed al coinvolgimento linfonodale al momento della pretendente chirurgia”.
Quali sono i controlli ai quali si sottopongono le donne che hanno avuto e sconfitto un tumore al seno?
“ La donna operata per carcinoma mammario dovrà sottoporsi a regolari esami strumentali: ogni anno dovrà sottoporsi ad una mammografia, ad una ecografia mammaria e ad un’ecografia addominale, mentre esami del sangue comprensivi dei marcatori tumorali dovranno essere eseguiti ogni 3 o 6 mesi, a seconda delle caratteristiche del tumore asportato.
Ulteriori indagini sono: una scintigrafia annuale ossea nel caso di un coinvolgimento linfonodale al momento della chirurgia.
Tutti questi esami dovranno essere effettuati per i primi 5 anni dall’intervento, periodo nel quale si può avere una maggiore incidenza di recidive locali a distanza”.
In che modo è possibile ridurre il rischio di ricadute? Anche condurre uno stile di vita sano è un’azione che aiuta?
“Sicuramente dopo un intervento per carcinoma mammario condurre uno stile di vita sano risulterà fondamentale nel ridurre il rischio di una recidiva. Se si era fumatrice prima della diagnosi naturalmente sarà necessario smettere di fumare. Inoltre, una sana alimentazione con frutta e verdura e una riduzione della carne rossa, sarà certamente un aiuto.
Evitare inoltre l’utilizzo di integratori contenenti vitamina del gruppo B, che hanno un’azione favorevole nella replicazione cellulare (cosiddette vitamina della crescita) ed invece assumere alimenti ed integratori ad azione antiossidante come la vitamina C e protettori della membrana cellulare come retinoidi ed omega 3”.