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Vaccino Pfizer: al via l’aggiornamento del siero anti Covid contro la variante Delta
Per le autorità sanitarie americane al momento non è necessaria la terza dose. Tra le ipotesi anche un richiamo annuale
Il vaccino sviluppato da Pfizer e BioNTech è stato il primo disponibile per combattere il virus Sars-CoV-2. A distanza di circa 8 mesi dall’avvio delle somministrazioni, l’Italia e il mondo sono alle prese con la variante Delta.
La domanda è: le due dosi di vaccino garantiscono protezione dalle varianti del coronavirus? Quesito sollevato dopo che il Ministero della Salute di Israele, uno dei Paesi con il più alto numero di persone completamente vaccinate (57% della popolazione è completamente vaccinata, l’88% fa parte della popolazione con più di 50 anni) ha dichiarato che “l’efficacia di Pfizer per la protezione contro la variante Delta scende al 64% dal 94% contro altri ceppi. Ciò ha importanti implicazioni per l’immunità di gregge e la capacità del virus di evolversi ulteriormente”. Il governo israeliano, che ha già reintrodotto l’obbligo di mascherine all’interno degli spazi pubblici, sta considerando l’adozione di altre misure di distanziamento e la possibilità di raccomandare una terza dose di vaccino.
Pfizer e BioNTech hanno annunciato l’intenzione di chiedere alla Fda il via libera a una terza dose di vaccino anti-Covid, per dare “una protezione ancora maggiore” alla popolazione. Le autorità sanitarie Usa sostengono che i completamente vaccinati sono protetti anche dalle varianti di Sars-CoV-2, inclusa la variante Delta più contagiosa, destinata a diventare dominante. Hanno comunque esortato i cittadini di età pari o superiore a 12 anni che non sono ancora stati vaccinati a sottoporsi all’iniezione-scudo. Le persone completamente vaccinate contro Covid-19 in Usa non hanno quindi bisogno di una terza dose di vaccino: le due dosi di vaccino garantiscono protezione dalla variante Delta, ma “Siamo pronti per dosi di richiamo” eventuali, “se e quando la scienza dimostrerà che sono necessarie”. Lo hanno precisato in una dichiarazione congiunta la Food and Drug Administration (Fda) e i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) americani.
Gli Stati Uniti per ora dicono no alla terza dose del vaccino covid: per Fda e Cdc, al momento, non è necessaria. Per quanto riguarda l’Europa, è l’Ema a frenare. “Al momento è troppo presto per confermare se e quando sarà necessaria una ulteriore dose di richiamo per i vaccini Covid-19, perché non ci sono ancora abbastanza dati dalle campagne di vaccinazione e dagli studi in corso per capire quanto durerà la protezione dai vaccini”, dichiarano infatti all’Adnkronos Salute fonti dell’Agenzia europea del farmaco Ema. “L’Ema esaminerà rapidamente questi dati non appena saranno disponibili”.
In Italia cosa ne pensano gli esperti?
“Ben venga la pianificazione di una terza dose di vaccino anti-Covid perché secondo me sarà necessaria, ma in questa fase le autorità sanitarie hanno ragione a dire ‘vacciniamo gli altri’. La copertura ad ampio raggio è l’elemento fondamentale, poi si penserà ai richiami”, ha affermato il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell’Università Statale di Milano. “La variante Delta e altre varianti ci dimostrano che il virus ha ancora tanto da dare – ha aggiunto – Ma non abbiamo ancora una contezza della durata della protezione dal vaccino, che si sta piano piano capendo, ma a mio avviso sarà probabilmente necessaria a un anno di distanza”.
Sfavorevole alla terza dose del vaccino anti-Covid è Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova. “Dobbiamo pensare che due dosi ci proteggono comunque contro la malattia grave e contro l’evento morte che è il motivo per cui stiamo spingendo con le vaccinazioni. La terza dose è un richiamo che credo però si farà nel 2022 e ben venga che sia anche contro le varianti. Ma fare terza dose oggi vuol dire proteggere solo contro i contagi e noi sappiamo bene che l’obiettivo non è questo, ma ridurre i decessi e le ospedalizzazioni”. “A noi oggi, ma anche in ottobre, non devono importare i contagi, ma il numero di persone ricoverate in ospedale o che prendono le forme gravi di polmonite e per questo due dosi sono sufficienti – ha spiegato – Concordo con Fda e Cdc: la terza dose deve essere selettiva, rivolta a una persona magari perché fragile o soggetto problematico. Ma non di massa”, ha specificato Bassetti riferendosi alla precisazione di Fda e Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) americani, che hanno sottolineato come le persone completamente vaccinate contro Covid-19 non abbiano bisogno di una terza dose.
Tra le ipotesi, ci sarebbe anche quella di un richiamo annuale. Ma per Gianni Rezza, direttore generale Prevenzione del ministero della Salute, che ha risposto alle domande durante la conferenza stampa sull’analisi dei dati del Monitoraggio regionale Covid-19 della Cabina di Regia, se “è possibile” che in Italia “si arrivi a un richiamo” ulteriore del vaccino contro Covid 19,” naturalmente si tratterebbe di somministrare una sola dose. La campagna sarebbe molto semplificata, né più ne meno come si fa per l’influenza. Anche se non è detto che poi bisognerà continuare a vaccinarsi ogni anno, questo assolutamente non è detto”, ha chiarito.