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Bere tanto migliora l’umore. L’oro blu tra corpo umano e storia della Terra
Se fino ad oggi si è sempre sostenuto che per un corretto funzionamento del corpo umano è necessaria una costante e giornaliera idratazione, soprattutto nella stagione più calda dell’anno, da adesso questo non basta più poiché nuovi studi di laboratorio rivelano che bere molta acqua contribuirebbe a migliorare il nostro umore. Si tratta di una scoperta realizzata da un team di ricercatori statunitensi e francesi, che analizzando e osservando per settimane i cibi e le bevande assunti da un campione rappresentativo di 120 donne in buona salute hanno appurato che “chi beveva maggiori quantità di acqua totalizzava un punteggio più alto relativamente ad alcuni aspetti dell’umore come tensione, confusione, depressione”. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Appetite.
Una delle spiegazioni fornite dagli autori della ricerca e che riguarda la suddetta relazione tra basso consumo di acqua e stati d’animo negativi si basa principalmente su studi realizzati sugli animali: “Si è visto – spiegano – che la riduzione cronica del consumo di acqua può minacciare la funzione e l’integrità dei neuroni cerebrali, provocando anche alterazioni dell’umore”. “Lo stress aumenta la necessità di fluidi circolanti – ha spiegato Nicola Sorrentino, esperto dell’Osservatorio Sanpellegrino e docente di Igiene Nutrizionale all’Università di Pavia – per mantenersi ben idratati e aiutare così il nostro benessere fisico e psicologico è utile bere acqua prima di avvertire la sete, e controllare che le urine siano chiare e trasparenti. Infatti, il primo modo in cui l’organismo risponde al deficit di acqua è riducendone l’escrezione attraverso le urine e solo successivamente con il senso di sete”.
Tuttavia, bere tanto nel corso della giornata non apporta solo ed esclusivamente delle migliorie al proprio stato d’animo ma Le proprietà curative e benefiche di questo elemento naturale aiutano, infatti, il corpo umano a eliminare calorie e idratare i muscoli. Lo sostengono alcuni ricercatori dell’Università dell’Illinois, negli Stati Uniti, che hanno dimostrato come un aumento anche solo dell’1% del consumo giornaliero di acqua sia direttamente proporzionale a una diminuzione dell’8,6% dell’apporto energetico complessivo. Stando dunque a questi dati l’uomo e la donna consumando tre bicchieri di acqua in più al giorno brucerebbero da 60 a 200 calorie nell’arco di 24 ore, abbassando in tal maniera il consumo di sodio, zuccheri e grassi saturi. Non di meno, bere molto mantiene una giusta umidità nelle mucose del naso e della gola permettendo alla respirazione di funzionare regolarmente.
L’essenzialità dell’oro blu è stata scoperta e preservata dall’uomo in tempi antichissimi, e non è un caso infatti che per l’archeologia i resti di antiche civiltà presenti sulla terra siano stati scoperti a ridosso di corsi d’acqua come il Nilo, in Egitto, dove la presenza di un clima umido e di una vegetazione idratata e verde garantiva alle popolazioni, e ai loro animali, un primo sostentamento di base. Inoltre, dalla preistoria ad oggi poco è cambiato, se si pensa al fatto che ancora nella società odierna in regioni del Medio e dell’Estremo Oriente oppure in aree interne al continente africano ci sia ancora questa inclinazione a creare degli agglomerati urbani a ridosso di pozzi naturali, oasi verdi o semplicemente di fiumi.
La terra, come del resto il corpo umano, è costituita prevalentemente di acqua. Si tratta di una quantità pari al 71% che si divide in 97% salata, 3% dolce. Il 68%, inoltre, è presente sotto forma di ghiacciai e nevi perenni, il 30% la troviamo al di sotto della superficie. Essa, tuttavia, così come è fonte di vita, riproduzione e rinascita, è anche l’elemento determinante l’alto tasso di povertà del nostro pianete. Più l’acqua è assente da una regione più il popolo che abita quel territorio sarà povero e privo di risorse naturali utili a incrementare la propria economia. In origine, infatti, con la creazione della Terra, l’acqua è stata distribuita in modo diseguale: la maggiore concentrazione la troviamo in parte della Siberia, nel Nord America (nella regione meglio conosciuta come “dei grandi laghi”), nei laghi Vittoria e Tanganiga in Africa, insieme ai grandi fiumi come il Rio delle Amazzoni, in Brasile, il Gange insieme al Bramaputra, India, il Congo, lo Yangtze, Cina, e l’Orinoco, America Latina, Venezuela. Altri fiumi, più piccoli ma importanti in egual modo sono il Nilo, il Giordano, il Tigri e l’Eufrate che rappresentano buona parte della storia antica dell’uomo e di quel benessere – oggi possiamo dire “buon umore” – che ha permesso all’essere umano di distinguersi con grandi scoperte e realizzazioni che sono alla base dei tempi moderni.