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La malattia fantasma, il 12 maggio si riaccendono i riflettori sulla fibromialgia
È nota per essere la “malattia invisibile”. Esiste ma in pochi la conoscono realmente senza contare lo stato di abbandono di tutti coloro che ne sono affetti. Il 12 maggio si celebra, a livello internazionale, la Giornata di sensibilizzazione sulle malattie immunologiche e neurologiche croniche (CIND), patologia cronica che conta oltre 100 sintomi e che provoca dolore in tutto il corpo, stanchezza cronica, confusione mentale ed emicrania.
Ad oggi questa malattia non ha una vera e propria cura. Sarà proprio l’assenza di una terapia al centro del primo Congresso Internazionale dei pazienti con fibromialgia che si terrà online il 12 e 13 maggio 2021. Organizzato dall’Associazione Italiana Sindrome fibromialgica e dall’Associazione Fibromialgici Libellula Libera, in collaborazione con l’ANFIBRO Brasiliana, l’evento riaccenderà i riflettori su una malattia molto complessa che presenta una varietà di sintomi oltre al dolore cronico diffuso. I pazienti infatti presentano tutti un dolore cronico diffuso muscoloscheletrico, rigidità̀ e allodinia-iperalgesia, affaticamento, sintomi neuro-cognitivi, alterazioni del sonno, ansia-depressione. Tutti questi sintomi causano gravi limitazioni nella capacità di svolgere le quotidiane azioni e influiscono considerevolmente sulla qualità di vita.
Attualmente per la fibromialgia non è riconosciuta come malattia cronica, nonostante ci sia un dibattito a livello nazionale e internazionale. Quasi del tutto ignorata fino a pochi anni fa, oggi è al centro di numerosi studi che hanno consentito alla comunità scientifica di approfondirne la conoscenza e di capire che è maggiormente diffusa tra le donne (che rappresentano circa il 90% dei malati) e che può comparire a qualsiasi età, ma il picco si colloca tra i 40 e i 60 anni, con importanti ripercussioni sull’attività lavorativa e sul piano socio-affettivo.
Le cause dell’insorgenza di questa patologia non sono del tutto conosciute. Gli esperti ritengono che sia dovuta a un insieme di fattori, inclusi fattori genetici, infettivi, ormonali, traumi fisici e psicologici. L’ipotesi più quotata è che a essere compromesso sia il modo in cui il cervello elabora il dolore. In particolare, coloro che soffrono di fibromialgia hanno una bassa soglia del dolore a causa di un aumento della sensibilità cerebrale agli stimoli dolorosi.
Il trattamento della fibromialgia prevede sia l’assunzione di farmaci, sia cambiamenti dello stile di vita, ed è sempre mirato alla riduzione dei sintomi e al miglioramento dello stato di salute generale. Tra i farmaci generalmente prescritti sono inclusi analgesici, antidepressivi e antiepilettici, con risultati che possono variare a seconda del paziente. Non trascurabile inoltre l’aspetto psicologico, è per questa ragione che ai pazienti affetti da questa patologia è sempre caldamente consigliato di richiedere un sostegno psicologico e di utilizzare tecniche di rilassamento che aiutino a lenire la tensione dovuta alla propria condizione.