Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.
Amnesia dissociativa, che cos’è il disturbo collegato alla sindrome del bambino dimenticato
Si chiama “sindrome del bambino dimenticato” (forgotten baby syndrome, Fsb) il fenomeno che porta a dimenticare i bambini nelle auto parcheggiate ma nella convinzione di averli portati a destinazione sicura.
In Italia negli ultimi 25 anni si sono verificati 17 casi di questo genere. Dopo novembre 2019, data dell’approvazione da parte del Parlamento del decreto sull’obbligo dei seggiolini antiabbandono in auto, provvisti cioè di un allarme acustico per ricordarsi della presenza del bimbo in auto, l’ultimo caso è quello accaduto qualche giorno fa nella cittadella militare della Cecchignola, nell’area sud di Roma. Una bambina di 14 mesi è stata trovata morta all’interno dell’auto del papà, un uomo di 45 anni, convinto di aver lasciato la figlia all’asilo. Secondo le prime ricostruzioni di quanto accaduto, il papà della bambina – un carabiniere in servizio presso lo Stato Maggiore della Difesa – avrebbe dovuto accompagnare la figlia al nido, mentre la mamma avrebbe dovuto poi riprenderla nel pomeriggio. All’arrivo della donna, però, le maestre hanno spiegato che la figlia non era mai arrivata a scuola. Un militare di passaggio ha così deciso di rompere il vetro per provare a far respirare la neonata, ma purtroppo non è servito a nulla. I sanitari del 118 intervenuti poi sul posto hanno tentato di rianimarla ma senza successo.
“Non so cosa sia accaduto, ero convinto di avere lasciato mia figlia all’asilo”. Ha affermato il papà della piccola. Questo caso potrebbe essere collegato al disturbo dell’amnesia dissociativa causato da stress o traumi che comporta l’incapacità di ricordare importanti informazioni personali.
L’amnesia dissociativa è “un modo semplice per riposare il cervello quando siamo stanchi – ha spiegato la dottoressa Marinella Cozzolino, psicologa e psicoterapeuta – Abbiamo imparato a ‘dissociarci’ fin da piccoli quando a scuola, mentre l’insegnante spiegava, ci distraevamo seguendo i nostri pensieri. Allora accadeva perché il cervello non poteva rimanere in un uno stato di attenzione e concentrazione per più di trenta/quaranta minuti di fila, oggi, da adulti, i minuti di concentrazione sono leggermente aumentati ma la sostanza non cambia. La vita ci richiede un livello di attenzione e concentrazione che non sempre siamo in grado di avere”. “Significa allontanarsi dal qui ed ora, dal presente, dal compito che si sta svolgendo anche solo per pochi minuti e dimenticare o meglio, non prestare attenzione a quello che stiamo facendo – ha aggiunto – Capita molto più frequentemente di quanto immaginiamo: durante il discorso di qualcuno, una lezione o anche una telefonata, il cervello può iniziare a seguire pensieri suoi e andare da un’altra parte. Accade molto spesso mentre guidiamo. Se iniziamo a seguire la musica o i nostri pensieri, arriviamo a casa senza essere stati assolutamente coscienti di aver percorso quel determinato viale o quella specifica strada. Ci dissociamo infine quando siamo multitasking ed iper-organizzati”.
È possibile riconoscerla in tempo per evitare conseguenze tragiche? “Certo che è possibile riconoscerla, ma ripeto la dissociazione è un meccanismo che mette in atto il cervello stanco. Bisognerebbe, per questo, essere meno stressati, meno pieni di pensieri e preoccupazioni, meno assonnati”.
Per evitare tragedie come quella accaduta a Roma, alcuni consigli sono quelli di non restare in silenzio in auto ma parlare con il bambino, oppure lasciare qualcosa di necessario ed importante, e che sicuramente servirà a breve, accanto al seggiolino, come portafoglio, chiavi o documenti.