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Conseguenze del pendolarismo sull’organismo umano

23 Maggio 2019

Nel linguaggio comune, si parla di pendolarismo per evidenziare un fenomeno specifico che consiste nel duplice spostamento quotidiano (da casa al posto di lavoro, e viceversa) di masse di lavoratori. Negli ultimi anni ha assunto un particolare rilievo socioeconomico nelle maggiori agglomerazioni urbane, essendo aumentato sempre di più, sia a livello scolastico che lavorativo.

In particolare, l’Istat identifica i pendolari con coloro che si muovono ogni giorno per le sole ragioni di lavoro o studio a prescindere dalla lunghezza o dal tempo medio impiegato per lo spostamento. I dati dell’Osservatorio “Audimob” di Isfort invece, consentono di “ritagliare” in modo maggiormente funzionale il profilo del pendolare, individuando le componenti più dure e disagiate (ad esempio chi percorre almeno 10km per lo spostamento).

In questo contesto si possono individuare le conseguenze negative generate dal pendolarismo sul nostro organismo. Nonostante al giorno d’oggi sia praticamente impossibile evitare questo evento, ormai è ufficiale che il pendolarismo fa male.

Uno studio condotto dall’Office for National Statistics nel Regno Unito ha rilevato che coloro che fanno lunghi viaggi per raggiungere il posto di lavoro hanno maggiori probabilità di essere ansiosi e insoddisfatti, anche se ben pagati. Secondo i ricercatori svedesi dell’Università di Umeå, il pendolarismo potrebbe anche essere causa di divorzio.

L’Università di Cambridge invece, ha condotto uno studio su 34.000 lavoratori analizzando gli effetti dei lunghi spostamenti casa-lavoro e paragonandoli allo smart working e lavoro da casa sulla salute e sulla produttività dei lavoratori. La ricerca effettuata mostra come i lavoratori il cui tragitto per raggiungere l’ufficio dura meno di mezz’ora, siano 7 giorni all’anno maggiormente produttivi di quelli il cui tragitto dura un’ora o anche di più.

I pendolari, al contrario, subiscono effetti negativi sul benessere mentale: il 33% soffre di depressione, il 37% ha preoccupazioni economiche e il 12% riporta numerosi sintomi di stress da lavoro dovuto anche per delle cattive condizioni di trasporto, come riportato nell’intervista di Health Online alla psicologa e psicoterapeuta Deborah Trinchi (http://www.mbamutua.org/lavoce/stress-da-lavoro-sempre-piu-diffuso/).

Lo studio britannico mostra contemporaneamente che il 46% dei pendolari dorme meno delle 7 ore di sonno raccomandate per ogni notte, e il 21% soffre di obesità.

La scarsità di tempo, perciò, è una significativa causa di stress e un cattivo stile di vita.

I datori di lavoro possono avere impatti positivi sulle vite dei propri dipendenti, rivedendo le politiche lavorative e inserendo programmi di welfare come assistenza sanitaria e benefit.

Pertanto, il numero di aziende che adottano pratiche di lavoro flessibile e smart working dovrebbe aumentare vertiginosamente per i conseguenti benefici che apportano allo stato dei propri dipendenti. Questi ultimi infatti, se beneficiano di flessibilità lavorativa, risultano meno stressati e demoralizzati guadagnando così 5 giorni di produttività in più all’anno rispetto a tutti quei lavoratori le cui società non sviluppano politiche simili.

Tuttavia, non solo i lavoratori ma pure gli studenti sono costretti, il più delle volte, a spostarsi con autobus e treni impiegando molte ore di viaggio, specialmente se abitano in paesi piccoli e lontani dalle città e scuole.

In tali condizioni il tempo per studiare diminuisce notevolmente danneggiando il fisico e la mente e levando spazio al tempo libero, sacro per eliminare i nervosismi e i brutti pensieri.

Lo svantaggio principale consiste nel fatto che il viaggio e gli orari prolungati modificano le abitudini dei soggetti interessati peggiorando il loro rendimento lavorativo e scolastico.

Inoltre, di non poco conto, il fenomeno del pendolarismo, sempre per quanto riguarda le scuole, produce conseguenze irreversibili sull’economia generale degli istituti. Molte iniziative pomeridiane, ad esempio, non possono avere ampia adesione rendendo più complicata la vita di tutti gli studenti.

I latini dicevano rebus sic stantibus, e in effetti, stando così le cose appunto, bisogna convivere ormai con il pendolarismo sfruttando al massimo le alternative che si stanno presentando per facilitare i lavoratori e gli studenti ad alleviare questo fenomeno ormai indiscusso e inevitabile.

Tags: ansia, health online, lavoro, pendolarismo, salute
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Beatrice Casella
Beatrice Casella
Laureata in economia internazionale e dello sviluppo, si è sempre appassionata del settore sanitario. Il tema della tesi di laurea triennale ha riguardato il tasso di mortalità infantile in Tanzania (paese dove ha vissuto alcuni anni). Per il suo master's degree si è concentrata sull'incidenza della politica e dell'economia nel garantire una salute globale. Praticante giornalista, ha lavorato a Milano con il Gruppo editoriale L'Espresso e attualmente lavora come Research Analyst per una società che si occupa di costruzioni sostenibili.

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