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La maternità in Italia
Il momento della maternità è un mix di emozioni che per circa i 9 mesi di gestazione rende le donne particolarmente radiose, ci sono “future mamme” che per la gioia di aspettare un bambino decidono di condividere l’evento con il mondo che le circonda. E le celebrità italiane e internazionali lo sanno bene tant’è che alcune si fanno immortalare con scatti professionali che fanno il giro del pianeta, come ha fatto di recente una delle più belle voci al livello mondiale, Alicia Keys, altre invece, preferiscono mostrare le immagini del loro pancione sui social network. C’è anche chi annuncia la notizia del lieto evento attraverso i media, come ha fatto di recente Silvia Toffanin, compagna di Piersilvio Berlusconi che in diretta tv ha rivelato di aspettare il secondo figlio. Diverse sono le vip italiane che sono diventate, e che diventeranno, mamme nel 2015: secondo bebè per il calciatore Federico Balzaretti e l’etoile dell’Opera di Parigi, Eleonora Abbagnato, per il cantautore Eros Ramazzati e Marica Pellegrini, la conduttrice Michelle Hunziker e Tommaso Trussardi, primo figlio invece per la showgirl Elisabetta Canalis e Brian Perri, per l’attrice Laura Chiatti e l’attore Marco Bocci e per Michela di Biase moglie del politico Dario Franceschini.
Qual è il quadro completo sulla maternità italiana?
Secondo i dati dell’ISTAT, sono circa 500 mila le donne che ogni anno in Italia diventano mamme, con un’età media al primo parto di 31,5 anni e una media di 1,29 di figli: nel 2013 sono nati 514.308 bambini, quasi 20 mila in meno rispetto all’anno precedente. Oggi sempre più spesso si diventa mamme per la prima volta in età adulta. La conferma è arrivata dagli ultimi dati Istat secondo i quali, diventare mamme a 40 anni rappresenta oggi il12% del totale delle partorienti, passando dal 2010 al 2013, da 34.770 a 39.835. Le donne che hanno partorito un bambino a 45 anni o più, invece, nel 2013 sono state 2.983. In dolce attesa, all’età di 43 anni, è il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin che presto darà alla luce due gemelli. Secondo gravidanza, all’età di 41 anni per l’attrice Luisa Ranieri, moglie di Luca Zingaretti; anche la showgirl Barbara Chiappini è in attesa del secondo figlio a 40 anni. La maggior parte delle mamme definite “primipare attempate”si trova nel nord ovest d’Italia, con una percentuale pari al 27% e nel centro con il 26%. È invece diminuito il numero di baby mamme che mettono al mondo il primo figlio appena maggiorenni: nel 2013 sotto i 19 anni sono state 8.085, un calo del 17% rispetto a tre anni prima (1.732 in meno). Le madri con meno di 18 anni, invece, sono state 1.922. In generale le mamme giovanissime vivono soprattutto nel sud e nelle isole (60,4%), mentre nel nord-ovest sono il 16,6%, nel nord-est il 10,3% e nel centro il 12,7%.
Secondo l’ultimo rapporto Cedap, “Certificato di assistenza al parto”, con un ritardo temporale di qualche anno rispetto alla data di uscita (l’edizione 2015 riporta i dati del 2011), è emerso che le donne per partorire scelgono l’ospedale pubblico, lo preferiscono quasi 9 su 10 tant’è che circa l’88% dei parti è avvenuto negli Istituti di cura pubblici ed equiparati, l’11,9% nelle case di cura private (accreditate o non accreditate) e solo lo 0,1% altrove. Naturalmente nelle Regioni in cui è rilevante la presenza di strutture private accreditate rispetto alle pubbliche, le percentuali sono sostanzialmente diverse. Il 61,8% dei parti si svolge in strutture dove avvengono almeno 1.000 parti annui. Tali strutture, in numero di 191, rappresentano il 33,7% dei punti nascita totali. Il 9,5% dei parti ha luogo invece in strutture che accolgono meno di 500 parti annui.
L’Italia al livello europeo si conferma il Paese con il più alto ricorso al taglio cesareo: il 36,7% del totale con una maggiore prevalenza del Mezzogiorno rispetto alle altre regioni italiane.
Si stima che un’elevata propensione all’uso del taglio cesareo avviene nelle case di cura accreditate in cui si registra tale procedura in circa il 56,9% dei parti contro il 33,9% negli ospedali pubblici. Il parto cesareo è più frequente nelle donne con cittadinanza italiana rispetto alle donne straniere: si ricorre al taglio cesareo nel 28,2% dei parti di madri straniere e nel 38,6% nei parti di madri italiane.
Sempre secondo le ultime rilevazioni Istat, oggi le donne sono molto attente alla salute durante la gravidanza tant’è che il quasi il 75% smette di fumare nel periodo di gestazione, quasi il 10% in più rispetto alla precedente rilevazione.
Positivi sono anche gli ultimi dati sull’allattamento, rispetto al 2005 sono aumentate le donne che allattano al seno. In otto anni la percentuale è passata dall’81,1% all’85,5%.
Quando si parla di maternità, è importante anche affrontare il tema sulla conservazione del sangue del cordone ombelicale. Negli ultimi anni in Italia, nonostante la legislazione vigente impedisca la creazione di bio-banche autologhe private sul territorio nazionale, ma riconosce il diritto alle madri della conservazione autologa (utilizzo privato) presso banche di crioconservazione estere, la scelta di conservare le cellule staminali è un fenomeno di discussione in quanto sono sempre di più le mamme interessate e che al momento del parto decidono di aderire per un eventuale, futura cura dei propri figli. Tra i personaggi del mondo dello spettacolo, la conduttrice Federica Panicucci, moglie di Dj Fargetta, è stata una delle prime mamme in Italia ad aver scelto, alla nascita della primogenita Sofia nel 2005, di conservare le cellule staminali del cordone ombelicale in una banca estera. Anche altre colleghe, come Ambra Angiolini, Jastine Mattera e l’etoile dell’Opera di Parigi Eleonora Abbagnato, hanno deciso di fare un regalo ai propri figli.
Eleonora Abbagnato è diventata di nuovo mamma di un bel maschietto che con il marito, il calciatore Federico Balzaretti, ha deciso di chiamare Gabriel.
Come aveva già fatto con la primogenita Julia, anche questa volta si è affidata a Stemway Biotech per la conservazione delle cellule staminali. “È molto importante non sprecare questo prezioso patrimonio biologico in occasione della nascita di un figlio. Credo sia un’opportunità terapeuta in più che viene messa a disposizione di tutti noi”. Queste le parole dell’Etoile di Parigi in un’intervista rilasciata alla rivista Vanity Fair.
La multinazionale Stemway Biotech,è una knowledgement company europea con sede in Inghilterra e che opera in Italia dal 2007, attraverso la quale gli assistiti possono avere accesso ad una particolare e innovativa forma di prevenzione a condizioni di favore.
Abbiamo intervistato il dottor Paolo Rubini vice presidente Stemway Biotech, il quale ha spiegato qual è oggi l’andamento in Italia sulla conservazione delle cellule staminali.
“ In Italia oggi il settore della conservazione autologa delle cellule staminali soffre della mancanza di un’adeguata e corretta informazione – ha spiegato Rubini – La legge italiana ha posto un monopolio pubblico sulla materia, diversamente da quasi tutti i Ministeri della salute dei principali Paesi europei, rendendo possibile solo la conservazione dei campioni donati. In questo caso il donatore non potrà in futuro averne disponibilità in caso di bisogno ma potrà solo sperare di trovare un campione compatibile tra quelli conservati, che sono solo il 9% di quelli donati. Quindi, chi afferma che donando si ha il 98% di probabilità di ritrovare il proprio campione, fornisce una informazione falsa. Nonostante tutti questi ostacoli, ogni anno più di 22.000 fortunate mamme che hanno avuto la possibilità di essere correttamente informate, decidono di conservare le cellule staminali dei propri figli”.
Dottor Rubini, qual è la differenza tra donazione e conservazione?
“La donazione è l’azione con la quale, in occasione della nascita del proprio figlio, i genitori decidono di cedere le cellule staminali del neonato ad una banca pubblica che le destinerà solo in ridottissima parte alla conservazione per fini di trapianto, destinandole invece ad altri utilizzi per il ben il 91% dei casi (dati Ministero Salute). Con la conservazione, invece, ci si ha la certezza di poter contare su un proprio patrimonio genetico da poter utilizzare, in futuro, per esigenze terapeutiche, disponibile immediatamente e senza le certezze e le attese della ricerca dei campioni da donatori richiede (normalmente 6 mesi, sempre che la richiesta vada a buon fine)”.
Perché il sangue del cordone ombelicale e le cellule presenti nel tessuto cordonale sono importanti? E che tipo di cellule staminali sono quelle del cordone ombelicale?
“Il sangue cordonale è quello contenuto nel cordone ombelicale e che nel 95% delle gravidanze viene scartato dopo il parto. Quindi, chi lo conserva per la propria famiglia non toglie di certo nulla a nessuno. Questo sangue è importante perché contiene moltissime cellule staminali utilizzabili per scopi terapeutici. Non c’è nessun ostacolo di natura morale o etica alla loro conservazione, al loro impiego terapeutico. Nel 2006, per la prima volta, anche la Chiesa Cattolica ha preso ufficialmente posizione riconoscendo la validità scientifica e morale della conservazione ed utilizzo delle staminali cordonali. Nel tessuto cordonale sono invece presenti delle diverse cellule staminali denominate mesenchimali, che hanno un crescente utilizzo terapeutico in numerose patologie, stiamo parlando del presente della medicina e non del futuro!”
Perché conservare per uso familiare le cellule staminali ricavate dal cordone ombelicale? Quali sono i vantaggi?
“Perché è un’opportunità unica nella vita di un individuo, potendo scegliere di preservare le proprie cellule staminali ad uno stadio che precede l’eventuale e malaugurata insorgenza di malattie. È del tutto evidente il vantaggio di poter disporre delle proprie cellule staminali nel caso ci si trovi ad affrontare una terapia che preveda un trapianto di cellule staminali. Evitare la ricerca affannosa di un donatore, cosa che purtroppo non sempre si conclude positivamente, nonché ogni rischio di rigetto o di infezione sono argomenti che da soli giustificano ampiamente questa scelta, oltre che aggredire le malattie con almeno 6 mesi di anticipo”.
Le cellule staminali sono molto importanti per la cura di quali di gravi malattie?
“Oggi i beneficiari di un trapianto di cellule staminali sono soprattutto i soggetti colpiti da alcune forme tumorali, in particolare i linfomi o le leucemie. Inoltre le cellule staminali sono utilizzate nella terapia dell’infarto miocardico e nel trattamento di pazienti che necessitano di trapianto di midollo. Numerose altre applicazioni terapeutiche sono in una fase sperimentale avanzatissima, ma, allo stato, non sarebbe deontologico diffondere certezze sui tempi entro i quali queste ricerche sperimentali diverranno normali applicazioni terapeutiche. La comunità scientifica ritiene, comunque, molto probabile che le cellule staminali potranno essere usate per la cura di malattie quali: ricostruzione del midollo spinale danneggiato a seguito di un trauma, cura di malattie neurodegenerative (morbi di Parkinson e di Alzheimer), cura di malattie muscolo-scheletriche, cura di malattie degenerative della retina, della cornea, dell’apparato uditivo, cura di malattie metaboliche (per esempio il diabete) e ricostruzione ossea. In ogni caso, piuttosto che basarci sulle ridottissime informazioni fornite del Ministero della Salute italiano, suggerirei di leggere i dati di Eurostemcell, Termis (Tissue Engineering international & Regenerative Medicine), ISSCR (Internatinal Society forStemCellsResearch) E IPLASS (International Placenta Stem Cells Society)”.
Occorre che il parto abbia luogo in prossimità del centro di conservazione prescelto?
“Assolutamente no. Si può partorire in qualsiasi ospedale o clinica e procedere poi all’esportazione del campione nella banca estera prescelta. La normativa nazionale, infatti, consente la conservazione presso laboratori esteri autorizzati dai rispettivi Ministeri della Salute, accreditati e dotati di procedure di trattamento conformi agli standard internazionali di qualità e sicurezza e controllati dai medesimi Ministeri: chi sostiene il contrario mente sapendo di mentire!”
Servono particolari autorizzazioni?
“Sì. Per esportare il sangue del cordone ombelicale è necessario richiedere una semplice autorizzazione alla Direzione Sanitaria dell’ospedale dove avverrà il parto. StemWay BIOTECH Ltd fornisce ai propri clienti tutta l’assistenza e le istruzioni necessarie ad ottenerla in tempi brevi, supportando i propri clienti e le Strutture Sanitarie interessate dal parto in ogni eventuale esigenza”.
Come avviene il prelievo? Si corrono dei rischi?
“La procedura di raccolta del sangue presente nel cordone ombelicale prevede che, dopo il parto e successivamente al taglio dello stesso, venga inserito un ago per il prelievo del sangue che viene trasferito nella apposita sacca contenuta all’interno del Kit. Contestualmente, una piccola porzione del cordone ombelicale viene prelevata ed inserita in un apposito contenitore sterile. La raccolta può venire effettuata da qualsiasi professionista del settore sanitario preventivamente informato. Non si corrono dei rischi perché il prelievo è un’operazione molto semplice, rapida e indolore che non comporta alcun rischio né per la madre né per il bambino”.
Esistono casi in cui non è possibile effettuare il prelievo?
“In caso di complicanze durante il parto, il personale medico deve sospendere qualsiasi procedura che non sia finalizzata ad assicurare la salute e la sicurezza della madre e del bambino. Ciò potrebbe comprensibilmente impedire la raccolta del campione, ma la nostra esperienza ci conforta nell’affermare che si tratta di casi rarissimi”.
È possibile raccogliere il campione anche in caso di parto cesareo?
“Certamente. La raccolta del sangue presente nel cordone ombelicale e del tessuto cordonale può essere effettuata sia in occasione del parto fisiologico, sia in presenza di parto per taglio cesareo e non comporta rischi nè per la madre nè per il bambino”.
Nel caso delle cellule staminali, quanto sangue è necessario prelevare?
“La sacca sterile contenuta nel kit di prelievo va riempita il più possibile in quanto maggiore è la quantità di sangue raccolto e maggiore sarà il numero delle cellule prelevate. StemWay BIOTECH Ltd, per proprie regole di condotta etica e morale, non processa campioni di sangue inferiori ai 20 ml. in quanto, allo stato delle attuali conoscenze tecniche e scientifiche, il numero di cellule staminali presenti potrebbe non essere in grado di assicurare una efficace terapia. In ogni caso, qualora i genitori volessero procedere alla conservazione anche di quantità di sangue inferiori a 20 ml., StemWay BIOTECH Ltd potrà procedere solamente a fronte di esplicita e formale autorizzazione da parte dei genitori”.
E nel caso di parti gemellari?
“Bisognerà utilizzare due KIT di raccolta, da richiedere prima possibile a StemWay BIOTECH Ltd. ed avvalersi delle condizioni economiche di favore previste”.
Come avviene il trasporto dall’ospedale al laboratorio prescelto? E in quanto tempo il sangue deve arrivare in laboratorio?
“Il campione di sangue deve essere trasportato nell’apposito KIT che viene fornito da StemWay BIOTECH Ltd. Il KIT di trasporto è conforme alla procedura IATA PI 650, che è lo standard internazionale per la spedizione e il trasporto di campioni diagnostici. La lavorazione del campione può essere effettuata entro 72 ore dal parto ma i migliori risultati si ottengono con processi di separazione cellulare effettuati entro le prime 48 ore. StemWay BIOTECH Ltd effettua l’80% delle lavorazioni dei propri campioni di sangue entro le prime 24 ore”.
Per quanto tempo possono essere conservate le cellule e perchè?
“Ad oggi ha senso conservare le cellule per i primi 25 anni, ma vi sono chiare ricerche scientifiche ed empiriche che un campione correttamente conservato è idoneo all’utilizzo anche dopo 25 anni, questo però solo se le cellule sono state preventivamente separate dal sangue come facciamo noi. Sono stati eseguiti numerosi studi per determinarne la vitalità dopo prolungati periodi di conservazione e i risultati danno una sicurezza di vitalità per almeno 25 anni. In futuro sarà probabilmente possibile avere maggiori informazioni sulla efficacia del congelamento anche per tempi più lunghi ma, ad oggi, non riteniamo serio e corretto proporre e far pagare ai nostri clienti periodi di conservazione superiori a 25 anni”.
Perchè affidarsi a StemWay BIOTECH Ltd?
“Perchè StemWay BIOTECH Ltd non è una società che offre esclusivamente i servizi di crio-conservazione delle cellule staminali ma anche una completa informativa su tutti gli aspetti scientifici e medici del settore. Inoltre, i laboratori dove vengono conservate le cellule staminali sono tra i più moderni in Europa, con le più rigide certificazioni in materia di standard di qualità. Altra particolarità della società è quella di suddividere i singoli campioni in due sacche, al fine di eliminare il rischio di una perdita totale del campione. Inoltre, i protocolli di separazione e di crio-conservazione delle cellule, parte qualificante del processo di stoccaggio, sono tra i più efficaci esistenti ed utilizzati e testati su più di 100.000 campioni. Perché sebbene StemWay BIOTECH Ltd sia una società Inglese, tutta la documentazione viene fornita ai diversi clienti nella propria lingua ed il contratto di servizio viene sottoposto alla normativa della nazione di residenza del cliente”.
Come aderire al servizio di StemWay BIOTECH Ltd? E qual è il costo?
“Una volta deciso di aderire al servizio di StemWay BIOTECH Ltd, i futuri genitori devono richiedere il KIT predisposto dalla Società, effettuando il pagamento dell’acconto di Euro 290. Nei giorni successivi al pagamento, riceveranno il KIT nel quale saranno contenute anche tutte le istruzioni per ottenere l’autorizzazione all’esportazione del sangue del cordone ombelicale, la documentazione necessaria, nonchè le istruzioni per effettuare la raccolta da parte del personale medico. Noi consigliamo di richiedere il KIT prima possibile e di informare e concordare con la Struttura Sanitaria prescelta per il parto le modalità di prelevamento. Al momento del ricovero, bisognerà ricordarsi di portare con sé il KIT e di consegnarlo alla persona incaricata del prelievo. A prelievo avvenuto, si dovrà contattare il numero di telefono indicato nel KIT e seguire le istruzioni precedentemente concordate per il ritiro da parte dei nostri addetti. In questa fase, così come in ogni altro momento, i genitori potranno contattare il CUSTOMER CARE di StemWay BIOTECH Ltd per ogni supporto o comunicazione. Giunto nei laboratori il campione di sangue verrà trattato con le più moderne tecnologie. La nostra società separa le cellule staminali dal sangue ed effettua i test virali anche sul sangue materno: non tutte le altre società operano in questo rigoroso modo. I nostri servizi prevedono tutti la Crio-conservazione delle cellule staminali e la Consulenza Medica per 25 anni.
Vorrei ricordare che il cliente pagherà l’importo previsto solo in caso di successo della conservazione del campione, mentre nulla sarà dovuto, oltre all’acconto previsto, in caso di conservazione non possibile.”
Per ulteriori informazioni il sito internet è: http://stemwaybiotech.com
In sostanza, la conservazione del sangue del cordone ombelicale è un atto d’amore e un regalo inestimabile che una mamma può fare nei confronti dei figli e della propria famiglia. Oggi sono tante le malattie che si possono curare con le cellule staminali e in futuro saranno ancora di più grazie ai progressi della scienza che fanno ben sperare.