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L’alzheimer, la malattia che ruba i ricordi

21 Febbraio 2023

La malattia di Alzheimer è una delle sindromi degenerative più diffuse, si stima che nel mondo ne siano colpite 60 milioni di persone; è una sindrome a decorso cronico e progressivo e rappresenta la causa più comune di demenza nella popolazione anziana dei paesi occidentali. Il rischio di contrarre la malattia aumenta con l’età: non si tratta tuttavia di una malattia che colpisce i soli anziani, esistono infatti casi di persone che possono presentare un esordio precoce della patologia anche verso i 50 anni. E’ per questo fondamentale riconoscere i sintomi ed eseguire una corretta diagnosi il prima possibile. Possiamo elencare una decina di sintomi che possono destare allarme:

  1. Perdita di memoria: questa può essere sintomo di una momentanea distrazione, o di stanchezza, ma se si ripete più volte nell’arco di poco tempo rendendo difficile se non addirittura impossibile l’attività lavorativa, va sospettato l’Alzheimer o comunque è sempre meglio rivolgersi ad uno specialista: qualche meccanismo si è certamente alterato.
  2. Difficoltà nelle attività quotidiane. La persona sana, sotto stress può dimenticare di spengere la televisione o la luce prima di uscire di casa, o una pentola sul fuoco: i primi sintomi di Alzheimer non fanno ricordare al malato neppure di aver cucinato o mangiato. Ovvero un’azione ben più concreta dello spingere un pulsante. Seppure tali fatti accadano estemporaneamente, vanno approfonditi.
  3. Disturbi del linguaggio. La perdita di memoria incide anche su meccanismi acquisiti e consolidati come il linguaggio: non si ricordano le parole, non vengono, o se ne usano altre impropriamente, con significati che nulla hanno a che vedere con l’oggetto da citare o il saluto da fare.
  4. Disorientamento nel tempo e nello spazio. Il malato di Alzheimer si può perdere facilmente, non sapere deve si trova, e che giorno è, accusa un disorientamento spazio temporale.
  5. Diminuzione della capacità di giudizio. Una persona con i primi sintomi di Alzheimer non riesce a svolgere correttamente alcune semplici pratiche quotidiane: ad esempio può scegliere di uscire di casa con l’accappatoio anziché col cappotto o indossare calzini al posto delle scarpe. Anche in questo caso, occorre subito rivolgersi ad uno specialista. Sono situazioni che mettono in pericolo il paziente.
  6. Perdita di oggetti: allo stesso modo il malato in questione comincia a perdere gli oggetti perché non li ripone al posto giusto: si possono mettere le chiavi di casa nel frigorifero o i surgelati sotto il cuscino, senza rendersene minimamente conto.
  7. Difficoltà nel pensiero astratto. E’ così che si chiama il fare di calcolo o compilare moduli ed assegni: il malato di Alzheimer dimentica il significato dei numeri o come si fanno i calcoli matematici.
  8. Cambiamenti di umore o di comportamento.
  9. Cambiamenti di personalità. Sono cose che capitano a tutti col passare degli anni, ma i primi sintomi della malattia sviluppano queste alterazioni in modo estremamente repentino, immediato, da un minuto all’altro, portando anche uno stravolgimento totale, da non riconoscere più le azioni ed i toni del proprio caro.
  10. Mancanza di iniziativa. I primi sintomi della malattia consistono inoltre in una lenta perdita di interesse verso ogni attività personale o quotidiana.

La malattia evolve gradualmente ed ha un notevole impatto economico, sociale e psicologico che si ripercuote su tutto il nucleo familiare. Per questo è fondamentale la diagnosi precoce, ovvero, parlare con il proprio medico di famiglia appena si presentano le prime avvisaglie, il quale avrà il compito di valutare la possibilità di una visita neurologica specialistica. Purtroppo ad oggi, la ricerca non ha fatto passi importanti, e tutto ciò che farmacologicamente è presente in commercio colpisce il sintomo ma non la causa. Gli interventi proposti oggi ai pazienti, se intrapresi dalle fasi iniziali, possono attenuare e rallentare il decadimento cognitivo. Tra questi, la stimolazione cognitiva, utile per sollecitare i circuiti neuronali non ancora compromessi dalla patologia.

Altro accorgimento utile è lavorare sullo stile di vita, praticare attività sportiva, vivere in contesti stimolanti, mantenere un’alta socialità, sollecitare la mente con lettura, ascolto di musica e continuare a coltivare passioni.

Tags: alzheimer, anziani, demenza, Disturbi del linguaggio, malato di Alzheimer, malattia degenerativa, malattia di Alzheimer, patologia, Perdita di memoria, Perdita di oggetti, popolazione anziana, ricordi, sindromi degenerative, visita neurologica
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Claudia Martucci
Claudia Martucci

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