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Telemedicina e infermieri di quartiere con un’App a portata di mano per i pazienti
Tutte le misure contenute nel Decreto Rilancia Italia (prima parte)
“Con i tre miliardi e 250 milioni di euro per la sanità stabiliti nel decreto Rilancio si potrà rafforzare in maniera profonda e duratura il nostro Servizio sanitario nazionale. Tante cose contano, ma avere un Sistema sanitario nazionale di qualità è la cosa che conta di più. Poter vivere in un Paese in cui se stai male non conta quanti soldi hai, non conta di chi sei figlio, non conta in che territorio vivi ma hai diritto a essere curato, penso che sia il valore più straordinario che dobbiamo tutti saper riconoscere e difendere con ogni energia”. Lo ha annunciato il Ministro della Salute, Roberto Speranza, presentando i provvedimenti per la sanità contenuti del decreto Rilancio varato il 13 maggio e che, tra le altre cose, dà respiro alla formazione mettendo a disposizione ulteriori 4.200 borse di specializzazione in area medica. Nel dettaglio, saranno aumentate le borse in anestesia e rianimazione, medicina d’urgenza, pneumologia, malattie infettive e loro specialità equipollenti.
Il Decreto Rilancio porta nelle casse della sanità 3,25 miliardi di euro, che vanno a sommarsi agli 1,4 miliardi previsti dal Decreto Cura Italia. Guardando al pacchetto di risorse finite erogate a favore della salute degli italiani, ben 1,256 miliardi sono destinati all’assistenza sul territorio, quasi un miliardo e mezzo (1,467) al fronte ospedaliero e 430,9 milioni a nuovi investimenti sul personale (tra assunzioni e incentivi). Per aumentare il numero dei contratti di medici specializzandi saranno stanziati 105 milioni per il 2020 (così come per il 2021), l’obiettivo è avere 4.200 nuove borse di studio.
ASSISTENZA DOMICILIARE. Al centro delle misure tese a rafforzare il comparto medico/sanitario c’è l’assistenza domiciliare con la figura dell’infermiere di quartiere che comporta, da parte del Governo, un investimento pari a 332.640.000 euro. Presto infatti in tutti i Comuni arriveranno 9.600 nuovi infermieri, 8 ogni 50mila abitanti, a supporto delle Unità speciali di continuità assistenziale (USCA). L’interesse dell’Esecutivo è dunque di implementare sul territorio nazionale le azioni terapeutiche e assistenziali domiciliari. L’assistenza ai pazienti over 65 passerà dagli attuali 610.741 soggetti, pari al 4% della popolazione over 65, a 923.500 unità, pari al 6,7%. Un tasso che porta l’Italia al di sopra della media OCSE, attualmente del 6%. Raddoppiati inoltre i servizi per la popolazione al di sotto dei 65 anni: si andrà dagli attuali 69.882 assistiti a domicilio, pari allo 0,15% della popolazione under 65, a 139.728, pari allo 0,3%. Risorse stanziate per personale e servizi 733.969.086 euro.
APP DI MONITORAGGIO. La cura della persona è centrale tanto che, per una maggiore sorveglianza sanitaria domiciliare, sarà potenziato il controllo anche attraverso l’utilizzo di app di telefonia mobile che consentirà di coordinare più facilmente i servizi di assistenza necessari ai pazienti, che riceveranno in dotazione anche i saturimetri per misurare i livelli di ossigenazione. In più, in questo modo, si potrà individuare nell’immediato un eventuale peggioramento clinico di un assistito a domicilio o in una residenza alberghiera, attivando in tempi rapidi la fase dell’ospedalizzazione. A tal fine, saranno attivate centrali operative regionali, dotate di apposito personale e di apparecchiature per il telemonitoraggio e telemedicina.
RSA E ANZIANI. Tra le altre azioni previste dal Decreto varato il 13 maggio troviamo il potenziamento dell’attività di sorveglianza attiva in tutte le Regioni e le Province autonome a cura dei Dipartimenti di prevenzione, in collaborazione con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta. È stato infatti disposto l’incremento dei controlli nelle residenze sanitarie assistite (RSA), anche attraverso la collaborazione di medici specialisti.