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Vaccino anti Covid: dibattito sulla somministrazione della quarta dose

21 Gennaio 2022
Vaccino anti Covid: dibattito sulla somministrazione della quarta dose

Efficacia e necessità del booster contro la variante Omicron. I primi dati e il parere degli esperti
Il boom di contagi a causa della diffusione della variante Omicron sta alimentando il dibattito sul tema della somministrazione della quarta dose del vaccino anti covid. A dicembre scorso era stato Israele, il primo Paese al mondo nella campagna di vaccinazione e considerato una sorta di ‘laboratorio di test’, ad annunciare l’avvio della somministrazione della quarta dose per il personale medico, gli over 60 e i soggetti a rischio.

Qual è la sua efficacia della quarta dose del vaccino contro la variante Omicron?
Risponde Israele con uno studio preliminare sia sulla quarta dose che sulla combinazione di vaccini diversi: Pfizer e Moderna. La ricerca è stata condotta su 150 persone che hanno ricevuto una quarta dose di Pfizer a distanza di due settimane. Altre 120, che avevano fatto tre dosi Pfizer, hanno ricevuto una quarta dose con Moderna. I risultati dello studio rilevano che la quarta dose di vaccino Pfizer o Moderna contro il covid non fornisce molta protezione ulteriore contro il contagio della variante Omicron. “La crescita dei livelli di anticorpi che vediamo con Moderna e Pfizer è leggermente superiore a quella che abbiamo visto dopo la terza dose di vaccino”, ha detto Gili Regev-Yochay, direttore dell’unità malattie infettive dello Sheba Medical Center di Tel Aviv, che ha condotto la ricerca. “Malgrado la crescita del livello di anticorpi, la quarta dose offre soltanto una difesa parziale contro il virus – ha spiegato – abbiamo visto molte persone infettate con Omicron dopo la quarta dose. Un po’ meno che nel gruppo di controllo, ma sempre tante”. Secondo Regev-Yochay, “il vaccino è eccellente contro le varianti alfa e delta, ma non abbastanza per Omicron”.

I risultati della ricerca di Israele aprono un dibattito sul tema della somministrazione della quarta dose del vaccino contro il Covid-19. Per l’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) la somministrazione di dosi di vaccino a intervalli molto brevi potrebbe avere l’effetto contrario rispetto a quello desiderato e ridurre il livello di anticorpi, invece, che aumentarli. L’Ema “non ha ancora visionato i dati sulla quarta dose del vaccino anti-covid. Attualmente, non ci sono prove della necessità di una quarta dose nella popolazione generale” ha specificato Marco Cavaleri, responsabile per i vaccini dell’Agenzia europea del farmaco Ema. “Nelle persone con sistema immunitario gravemente indebolito e che hanno ricevuto già tre dosi – ha detto – sarebbe ragionevole che le autorità sanitarie prendessero in considerazione la somministrazione di una quarta dose”.

Cosa ne pensano gli esperti in Italia?
L’Italia è il terzo Paese in Europa nelle dosi di vaccino anti covid somministrate ogni 100 abitanti. In crescita i numeri della campagna vaccinale con oltre il 9% della popolazione che ha ricevuto la prima dose. Il booster (terza dose) ha raggiunto il 69,5% dei soggetti che devono averla per un totale di 27.475.782 persone.

Sulla somministrazione della quarta sono intervenuti gli esperti. “Al momento non c’è prova che serva la quarta dose. Sarà la scienza a dire se servirà, quando e a chi”, ha detto il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, a Cartabianca.

Per il Professor Andrea Crisanti, intervenuto a Agorà “Non si può imporre a 50 milioni di persone di fare la quarta o la quinta vaccinazione, deve esserci una strategia. Non c’è un sistema sanitario in grado di sostenere poi lo sforzo di vaccinare 50 milioni di persone ogni 4 mesi”. “Questi vaccini – ha spiegato – sono stati un contributo fenomenale per bloccare l’epidemia e consentirci di condurre una vita normale. I limiti mostrati da questi vaccini sottolineano l’urgenza di cambiare strategia a medio termine: bisogna investire e sviluppare vaccini che abbiano una durata maggiore, costino meno e abbiano una proprietà intellettuale che appartenga agli stati. Non possono esserci differenze tra i paesi come quelle attuali, che sono inaccettabili”.

Anche Massimo Ciccozzi, responsabile dell’unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, è contrario a fare un vaccino ogni 4 mesi perché “si stressa il sistema immunitario, anche l’immunologo di base lo sa. Perché devo fare questo? A meno che tu non mi proponi un vaccino aggiornato sulle varianti Omicron e Delta”.

Per Massimo Galli, direttore di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano si può valutare la somministrazione della quarta dose di vaccino anti-Covid per “le persone con fragilità importanti che, in maniera documentata, non hanno risposto alla terza dose”. “I Paesi che avviano la somministrazione di una quarta dose – ha detto l’eserto a Adnkronos Salute – ci daranno dati prima degli altri. Vediamo cosa succederà e da queste informazioni si potranno trarre suggerimenti. Ma una strategia come questa, su due piedi, senza avere altri dati non ha senso”.

Al momento non c’è la necessità di una quarta dose per Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano. “C’è necessità di completare la terza dose e di vedere cosa accade. Andiamo verso una stagione primaverile e dobbiamo vedere come sarà da un punto di vista epidemiologico”, ha affermato all’Adnkronos Salute. “Affrontiamo la primavera con la terza dose, perché quello sì è importante – ha sottolineato – Dopodiché, a me sembra un po’ prematuro decidere adesso di fare una quarta dose con lo stesso vaccino utilizzato finora. Il prossimo inverno molto probabilmente lo dovremo affrontare con un vaccino diverso, con un vaccino che sia costruito sulla variante che circolerà. Se sarà Omicron, un vaccino per Omicron. O altrimenti contro la variante che sarà. Ormai dobbiamo arrivare a una logica stile influenza, per la vaccinazione”, ha concluso.

La quarta dose “ora non serve” per Mauro Pistello, direttore dell’Unità operativa di virologia dell’Azienda ospedaliera universitaria Pisana. Secondo l’esperto ci sono diversi motivi per frenare su un nuovo booster: “Ancora si sta vaccinando con la terza dose o si recuperano le prime – spiega – Inoltre come già detto dall’Ema, occorre vigilare sugli effetti di una stimolazione del sistema immunitario così ravvicinata, e poi a marzo avremmo dei vaccini adattati alle varianti”.

Tags: Andrea Crisanti, boom di contagi, booster, campagna di vaccinazione, EMA, israele, Marco Cavaleri, Massimo Ciccozzi, Massimo Clementi, massimo galli, Mauro Pistello, Moderna, over 60, personale medico, pfizer, Pierpaolo Sileri, quarta dose, Regev-Yochay, soggetti a rischio, studio preliminare, vaccino anti covid, variante Omicron
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Nicoletta Mele
Nicoletta Mele
Laureata in scienze politiche. Dal 2001 iscritta all’ Ordine Nazionale dei Giornalisti. Ha collaborato con testate giornalistiche e uffici stampa. Dopo aver conseguito il master in “ Gestione e marketing di imprese in Tv digitale”, ha lavorato per 12 anni in Rai, occupandosi di programmi di servizio e intrattenimento. Dal 2017 è Direttore Responsabile di Health Online, periodico di informazione sulla sanità integrativa.

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